lunedì 6 luglio 2020

Chi ha più dignità a chiamarsi "Lavoratore Sportivo"?

Passano i giorni e la fine di luglio si avvicina sempre più. Alla fine di Luglio il Ministro Spadafora ha promesso di partorire i decreti attuativi della Legge 86/2019 sulla Riforma dello Sport. Oltre a ridisegnare l'assetto dello sport attribuendo, si dice, nuove competenze al C.O.N.I., Sport e Salute e il potenziato, si dice sempre, Ufficio Sport al Ministero si aspetta anche il riconoscimento giuridico del Laureato in Scienze Motorie e una nuova definizione di lavoro sportivo mai così necessaria dopo il Covid.
Sui massimi sistemi della ridistribuzione di competenze tra i vari organi che, a vario titolo, governano lo sport italiano ne riparlerò quando potremo leggere qualcosa di ufficiale mentre sul lavoro sportivo è d'obbligo parlare. Quello che sta accadendo in questi giorni è strano. Una categoria, quella dei Laureati in Scienze Motorie, sempre bistrattata nell'ambito sportivo, che d'improvviso assurge al ruolo di protagonista, Mi spiego meglio. Il Laureato in Scienze Motorie o il "vecchio", io uno di quelli, Professore di Educazione Fisica è sempre stato un parente povero sia dei "veri" laureati che dei, e questo è incredibile, istruttori specifici di tutti gli sport. Il Professore di Zompi oppure il Professor Gazzetta dello Sport. Che succede oggi? Quasi una "rivolta degli schiavi" grazie al legislatore che, vai a sapere perchè, forse perchè "lo vuole l'Europa", ha inserito nella Legge 86/2019 il riconoscimento giuridico per questa categoria. Nulla di più giusto ma, secondo me, le cose andrebbero contestualizzate. In Italia sono troppi anni che il "sistema CONI" sforna qualifiche sia direttamente con la Scuola dello Sport che attraverso le Federazioni e gli Enti d Promozione Sportiva mettendo in ombra la professionalità, quando c'è, dei Laureati in Scienze Motorie. Come si fa a stravolgere in un attimo con un tratto di penna il passato? L'Europa ci dice che esistono 8 livelli di formazione sportiva e che i primi 4 livelli sono per i non laureati purchè frutto di una formazione altamente qualificante. Non sarebbe più logico ragionare su questo così come si dovrebbe ragionare sulle conseguenze della chiusura degli Istituti di Educazione Fisica per sostituirli con i corsi di Laurea in Scienze Motorie che sono principalmente indirizzati sull'area medico/riabilitativa o su quella manageriale lasciando la parte dell'insegnamento tecnico quasi del tutto sguarnita. Il mercato se deve scegliere sceglie l'insegnante competente della disciplina sportiva e spesso  questa competenza è maggiore nel brevettato del "sistema CONI" che sicuramente è meno preparato del Laureato in Scienze Motorie a livello globale. Oggi ho letto un documento dove si ipotizza la presenza in ogni associazione sportiva di un Laureato in Scienze Motorie con compiti direttivi e di un Laureato "breve"( 3 anni), mi si passi il termine o un Professore di Educazione Fisica come coordinatore degli istruttori e garante della loro professionalità. Quanti centri sportivi saranno in grado di accettare questo mettendo nell'ombra il bravo "brevettato" che da tanti anni svolge dignitosamente il proprio lavoro? Quanti centri sportivi si potranno permettere questa organizzazione? Siamo sicuri che è la figura del Laureato in Scienze Motorie in grado di garantire la professionalità dello staff del centro sportivo?
Sono alla ricerca di risposte....alla prossima

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