E' di oggi la prima bozza dei decreti attuativi della legge 86/2019 sul riordino dello sport italiano.
“La gatta frettolosa fece i figli ciechi” recita un antico detto e mai come oggi leggendo la prima bozza dei decreti attuativi della Legge 86/2019 che ridisegnerà l’ordinamento sportivo italiano risulta attuale.
“La gatta frettolosa fece i figli ciechi” recita un antico detto e mai come oggi leggendo la prima bozza dei decreti attuativi della Legge 86/2019 che ridisegnerà l’ordinamento sportivo italiano risulta attuale.
Tutti coloro che svolgono attività di insegnamento sportivo aspettavano,
dopo l’emergenza Covid, novità importanti per il lavoro sportivo ma, purtroppo,
la fretta del Ministro Spadafora di intestarsi questa fondamentale riforma provocherà, a mio avviso, molti “accecamenti”.
Tutto si può correggere. Basta lavorarci con entusiasmo e
competenza. In più se si avesse anche una visione sarebbe meglio. Poi
basterebbe essere coraggiosi e onesti.
Se la bozza rimarrà immutata il Ministro Spadafora sarà ricordato come quello
che ha bloccato le velleità di Malagò, stavo scrivendo Megalò…come viene
chiamato a Roma, di poter essere rieletto alla Presidenza del C.O.N.I. e,
almeno per ciò che riguarda il lavoro sportivo di colui che ha perso l’occasione
della vita. Dopo il Covid era fondamentale affrontare in maniera seria la
situazione lavorativa di centinaia di migliaia di persone che a vario titolo lavorano nello
sport. Nulla di tutto ciò.
Non si va oltre una generica definizione di “lavoro sportivo” che
mette insieme tutto lo scibile umano, dal Direttore di Gara al giovane atleta,
dimenticandosi di dare una definizione di “insegnante sportivo” ma soprattutto di dargli il necessario riconoscimento giuridico e dimenticando,
addirittura, la categoria dei Laureati in Scienze Motorie che prestano la loro
opera nell’ambito sportivo.
Si definisce che il lavoro sportivo va inquadrato secondo le leggi
vigenti in lavoro subordinato e lavoro autonomo con una apertura a una
contribuzione previdenziale (15%) e poco altro come l’IRPEF al 15% fino ai
65.000€ di compensi.
E poi?
E poi la follia di sdoganare e permettere che il lavoratore “pubblico” possa lavorare nello sport con la normativa vigente della collaborazione sportiva e
senza nessuna contribuzione previdenziale rendendoli così appetibilissimi per i gestori di
impianti sportivi che li preferiranno sempre agli altri che gli costeranno di
più.
E poi?
E poi le note dolenti del volontario amatoriale che non potrà avere uno stipendio
ma che potrà avere dei rimborsi e dei premi. Premi, avete letto bene. Quindi il
Signor X svolgerà attività di volontariato nell’allenare la squadra di un
qualsiasi sport e a obiettivo raggiunto percepirà un premio. Follia allo stato
puro.
E poi?
E poi prendiamocela calma. Tutto andrà in vigore dal 1 Gennaio 2022….ossia
prendi il pallone tiralo avanti e poi vedremo. Singolare che questo accada solo
per la parte del lavoro sportivo. Per le altre parti che ridisegnano i grandi
sistemi non si ragiona così…..
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