Dopo anni di impegno come dirigente nell’Uisp di Roma
vengo a sapere che a breve sarebbe uscito un bando per riqualificazione di aree
per le quali il comune non era in grado di fare la manutenzione. Ne parlai con
mio padre, Aldo, che immediatamente colse l’enorme opportunità.
Ci organizzammo per partecipare a 3 aree, risultando vincitori
in quella dell’odierno Parco della Madonnetta e in un’altra a Via dei Monti San
Paolo ad Acilia.
Il terreno per il quale partecipammo era di circa 4
ettari ma, ad assegnazione avvenuta, ci venne comunicato dal Comune che la
superficie, a causa di un loro errore – il primo di una lunga serie- era di 21
ettari e che avevamo pochi giorni per decidere se andare avanti ed accettare.
Chiaramente accettammo.
Idee, progetti… si cominciò a fantasticare.
Finalmente il 22 Luglio del 1999 riuscimmo a prendere
possesso del terreno, piegando la resistenza del pastore Satgia che da anni
occupava il terreno.
Ci vollero 3 tentativi di sgombero con Satgia,
saldamente incatenato al cancello di Via di Macchia Saponara, con cittadini e
ambientalisti a suo sostegno, contro 2 pericolosi speculatori: io e mio padre.
All’ultimo, dopo che avevamo minacciato il Comune di
una causa risarcitoria se non ci avesse consegnato l’area, il Comune decise di
stanziare 200.000.000 di lire come risarcimento per Satgia che, dopo aver
provato comunque a creare problemi per la sorte del gregge delle sue pecore fu
convinto da mio padre che gli trovò un acquirente per le pecore.
Cinque di esse le comprò lui stesso e, dopo una
settimana dall’uscita dal terreno di Satgia, le trovammo sgozzate.
Faticosamente cominciammo i lavori cercando di
organizzarci al meglio.
Cominciammo con le recinzioni ed enormi sbancamenti,
necessari per bonificare il terreno che in più parti era un acquitrino.
Cominciammo anche a costruire le scarpate verso Via
Tespi e cominciammo anche ad essere attaccati per ogni cosa facevamo.
Rimarrà nella storia del parco, quando d’improvviso
arrivarono 5 macchine di vigili urbani e un gruppo molto nutrito di cittadini
per verificare se abbattendo il fienile e ricostruendolo lo avessimo alzato di
qualche centimetro. Non vi dico la faccia di tutti quando scoprirono che era
piu’ basso di 70 cm. rispetto all’originale!!! E sapeste che faccia fecero
quando scoprirono che al posto del fienile sarebbe sorto un asilo. Ricordo
ancora la frase -“i bambini… no… fanno macello!!!”
Piano, piano, ci facemmo le ossa imparando a tamponare
con garbo agli attacchi più assurdi.
Poi, purtroppo, nel dicembre del 2002 il vecchio mi
lasciò pensando, forse, che ce l’avrei fatta da solo. Fu veramente dura
trovarsi da solo a fare il costruttore, io che conoscevo solo i campi da
tennis.
Dopo
pochi giorni di smarrimento totale presi con me Vasile, un grande operaio
rumeno, e insieme a lui, molto capace, in pochi giorni costruimmo la casetta
del tennis: la mia prima costruzione.
Intanto
avemmo la fortuna di incontrare un giovane costruttore di Artena, Angelo
Talone, e con lui cominciammo nella ristrutturazione del casale in mezzo al
parco. Piano piano arrivammo all’8 maggio del 2004: l’inaugurazione del parco.
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