Palestra via Sannio, bufera sul bando
Ricorso al Tar contro il Comune
Un punto di incontro per il territorio che rischia di scomparire. E' la polisportiva G. Castello che insieme alla As Gaudine, da quasi 40 anni opera nella palestra di via Sannio, un tempo di proprietà del Coni e dal giugno 2012 di proprietà comunale. Lo scorso febbraio, il Comune ha escluso la storica associazione sportiva dal bando per l'assegnazione degli spazi, per turbativa d'asta, assegnando la struttura per i prossimi sei anni a un ente completamente estraneo al territorio. “Siamo stati esclusi dal bando – spiega Enzo D'Arcangelo, uno dei responsabili della polisportiva - con motivazioni pretestuose e giuridicamente insussistenti”.
LA STORIA - La polisportiva Castello da 38 anni divideva l'impianto di via Sannio con l'associazione di scherma Gaudini. Insieme, dopo il disinteresse mostrato dal Coni negli ultimi tempi, si erano preoccupati di riqualificare l'impianto, provvedendo anche all'acquisto delle attrezzature necessarie all'attività fisica. Così, al momento del bando, nel giugno 2012, decidono di presentare la domanda attraverso una nuova associazione la “Polisportiva via Sannio”, anche perché l'impianto è suddiviso in due aree, “una parte dedicata alla scherma – precisa Enzo D'Arcangelo – e un'altra per tutte le altre attività”. Accanto a questo però, le singole associazioni presentano una domanda individuale. La doppia candidatura non viene accettata dal Comune, che in tutta risposta il 10 gennaio estromette la sola polisportiva Castello per turbativa d'asta, lasciando invece in gara l'As Gaudine, che pure aveva presentato ugualmente la doppia candidatura. “Era evidente la nostra buona fede, sarebbe bastato segnalarci la cosa, invece di farci fuori in questo modo, si è voluto eliminare chi si è sempre battuto per il diritto allo sport”, aggiunge.
IL BANDO - Rimasta in gara, l'As Gaudine, pur essendo una realtà sportiva consolidata nel quartiere, non riesce ad aggiudicarsi i 70 punti necessari e come lei tutte le altre strutture che avevano fatto domanda. Addirittura la Federazione Italiana Scherma, che pure annovera fra le sue fila titoli olimpici, si classifica all'ultimo posto con 35 punti. Il 14 febbraio ad aggiudicarsi il bando con 81 punti è l'Endas. “Un ente – lo definisce D'Arcangelo – totalmente estraneo al territorio”, ma molto sensibile alla politica capitolina. Che tra il presidente dell'ente Piero Benedetti e il sindaco Alemanno intercorrano buoni rapporti non è certo un mistero, così come non è un mistero il passato di D'Arcangelo, che sul finire degli anni 90 sedeva in consiglio comunale fra le file di Rifondazione comunista.
IL RICORSO AL TAR - Contro l'esito della gara, la polisportiva Castello ha già fatto ricorso al Tar e per ora la situazione nella palestra di via Sannio rimane congelata, almeno fino al 10 aprile, quando il Tar si pronuncerà sulla richiesta di sospensiva. Se la richiesta fosse accettata, potrebbe essere annullata la gara, come accaduto lo scorso gennaio all'impianto Tre Fontane, anch'esso passato dal Coni al Comune. Il Campidoglio aveva escluso la Nuova Rugby Roma dalla gara per presunte irregolarità, affidando l'impianto alla Rugby Eur, presieduta dall'ex presidente dell'Ente Eur Riccardo Mancini. Vicinissimo al sindaco Alemanno e da oggi in carcere.
Nessun commento:
Posta un commento