martedì 26 marzo 2013

NUOVO PAESE SERA - Parco del Labaro, Tar respinge il ricorso: i lavori per il palazzetto continuano

Labaro, presidio al parco Colli d'Oro

Parco del Labaro, Tar respinge il ricorso: i lavori per il palazzetto continuano

I cittadini avevano fatto ricorso contro lo smantellamento dell'area verde per permettere la costruzione del palazzetto della S.S Lazio Pallavolo. E annunciano un nuovo ricorso al Consiglio di Stato

Si aggiunge un nuovo tassello nella vicenda del Parco del Labaro. Agli inizi di marzo è infatti arrivata la risposta del Tar al ricorso dei cittadini contro lo smantellamento dell'area verde per permettere la costruzione del palazzetto della S.S Lazio Pallavolo. L'ordinanza ha spiazzato tutti perché respinge ogni contestazione e rende quindi legittima – per ora – la prosecuzione dei lavori.
UN NUOVO RICORSO DEI CITTADINI - Ma i cittadini del quartiere, e in particolare Pasquale Annunziata, portavoce del comitato Salviamo il Parco Colli d'Oro, non ci stanno e annunciano un nuovo ricorso al Consiglio di Stato. Perché, dice Annunziata, “le motivazioni del Tar sono assurde e pretestuose. Mettono in dubbio cose ovvie come il fatto che abitiamo di fronte al parco”. “Avevamo chiesto la sospensiva dei lavori - che nel frattempo avevano accelerato moltissimo proprio perché sapevano che di lì a breve sarebbe arrivata la pronuncia del tribunale amministrativo – e loro ci rispondono che è inutile perché gli alberi sono già tagliati” commenta. “E' come dire: non condanno l'assassino tanto la vittima è già morta”.
LA SENTENZA - Secondo i giudici amministrativi, è impossibile accogliere la richiesta innanzi tutto perché la vicinanza abitativa al parco non è dimostrata. “Pur avendo dichiarato nel ricorso introduttivo di essere proprietari di abitazioni di residenza all’interno della lottizzazione Colli d’oro, non hanno allegato un principio di prova al riguardo, necessario ai fini della verifica del presupposto della vicinitas” si legge nell'ordinanza. Ma non finisce qui perché secondo il Tar non è possibile neppure imporre uno stop alle ruspe: “E' comprovato in atti l’avanzato stato dei lavori, essendo stati completati sia lo sbancamento dei terreni che l’espiantazione delle essenze arboree”. Gli alberi sono stati tagliati, si argomenta, e quindi non si può più fare nulla. La terza e ultima motivazione si basa invece sullo scarso convincimento maturato dai giudici sull'intera questione: non c'è un “adeguato fumus bonis iuris”, a loro dire, e il ricorso non ha ragione d'essere.
I MOTIVI DEL ROCORSO - Di tutt'altra idea i cittadini dei comitati, che nel ricorso contestavano ben quattro illeciti. La prima: la violazione del regolamento sulla partecipazione dei cittadini alla trasformazione urbana. “I cittadini con abitazioni che si affacciano sull'area hanno appreso dell'inizio dei lavori solo dopo l'affissione del cartello”, adducono i ricorrenti. Nessuno li ha interpellati, così come risulta mancante il nulla osta del ministero dei Beni Culturali, che ha l'obbligo di intervenire in casi come questi, insieme anche al parere del Consiglio della circoscrizione competente, come informa Annunziata, e come chiedono i ricorrenti nelle motivazioni. Infine si soprassiede all'obbligo di “conservazione  degli impianti arborei”, citato nelle norme di attuazione del Piano paesistico e territoriale del Lazio. In sostanza una irregolarità dietro l'altra di fronte a cui il Tar ha fatto orecchie da mercante.
“Si capisce che sono tutte scuse per non entrare nel merito” ribadisce Annunziata, che si dice sicuro che la costruzione del palazzetto non verrà ultimata. "Si tratta di un trucco, una magagna - spiega - non ne abbiamo le prove ma farà probabilmente la fine di uno dei punti verdi qualità. Funziona così, si prendono i finanziamenti e poi si desiste”. Secondo Annunziata infatti il progetto non sta in piedi dal punto di vista economico, al netto del finanziamento pubblico (che è peraltro a fondo perduto). “Nel progetto del palazzetto si parla di 4mila iscritti, ma di questi tempi è davvero impossibile raggiungerli, considerato anche la fine che stanno facendo gli altri impianti sportivi della zona”. Se la previsione di Annunziata si avverasse si aggiungerebbe un altro scandalo allo scempio del Parco di Colli d'Oro.
 Ilaria Mariotti

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