Retromarcia del Comune sui punti verde qualità
Dopo l'inchiesta della primavera scorsa i gestori morosi hanno continuato l'attività
Dieci indagati, quattro arresti (dei quali due funzionari capitolini) e una commissione d'inchiesta interna.
Sono queste le ultime eclatanti notizie sui
Punti verde Qualità. E risalgono alla primavera scorsa, a seguito di
alcune denunce. I Punti Verdi Qualità rientrano in un progetto di decoro
urbano del 1995, prevede in sostanza l'affidamento della cura di una
quindicina di aree (su 63 inizialmente individuate) a gestori privati
che in cambio della realizzazione di centri ludici o sportivi, in alcuni
casi di vere e proprie spa, avrebbero dovuto mantenere le aree verdi.
Peccato però che la concessione, valida 33 anni, facesse del Comune di
Roma il fidejussore presso due istituti bancari fino al 95%. Questo
significa, anzi è significato, creare un bancomat senza fine. Nel corso
dell'inchiesta emerse un'esposizione bancaria del Campidoglio di circa
400 milioni di euro. Del resto per il gestore di un Punto verde Qualità
bastava chiedere un mutuo o un prestito che veniva erogato dalla banca
grazie alla garanzia comunale. Le morosità sono così cresciute a
dismisura. Un'anomalia già nota al Campidoglio, tant'è che nell'estate
del 2011 l'assessore all'Ambiente Visconti, da poco insediato firmò la
revoca di diverse gestioni. Ma cosa è accaduto sinora? Poco. Di certo
c'è che almeno fino a due mesi fa nei due casi più eclatanti, quelli che
riguardano il Punto Verde Qualità Tiburtino Sud affidato alla società
polisportiva Perconti srl e quello di Prati Verdi Bufalotta gestito
dalla Maximo Soc. Coop. Sportiva, (il primo costato al Comune, in
ragione della garanzia fidejussoria circa 2 milioni di euro e il secondo
oltre 9) hanno continuato nella loro attività. A dirlo una delibera di
giunta del 4 ottobre: «I concessionari hanno proseguito nell'attività di
gestione del centro sportivo introidando, tra l'altro, le quote degli
iscritti alle pratiche sportive che ivi praticano, nonché i proventi
delle varie attività concesse in gestione a soggetti terzi». Una
delibera particolare, quella varata dalla giunta Alemanno un mese fa.
L'atto infatti è stato necessario per revocare l'affidamento a Risorse
per Roma dei Punti Verde Qualità, varato a luglio ma subito respinto al
mittente dalla municipalizzata. Per questo, e soprattutto per evitare
che nei due casi citati dalla delibera stessa, i gestori morosi
continuassero a percepire introiti, la giunta è stata in qualche modo
costretta a fare un passo indietro, annullando la delibera di luglio e
affidando la gestione diretta del Comune, in particolare del
dipartimento Risorse Umane. La gestione diretta tuttavia viene sancita
solo per Prati Verdi della Bufalotta, quì infatti la società Maximo ha
comunicato la formale cessazione attività. I dipendenti e i
collaboratori del centro tuttavia hanno preso in autogestione la
struttura, riaprendola al pubblico dopo la pausa estiva. Non viene
citato l'altro punto verde pure oggetto della delibera, mentre si
evidenzia l'urgenza di indire un nuovo bando per la gestione di tutti i
Punti Verde Qualità. «Questa delibera, così come la curiosa idea priva
di fondamento legale di dare in gestione i Punti Verde Qualità a Risorse
per Roma, è l'ennesima conferma di un'amministrazione allo sbando -
denuncia il vicepresidente dell'Assemblea capitolina, Mirko Coratti -
chi sta gestendo il Punto Verde del Tiburtino? e gli altri PVQ morosi?
Il sindaco dovrebbe rispondere a queste e ad altre domande, come ad
esempio tempistica e modalità della nuova procedura di gara e se sono
previste garanzie per i dipendenti. Ci sono ancora troppi dubbi sulla
trasparenza e sulla lucidità di una maggioranza politica e
amministrativa alla quale non resta che compiere continui passi del
gambero su scelte sbagliate, come quella dell'affidamento a RpR, creando
un'insana confusione e perpetuando danni alle casse cittadine».
Nessun commento:
Posta un commento