lunedì 5 novembre 2012

Il Tempo 5/11/2012 -Retromarcia del Comune sui punti verde qualità


Retromarcia del Comune sui punti verde qualità
Dopo l'inchiesta della primavera scorsa i gestori morosi hanno continuato l'attività


Dieci indagati, quattro arresti (dei quali due funzionari capitolini) e una commissione d'inchiesta interna.


Sono queste le ultime eclatanti notizie sui Punti verde Qualità. E risalgono alla primavera scorsa, a seguito di alcune denunce. I Punti Verdi Qualità rientrano in un progetto di decoro urbano del 1995, prevede in sostanza l'affidamento della cura di una quindicina di aree (su 63 inizialmente individuate) a gestori privati che in cambio della realizzazione di centri ludici o sportivi, in alcuni casi di vere e proprie spa, avrebbero dovuto mantenere le aree verdi. Peccato però che la concessione, valida 33 anni, facesse del Comune di Roma il fidejussore presso due istituti bancari fino al 95%. Questo significa, anzi è significato, creare un bancomat senza fine. Nel corso dell'inchiesta emerse un'esposizione bancaria del Campidoglio di circa 400 milioni di euro. Del resto per il gestore di un Punto verde Qualità bastava chiedere un mutuo o un prestito che veniva erogato dalla banca grazie alla garanzia comunale. Le morosità sono così cresciute a dismisura. Un'anomalia già nota al Campidoglio, tant'è che nell'estate del 2011 l'assessore all'Ambiente Visconti, da poco insediato firmò la revoca di diverse gestioni. Ma cosa è accaduto sinora? Poco. Di certo c'è che almeno fino a due mesi fa nei due casi più eclatanti, quelli che riguardano il Punto Verde Qualità Tiburtino Sud affidato alla società polisportiva Perconti srl e quello di Prati Verdi Bufalotta gestito dalla Maximo Soc. Coop. Sportiva, (il primo costato al Comune, in ragione della garanzia fidejussoria circa 2 milioni di euro e il secondo oltre 9) hanno continuato nella loro attività. A dirlo una delibera di giunta del 4 ottobre: «I concessionari hanno proseguito nell'attività di gestione del centro sportivo introidando, tra l'altro, le quote degli iscritti alle pratiche sportive che ivi praticano, nonché i proventi delle varie attività concesse in gestione a soggetti terzi». Una delibera particolare, quella varata dalla giunta Alemanno un mese fa. L'atto infatti è stato necessario per revocare l'affidamento a Risorse per Roma dei Punti Verde Qualità, varato a luglio ma subito respinto al mittente dalla municipalizzata. Per questo, e soprattutto per evitare che nei due casi citati dalla delibera stessa, i gestori morosi continuassero a percepire introiti, la giunta è stata in qualche modo costretta a fare un passo indietro, annullando la delibera di luglio e affidando la gestione diretta del Comune, in particolare del dipartimento Risorse Umane. La gestione diretta tuttavia viene sancita solo per Prati Verdi della Bufalotta, quì infatti la società Maximo ha comunicato la formale cessazione attività. I dipendenti e i collaboratori del centro tuttavia hanno preso in autogestione la struttura, riaprendola al pubblico dopo la pausa estiva. Non viene citato l'altro punto verde pure oggetto della delibera, mentre si evidenzia l'urgenza di indire un nuovo bando per la gestione di tutti i Punti Verde Qualità. «Questa delibera, così come la curiosa idea priva di fondamento legale di dare in gestione i Punti Verde Qualità a Risorse per Roma, è l'ennesima conferma di un'amministrazione allo sbando - denuncia il vicepresidente dell'Assemblea capitolina, Mirko Coratti - chi sta gestendo il Punto Verde del Tiburtino? e gli altri PVQ morosi? Il sindaco dovrebbe rispondere a queste e ad altre domande, come ad esempio tempistica e modalità della nuova procedura di gara e se sono previste garanzie per i dipendenti. Ci sono ancora troppi dubbi sulla trasparenza e sulla lucidità di una maggioranza politica e amministrativa alla quale non resta che compiere continui passi del gambero su scelte sbagliate, come quella dell'affidamento a RpR, creando un'insana confusione e perpetuando danni alle casse cittadine».

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