Tangenti “punti verdi”: Bmw all'impiegato
che aprì la strada alle mazzette
Il memoriale di Bernardini che spiega la grande
truffa sui finanziamenti del Comune
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di Valentina Errante
ROMA - «Al Dipartimento, Massimo Dolce conosce un dipendente, Alessandro Del Messier, il quale a fronte di qualche regalino e di una Bmw 320 (...) ci spiegava com’era il finanziamento dei Punti Verde e la grande fortuna che avevamo a entrare in possesso di uno di questi». Il capo dell’ufficio era un architetto, Stefano Volpe, persona all’apparenza integerrima la cui funzione era quella di approvare i progetti e soprattutto autorizzare cosa potervici realizzare sopra (...) Massimo Dolce capisce subito che Stefano Volpe può essere la chiave di molte cose. Se lo porta in barca al Circeo, gli fa regali, tra i quali una Land Rover, e poi bonifici o assegni circolari tutti da cinquemila euro, intestati a suo nome o a quello della compagna e collega, l’architetto Anna Maria Parisi e poi praticamente gli fa credere di essere nostro socio.
L’escamotage. Quindi ecco l'affare: Punti Verde vinti da soggetti non più esistenti che possono venir acquisiti. Come? Stefano di indica tre realtà: Parco Pino Lecce, Parco Casa Calda e Parco Torrevecchia. Tutto questo aveva la necessità di essere autorizzato dal Comune».
Mazzette mensili. «Ed ecco una nuova trovata di Massimo: il nuovo direttore del X° dipartimento è tale Paolo Giuntarelli, ex conoscenza di Massimo ai tempi della Dc e persona disponibile. Fissati i prezzi per le firme delle determinazioni dirigenziali, andavamo nello studio dell’avvocato Vincenzo Carosi dove lasciamo la busta con i contanti, 5-10mila euro. E subito dopo Giuntarelli ci autorizzava il cambio delle società vincitrici del bando. Eccoci quindi con quattro punti verdi. Un bel risultato. Ma Stefano ingolosito dai suoi nuovi soci ci propone allora l’assegnazione diretta di beni del comune di Roma in carico al X° dipartimento che avremmo potuto acquisire con la stessa modalità grazie all’utilizzo della già citata cooperativa Millenium. Questa cooperativa l’abbiamo sfilata ad un certo Magnolfi. Le cose andavano bene però il nostro tenore di vita e le continue richieste economiche di Stefano Volpe ci creavano costi mensili elevati. A quel punto a Massimo viene un’idea, contattare l’ingegner Fabrizio Moro, già proprietario di cinque Punti Verde e sempre pronto a qualche buon affare. Nasce subito una proficua collaborazione tanto che ad Aprile 2010 il punto verde Pino Lecce viene ceduto per 230mila euro».
Spunta Mokbel. «Conosciamo a questo punto Giulio Scarrozza direttore dei Punti Verde di Moro e proprietario di due Punti Verde. Scarrozza è a corto di soldi anche per problemi giudiziari che coinvolgono suo cognato Gennaro Mokbel cosa che spinge Massimo ad approfittare della situazione e proporre l’acquisto di parco Forte Ardeatino (...). Con la nostra esperienza triennale all’estero di società indebitate fino al collo decidiamo con Massimo di creare dei fondi esteri che ci permettano di fare operazioni in Italia direttamente dall’estero (...) Costituiamo una società italiana denominata Tecma Italia di proprietà al 90% della Tecma Ltd inglese e al 10% dell’architetto Annunziato Seminara (...)».
La montagna di soldi. «Ora siamo veramente pronti a condurre il gioco per mettere le mani su questa montagna di soldi, ma purtroppo il tenore di vita e le mazzette mensili ci hanno ormai ridotto sul lastrico, in più si avvicina Natale 2010 ed è tempo di regali. Finalmente i primi di aprile 2011 arrivano i soldi, vado in banca con Claudio nella vesta di collaboratore della Maspen Center sport e formalizziamo l’atto di mutuo. Il risultato era ormai raggiunto e nessuno mai ci avrebbe piu potuto fermare. Finalmente eravamo diventati ricchi. Massimo si esalta, inizia a pensare in grande e come prima cosa mi convince a creargli la documentazione necessaria per l’acquisto di una barca, si invaghisce di una fly di 24 metri dal costo proibitivo di 950mila euro, che lui dice essere necessaria per rappresentanza».
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