Aree verdi, testimone minacciato
per far ritirare le denunce
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Il punto verde della Camilluccia
di Massimo Martinelli
Aveva amici pericolosi, il predone dei Punti verde Qualità. E li faceva entrare in azione quando c’era da ammorbidire qualcuno, e non bastavano le Bmw o le vacanze in barca e in Costa Smeralda.
Accadeva di rado, ma è successo: Massimo Dolce, il deus ex machina della grande truffa delle aree verdi del Comune, passava la mano a Sandro R., classe 1960, con un passato da latitante e numerosi precedenti penali di tutto rispetto per furto e sfruttamento della prostituzione.
L’ultima volta che Massimo Dolce ha chiesto la «collaborazione» di Sandrone è stato poco più di un mese fa, il 7 febbraio scorso, quando probabilmente la procura di Roma aveva già chiesto l’arresto per lo stesso Dolce, per Marco Bernardini e per la coppia diabolica Stefano Volpe e Annamaria Parisi, i dirigenti comunali che, almeno secondo l’accusa, si erano fatti corrompere per favorire le spregiudicate operazioni di Dolce e Bernardini. L’incarico riguardava ancora una volta il nemico numero uno di Dolce, quel Franco Cerqueti, di professione imprenditore, che aveva intuito la portata criminale del sodalizio e ne aveva denunciato le gesta alla magistratura. Già nell’ordinanza di arresto di Dolce e Bernardini è annotato il tentativo di far ritirare le denunce a Cerqueti, attraverso un certo Fabrizio che non è mai stato identificato.
Quel Fabrizio, però, era diplomatico. Forse troppo, per le esigenze di Dolce. E infatti non aveva ottenuto nulla: Cerqueti non aveva ritirato le sue denunce e, soprattutto, aveva messo in allarme con una email il colosso inglese della Virgin, al quale Dolce e Bernardini si preparavano a rifilare un «pacco» clamoroso: la gestione di centro sportivo polifunzionale nel Punto Verde di Spinaceto che esisteva solo sulla carta, nonostante il Comune di Roma ne avesse già pagato in larga parte la costruzione.
Quando se ne accorse, Dolce andò su tutte le furie e decise di chiamare il suo sicario, come risulta da questa informativa della Guardia di Finanza depositata in Procura, che è agli atti dell’inchiesta: «Si da atto che in data 07.02.2012 alle ore 17.00 circa, ricevevo all'utenza del Reparto una telefonata da parte di Cerqueti Franco il quale riferiva di essere stato contatto sul suo telefono cellulare da tale Sandro R. tramite l'utenza cellulare 345-XXXX. Il Cerqueti riferiva che il predetto Sandro R., qualificandosi come il nuovo socio di Dolce Massimo, nel corso della telefonata gli rappresentava che era suo interesse chiarire la vicenda e sopraggiungere ad un accordo affinché ritirasse le querele a suo tempo presentate. Nel merito il Cerqueti mi informava che non era sua intenzione ritirare le sue denunce né di incontrare il suddetto personaggio. Per quanto riguarda i fatti descritti ho consigliato al Cerqueti di evitare un possibile incontro considerando che questo poteva anche rivelarsi pericoloso per la sua incolumità.
Al fine di verificare quanto riferito dal Cerqueti è stata acquisita l'anagrafica Vodafone dell'utenza 345.XX che è risultata effettivamente intestata a Sandro R., nato a Roma nel 1960, e dai successivi accertamenti eseguiti alla banca dati è emerso che il citato Sandro R. è gravato di numerosi precedenti penali per reati quali associazione per delinquere, sfruttamento della prostituzione, resistenza, furto, falso e altri reati». Dagli archivi delle Fiamme Gialle erano venuti fuori alcuni precedenti inquietanti sul presunto «socio» di Dolce. A cominciare dalla grande retata del ’97, che portò in carcere quasi tutta la sua famiglia, padre compreso, per un giro di prostituzione in grande stile organizzato all’ombra di quattro centri estetici della capitale che furono sequestrati. E per finire al suo ultimo arresto, nel 2000, in una località di villeggiatura sul litorale romano, avvenuto dopo una rocambolesca fuga in motocicletta.
Eppure, solo un mese fa, Sandro R. era ancora in circolazione e si spacciava per socio di Massimo Dolce. Soprattutto, dopo quella prima telefonata a Franco Cerqueti non pensò minimamente di mollare il colpo. Come testimonia quest’altra informativa della Finanza inviata in procura solo lo scorso 14 febbraio: «In data 13.02.2012, alle ore 17.00 circa, il Cerqueti mi telefonava all'utenza del Reparto riferendomi che il predetto Sandro R. si era recato presso la sua abitazione. Più precisamente il suddetto personaggio aveva citofonato all'interno del Cerqueti che, non rispondendo, si era affacciato alla finestra e la persona che a suo dire era il Sandro R. gli si rivolgeva chiedendo informazioni sulle sue generalità. A questa domanda il Cerqueti forniva una risposta negativa e il soggetto si allontanava». Solo un mese dopo, con l’arresto della cricca dei Punti Verde, Cerqueti ha potuto ricominciare a circolare liberamente.
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