venerdì 30 marzo 2012

REPUBBLICA 29/3/2012 - "Taglieggiato per anni da Volpe lasciavo i soldi sulla sua scrivania"

IL CASO
"Taglieggiato per anni da Volpe
lasciavo i soldi sulla sua scrivania"
Lo sfogo del titolare di un'area: in Comune bloccavano ogni mio lavoro. "C'è chi, per fargli chiudere gli occhi su un maxi abuso, arredò la cameretta del figlio"
di CORRADO ZUNINO

"Taglieggiato per anni da Volpe lasciavo i soldi sulla sua scrivania"

Si siede sull'unica panchina all'ombra, attorno i ventun ettari di prato del suo Punto verde: s'allarga nella parte orientale di Roma, non se ne vede la fine. Lui alza lo sguardo e inizia a raccontare. Si libera. "Il responsabile del progetto Punti verde qualità, Stefano Volpe, mi ha taglieggiato per quattro anni. Io contestavo i metodi delle sue assegnazioni e lui metteva la mia pratica in fondo. Ho aperto questa struttura nel 2004, l'ho completata nel 2010 e ad ogni sal, lo stato di avanzamento dei lavori, arrivava la commissione di controllo del Comune e bloccava tutto. "Ci sono quattro panchine ancora da impiantare e gli alberi hanno una circonferenza di 25 centimetri, troppo giovani. Il fusto deve essere almeno trenta. Ma come, ho ventun ettari e mi contesti quattro panchine? Scuse, ostacoli. Per costringermi a pagare".

L'imprenditore sportivo chiede di non essere citato, ha in piedi querele, contese civili. "Comunque ho deciso, vado dal magistrato". Ogni sua rivelazione è accompagnata da una data, una testimonianza, un riscontro. "Quell'uomo, Stefano Volpe, il dirigente dell'assessorato Ambiente ora in carcere con la compagna, mi ha lasciato in piedi notti intere con il pensiero che la mia struttura sarebbe fallita, che mi avrebbe fatto fallire". C'è andato vicino.

"Lo conosco da una vita. È un funzionario
fiscale, al limite dell'ottusità. Preparato sul piano tecnico. Scrive lui i capitolati e i bandi dei Punti verde. Governa un ufficio con trenta persone che faticano a scrivere una lettera senza errori. Volpe è l'unico dirigente con la porta blindata, solo che ha dato le sue chiavi a Fabrizio Moro, l'ex socio di Antonio Lucarelli. Anche Moro, imprenditore scafato, aveva una scrivania all'interno dell'assessorato Ambiente". In assessorato, e in particolare ai Punti verdi, da tempo si viaggiava a colpi di favori: Stefano Volpe si è distinto presto per la voracità. "Il vecchio dirigente, Mastrangelo, un giorno mi rivelò: "Oggi si è preso un assegno da 20 mila euro e l'ha depositato sul conto del fratello".

Allora Volpe era ancora il numero due". Notizie dirette, vissute? "Nel 2008 mi sono piegato. L'uomo mi strangolava con la commissione controllo, roba sua. Prima di partire in missione passavano dal dirigente e lui dava le indicazioni: "Questo lo menate, questo lo salvate... Io, etichettato come di sinistra e rompicoglioni, ero costantemente sotto scacco. Mi sono fatto forza, allora. Dovevo salvare la struttura e la mia famiglia. Ho messo duemila euro in una busta e ho raggiunto Circonvallazione Ostiense. Sono entrato dal dirigente Pvq, Stefano Volpe, e, senza parole, ho lasciato la busta sulla scrivania. Me ne sono andato con una rabbia vergognosa dentro. Avevo tradito gli insegnamenti di mio padre: ""Se lo fai una volta non ti molleranno più". Non mi ha più mollato".

Dopo la prima dazione l'imprenditore di Roma Est torna a respirare. Sei mesi, non di più. "La seconda volta è venuto lui al mio centro sportivo, senza timori. È entrato in segreteria, si è preso altri duemila euro. Le intercettazioni descrivono bene Volpe: si vende per due spicci. Ricordo quando mi martellò perché in ufficio non gli funzionava il computer. Gli ho dovuto regalare pc e stampante. Un ristoratore, per fargli chiudere gli occhi su un abuso enorme, arredò la cameretta del figlio con un impianto stereo da discoteca". Lui, concessionario del punto verde di Roma Est, ha sopportato la visita del funzionario Volpe nella casa al mare, in Sardegna. Senza invito. "Due settimane alloggio e vitto, una tangente in natura".

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