venerdì 30 marzo 2012

REPUBBLICA 29/3/2012 -Punti verdi, appalti senza gara

Punti verdi, appalti senza gara
Sotto inchiesta altri funzionari
Pressing al telefono alla Belviso. "Vedo che posso fare". La bufera dopo gli arresti. L'inchiesta promette nuovi scenari e nuovi protagonisti
di MARIA ELENA VINCENZI

L'inchiesta sui punti verde qualità non si ferma. Anzi, promette nuovi scenari e nuovi protagonisti. Altre aree, altri imprenditori, altri funzionari comunali in odore di corruzione. È chiaro il gip nell'ordinanza con cui martedì ha disposto gli arresti per due architetti del Campidoglio e due imprenditori che avevano in gestione alcuni pvq, aree che l'amministrazione ha dato in gestione a privati per riqualificare il verde pubblico.

Di spunti ce ne sono parecchi. A partire dalle aree finite nel mirino dei procuratori aggiunti Alberto Caperna e Nello Rossi e dei sostituti Francesco Minisci, Giorgio Orano e Alberto Pioletti e dei finanzieri del I gruppo di Roma e del nucleo di polizia tributaria: molte di più rispetto alle tre per cui sono state disposte le misure (
Tor Sapienza, Feronia e Spinaceto). I due imprenditori arrestati Marco Bernardini e Massimo Dolce, avevano le mani in pasta anche altrove. In una intercettazione telefonica del 7 dicembre scorso, Dolce parla con Stefano Volpe (architetto responsabile dei punti verde finito in manette) e lascia intendere, sottolinea il gip Nicotra,"che truffe e fenomeni corruttivi sono stati commessi e sono in atto anche con riferimento alla realizzazione di altri pvq, in particolare parco Feronia e parco Kolbe".

LA SCHEDA I Punti verde qualità nati per riqualificare le periferie

Non sono i soli: l'ordinanza parla anche di Pino Lecce e Casa Calda (venduti da Dolce a Fabrizio Moro), di Torrevecchia e di Forte Ardeatino.
Insomma il sospetto è che siano diverse le aree che hanno qualcosa che non va. E certo non poteva essere tutto nelle mani di Volpe e della sua compagna Anna Maria Parisi (ai domiciliari). Non a caso l'ordinanza cita anche altri dipendenti comunali. In particolare l'ex capo del dipartimento Ambiente Paolo Giuntarelli (di cui Volpe diceva: "è un amico") e Carlo Sigilò (che riceve un assegno dai due imprenditori e "il cui ruolo, sottolinea il gip, deva ancora essere chiarito").

Resta da spiegare, poi, la telefonata che Dolce fa al vicesindaco Sveva Belviso per cercare di sbloccare un pagamento. È il 14 dicembre scorso. L'imprenditore chiede un aiuto e il numero due del Campidoglio risponde: "Non so perché è stato bloccato, ora provo a informarmi". E, stando alla ricostruzione del gip, a informarsi è l'assessore all'Ambiente Visconti che, qualche ora dopo, informa che il pagamento ha avuto il nulla osta.

Sotto accusa anche le modalità di rilascio delle concessioni che, secondo il gip, "presentano non poche anomalie". Per il pvq di Spinaceto, si legge, "bisognerebbe anche chiarire se ci sia stata una regolare gara pubblica. Dai riscontri probatori risulta che l'attuale concessionaria Maspen Center Sport srl è un soggetto giuridico che non ha partecipato ad alcuna gara, che non è mai stato selezionato e nemmeno valutato per le sue caratteristiche produttive e patrimoniali: una scatola vuota amministrata da un prestanome (Claudio Testi), gestita da Dolce e Bernardini, e dei cui debiti il Comune è reso fideiussore fino a 15.972.000 euro".

(29 marzo 2012)

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