domenica 12 marzo 2017

PERCHÉ GLI SFRATTI ALLE ASSOCIAZIONI SONO INGIUSTI E FANNO MALE ALLA CITTÀ......LETTERA ALLA POLITICA E ALL’AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA

LETTERA ALLA POLITICA  E  ALL’AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA
 La gestione e gli eventi che si stanno addensando sulla questione dei cosiddetti sfratti nei riguardi di Associazioni di Volontariato, ONLUS, Centri Culturali, Comitati di Cittadini, Associazioni di Promozione Sociale ed altro – cioè del tessuto vivo delle relazioni urbane e della capacità di dispiegare socialità, coinvolgimento e progettualità, quindi del sale della terra sociale ove ci si riconosce e ci accoglie anche nelle profonde differenze – racconta di due grandi assenti:
·         La Politica che sfugge alle sue responsabilità quale tribuna delle idee, del confronto e per logica deduzione, all’interno del percorso democratico, delle scelte. L’astensione della Politica su questo tema specifico non è purtroppo il solo e, forse, neppure il più importante, visti i problemi strutturali del funzionamento della macchina pubblica o dell’indirizzo generale da prendere rispetto a cambiamenti continentali che rischiano di farci risultare marginali. Ma, come spesso accade, è il dettaglio che ci ferisce più del vasto dramma, il piccolo, il minuto, che ci avvicina alla realtà.
In questo caso la realtà è interpretata dal bene pubblico, da un bene cioè indivisibile che per sua natura può ospitare azioni e proposte di interesse generale, attraverso un Valore Sociale espresso.
Colpire con azioni inutilmente arroganti nei confronti delle numerose di Scuole di Musica presenti a Roma, in un Paese in cui l’educazione musicale è fuori misura rispetto agli indici europei e bisogna andare a cercare nei Paesi poveri per trovare un confronto possibile, prima che sciocco è inutile.
Cosa se ne può ricavare? Nulla, se non l’abbandono.
E cosa dire dei di Teatri di Cintura, dei Centri e delle Associazioni, veri Presidi socio-culturali, che si “sbattono” tutti i giorni nelle Periferie per animare la partecipazione culturale, educando alle emozioni, animando le strade incerte e poco illuminate della nostra Città?
E cosa dire, di chi in silenzio si occupa degli altri in difficoltà, spesso ascolta solo, senza avere una soluzione, spesso cerca la soluzione in una rete di passaparola informale?
Non assumendo la responsabilità di proporre ed adottare le Regole per i Beni Pubblici e gli strumenti per farle rispettare la Politica, manca al suo dovere massimo, manca alla qualità di Governo in un silenzio assordante, senza capacità di ricordare il passato, senza gestire il presente, senza immaginare il futuro.
Non possiamo rassegnarci a questa inerzia. Non possiamo assistere al fenomeno tutto italiano della mancanza di regole, in cui i migliori sono confusi con i peggiori, e i furbi vincono depredando un bene comune.

·         La Pubblica Amministrazione che abbandona l’onore del suo ruolo, l’essere terzo e garante di fronte al Cittadino, attraverso regole certe e chiare e comportamenti trasparenti.
Una P.A. ridotta a scribacchino non ci appartiene né come cultura né come qualità amministrativa e giuridica. Essere imparziale è il risultato di un enorme sforzo di conoscenza e di controllo e non possiamo abbandonarlo all’editto del momento, alla moda comunicativa, ai desiderata dei Politici di turno. Una Organizzazione Pubblica che interpreta l’Interesse pubblico è naturalmente un fondista, si vede sul lungo periodo, non pende dalle labbra di nessuno, è forte del suo ruolo e cerca la strada corretta per mettere a confronto la realtà complessa del quotidiano con le esigenze diffuse e l’utilizzo delle risorse disponibili attraverso il filtro del massimo Vantaggio Sociale possibile.
 Di fronte al silenzio imperante dei due soggetti richiamati, i Cittadini Attivi si riprendono il loro protagonismo, affrontando la complessità degli strumenti e assumendo la responsabilità di rappresentare l’Interesse Generale, attraverso il contrasto alle deformazioni, che generano più danno che vantaggio,  portando alla discussione proposte e comportamenti per chiarire le regole e liberare il campo da furbizie e ipocrisie.
La passione Politica ci spinge ad agire per costruire una libertà consapevole quale motore della cittadinanza.
 Ci aspettiamo che le Istituzioni elettive si riprendano la loro smarrita capacità decisionale e si assumano le responsabilità che trova le sue radici democratiche sul mandato che hanno ricevuto dagli elettori.
La Politica autosospesasi e relegata in panchina a bordo campo deve entrare in partita.
Ci aspettiamo fatti a cui daremo, se condivisi, il nostro sostegno.



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