LETTERA
ALLA POLITICA E ALL’AMMINISTRAZIONE CAPITOLINA
La
gestione e gli eventi che si stanno addensando sulla questione dei cosiddetti
sfratti nei riguardi di Associazioni di Volontariato, ONLUS, Centri Culturali,
Comitati di Cittadini, Associazioni di Promozione Sociale ed altro – cioè del
tessuto vivo delle relazioni urbane e della capacità di dispiegare socialità,
coinvolgimento e progettualità, quindi del sale della terra sociale ove ci si
riconosce e ci accoglie anche nelle profonde differenze – racconta di due
grandi assenti:
·
La Politica che sfugge
alle sue responsabilità quale tribuna
delle idee, del confronto e per logica deduzione, all’interno del percorso
democratico, delle scelte. L’astensione della Politica su questo tema specifico
non è purtroppo il solo e, forse, neppure il più importante, visti i problemi
strutturali del funzionamento della macchina pubblica o dell’indirizzo generale
da prendere rispetto a cambiamenti continentali che rischiano di farci
risultare marginali. Ma, come spesso accade, è il dettaglio che ci ferisce più
del vasto dramma, il piccolo, il minuto, che ci avvicina alla realtà.
In questo caso la realtà è interpretata dal bene
pubblico, da un bene cioè indivisibile che per sua natura può ospitare azioni e
proposte di interesse generale, attraverso un Valore Sociale espresso.
Colpire con azioni inutilmente arroganti nei confronti
delle numerose di Scuole di Musica presenti a Roma, in un Paese in cui
l’educazione musicale è fuori misura rispetto agli indici europei e bisogna
andare a cercare nei Paesi poveri per trovare un confronto possibile, prima che
sciocco è inutile.
Cosa se ne può ricavare? Nulla, se non l’abbandono.
E cosa dire dei di Teatri di Cintura, dei Centri e
delle Associazioni, veri Presidi socio-culturali, che si “sbattono” tutti i
giorni nelle Periferie per animare la partecipazione culturale, educando alle
emozioni, animando le strade incerte e poco illuminate della nostra Città?
E cosa dire, di chi in silenzio si occupa degli altri
in difficoltà, spesso ascolta solo, senza avere una soluzione, spesso cerca la
soluzione in una rete di passaparola informale?
Non assumendo la responsabilità di proporre ed
adottare le Regole per i Beni Pubblici e gli strumenti per farle rispettare la
Politica, manca al suo dovere massimo, manca alla qualità di Governo in un
silenzio assordante, senza capacità di ricordare il passato, senza gestire il
presente, senza immaginare il futuro.
Non possiamo rassegnarci a questa inerzia. Non
possiamo assistere al fenomeno tutto italiano della mancanza di regole, in cui
i migliori sono confusi con i peggiori, e i furbi vincono depredando un bene
comune.
·
La Pubblica
Amministrazione che abbandona l’onore del suo ruolo, l’essere terzo e garante di fronte al Cittadino,
attraverso regole certe e chiare e comportamenti trasparenti.
Una P.A. ridotta a scribacchino non ci appartiene né
come cultura né come qualità amministrativa e giuridica. Essere imparziale è il
risultato di un enorme sforzo di conoscenza e di controllo e non possiamo
abbandonarlo all’editto del momento, alla moda comunicativa, ai desiderata dei
Politici di turno. Una Organizzazione Pubblica che interpreta l’Interesse
pubblico è naturalmente un fondista, si vede sul lungo periodo, non pende dalle
labbra di nessuno, è forte del suo ruolo e cerca la strada corretta per mettere
a confronto la realtà complessa del quotidiano con le esigenze diffuse e
l’utilizzo delle risorse disponibili attraverso il filtro del massimo Vantaggio
Sociale possibile.
Di fronte al silenzio imperante dei due
soggetti richiamati, i Cittadini Attivi si riprendono il loro protagonismo,
affrontando la complessità degli strumenti e assumendo la responsabilità di
rappresentare l’Interesse Generale, attraverso il contrasto alle deformazioni,
che generano più danno che vantaggio, portando alla discussione proposte
e comportamenti per chiarire le regole e liberare il campo da furbizie e
ipocrisie.
La passione Politica ci spinge ad agire per costruire
una libertà consapevole quale motore della cittadinanza.
Ci aspettiamo che le Istituzioni elettive si
riprendano la loro smarrita capacità decisionale e si assumano le
responsabilità che trova le sue radici democratiche sul mandato che hanno
ricevuto dagli elettori.
La Politica autosospesasi e relegata in panchina a
bordo campo deve entrare in partita.
Ci aspettiamo fatti a cui daremo, se condivisi, il
nostro sostegno.
Nessun commento:
Posta un commento