venerdì 30 settembre 2016

Un pò di storia....per chi non vuole leggere e continua a dire parole a vanvera....

La S.S.D. POLISPORTIVA CIABOCCO Andrea s.r.l. ha più volte ma sempre inutilmente sollecitato la revisione della convenzione – concessione al fine di poter ristabilire l’equilibrio economico finanziario degli investimenti e della connessa gestione economica del Punto Verde Qualità Madonnetta e ciò nonostante che con la sentenza n. 3817/2014 il Tribunale Amministrativo del Lazio – II^ sezione abbia affermato l’esistenza in capo alla società concessionaria del diritto soggettivo ad ottenere la revisione del piano economico - finanziario a seguito di variazioni apportate ai presupposti del contratto dalla concedente Roma Capitale o, comunque, alla stessa non imputabili.
Le difficoltà finanziarie originate dalla consistente riduzione dei ricavi come sopra descritta hanno avuto come conseguenza immediata l’impossibilità per la POLISPORTIVA CIABOCCO di far fronte ai propri impegni con gli Istituti di credito cosicché con lettera prot. n. LV/660 in data 02.3.2015 l'Ufficio Punti Verdi Qualità diffidava la società concessionaria al pagamento di € 1.133.267,04 e comunicava l’avvio del procedimento di revoca – decadenza.
Nonostante la società concessionaria avesse provveduto in data 23 aprile 2015 a formulare le proprie osservazioni, con provvedimento dirigenziale n. 55 in data 25 maggio 2015 Roma Capitale determinava la decadenza – revoca della concessione e risoluzione, con effetto immediato della convenzione – concessione sottoscritta il 28 dicembre 2001.

Avverso tale determinazione, la Polisportiva Ciabocco Andrea ha proposto ricorso avanti il TAR del Lazio (R.G. 10209/2015) chiedendo, previa sospensiva, l'annullamento della Determinazione di revoca ritenendola illegittima sotto diversi profili: il mancato passaggio alla c.d. “seconda convenzione”, la mancata restituzione del fondo di garanzia, lo svincolo della polizza fideiussoria, l’autofinanziamento oltre il 10%, la mancata restituzione dei titoli a garanzia, la mancata convocazione della Commissione di vigilanza, la mancata revisione del “PEF” – Piano Economico Finanziario, il superamento del tasso di soglia del mutuo con l’I.C.S.
.......Prima ancora della discussione della richiesta sospensiva, con nota in data 24.09.2015, ed anche rispondendo alle sollecitazioni di autorevoli esponenti dell’Amministrazione Capitolina, l’esponente ha inoltrato all’Ufficio Punti Verde di Roma Capitale un “Piano Economico Finanziario”, ritenendo che ciò rispondesse all’esigenza della pubblica amministrazione di vedere proseguire la gestione del Punto Verde in una condizione di equilibrio economico che consentisse di far fronte agli impegni assunti.
Con nota prot. n. 2724 in data 28 settembre 2015, l’Ufficio Indirizzo e Coordinamento del Programma Punti Verde di Roma Capitale ha addirittura ritenuto il documento "non proponibile quale base di riferimento della revisione delle condizioni contrattuali" in quanto "non risulta essere stato redatto da soggetto qualificato nè risultano per lo stesso essere state svolte attività di asseverazione ... secondo i disposti ex (sic!) art 153 comma 9 del DLGS 163/2006".
Al di là del riferimento normativo del tutto inappropriato (infatti si riferisce alla finanza di progetto, figura giuridica del tutto diversa dalla concessione dei lavori pubblici cui, per insegnamento del TAR Lazio, devono essere inquadrati i P.V.Q.) si richiama l’attenzione sulla conclusione della nota dell’Ufficio capitolino: “il progetto iniziale ed il relativo Piano Economico Finanziario, redatti da codesta Società erano sovradimensionati per cui le opere realizzate non avevano e non hanno la capacità di autofinanziamento mediante la gestione”.
Tale conclusione è contraddetta dalla realtà dei fatti: il piano presentato dalla società esponente illustra la possibilità di raggiungere l'equilibrio economico della gestione al verificarsi di due condizioni ben esplicitate: l’allungamento del periodo di restituzione dei mutui e la revisione dei tassi di interesse.
Ma la nota in esame contiene un’affermazione che per la sua gravità non potrà non trovare una sanzione: il progetto iniziale ed il relativo Piano Economico Finanziario, redatti dalla S.S.D. POLISPORTIVA CIABOCCO Andrea s.r.l. al momento della sottoscrizione della convenzione – concessione sarebbero stati sovradimensionati per cui “le opere realizzate non avevano e non hanno la capacità di autofinanziamento mediante la gestione”.
Al riguardo si intende ribadire che il Piano economico finanziario fu sì redatto dalla Polisportiva ma fu poi sottoposto al vaglio degli Uffici  del Comune di Roma (Dipartimento Ambiente e Ragioneria) e, solo dopo l'approvazione di questi, a quello del responsabile della Banca di Credito Cooperativo che, a sua volta, lo approvò.
All’epoca della stipula della convenzione, il piano economico era tutt’altro che insostenibile, tanto ciò vero che la Polisportiva ha pagato, oltre le rate di preammortamento per complessivi € 1.061.040,66, le rate dei diversi mutui fino al 30 giugno 2011 per un importo di € 989.573,11 in conto capitale ed € 1.137.807,93 per interessi per un totale di € 2.127.381,04.
Come già ampiamente evidenziato, l’insostenibilità successivamente manifestatasi è imputabile alla responsabilità esclusiva del Comune, il quale ha unilateralmente modificato l’assetto degli impianti sportivi presenti nel territorio del Municipio XIII in pregiudizio dell’odierna esponente.
Ma vi è di più grave: l’affermazione contenuta nella nota prot. n. 2724 in data 28.09.2015, secondo cui “le opere non avevano e non hanno la capacità di autofinanziamento mediante la gestione” è un riconoscimento esplicito ed inequivoco delle ragioni della Polisportiva odierna esponente, la quale sin dal dicembre 2012 ha denunciato l’insostenibilità del piano economico ed ha ripetutamente richiesto (ahimè inutilmente) la revisione del piano economico finanziario con la conseguente rimodulazione dei mutui in corso.
E’ evidente la responsabilità del Direttore dell’Ufficio Punti Verdi che, pur consapevole come confessato nella nota del 2015, nulla ha fatto per risolvere la questione ed, anzi, non ha neppure risposto alle richieste della Polisportiva Ciabocco!
Le affermazioni in esame che pretenderebbero di ascrivere la responsabilità dell’odierna insostenibilità economica della concessione alla società esponente, sono in evidente contraddizione con il contenuto della Relazione che lo stesso Direttore dell’Ufficio di Scopo Dott. Giovanni Serra predispose e sottopose al Segretario Generale ed al Ragioniere Generale di Roma Capitale in adempimento del disposto dell’ordinanza sindacale n. 43 del 19 marzo 2014 istitutiva dell’Ufficio stesso.
In tale relazione si chiarisce che “la garanzia prestata dall’Amministrazione, senza alcuna verifica preventiva da parte degli Uffici di Roma Capitale, consente alle banche di ammettere a finanziamento pubblico opere oltremodo sovrastimate e sovrafatturate che rendono impossibile un recupero dell’investimento dai proventi delle strutture realizzate” e che “la responsabilità delle banche, uniche strutture deputate alla valutazione dei Piani Economici – Finanziari, appare determinante in tutta la sua gravità se si considera che l’accesso ai finanziamenti è avvenuto senza il rispetto delle pochissime norme previste in convenzione a tutela degli interessi economici dell’Amministrazione e senza che risulti effettuata una reale istruttoria della sostenibilità dei business plan allegati alla richiesta di mutuo”.

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