La S.S.D.
POLISPORTIVA CIABOCCO Andrea s.r.l. ha più volte ma sempre inutilmente sollecitato la
revisione della convenzione – concessione al fine di poter ristabilire
l’equilibrio economico finanziario degli investimenti e della connessa gestione
economica del Punto Verde Qualità Madonnetta e ciò nonostante che con la
sentenza n. 3817/2014 il Tribunale Amministrativo del Lazio – II^ sezione abbia
affermato l’esistenza in capo alla società concessionaria del diritto
soggettivo ad ottenere la revisione del piano economico - finanziario a seguito
di variazioni apportate ai presupposti del contratto dalla concedente Roma
Capitale o, comunque, alla stessa non imputabili.
Le difficoltà finanziarie originate dalla consistente riduzione dei
ricavi come sopra descritta hanno avuto come conseguenza immediata
l’impossibilità per la POLISPORTIVA CIABOCCO di far fronte ai propri impegni
con gli Istituti di credito cosicché con lettera prot. n. LV/660 in data
02.3.2015 l'Ufficio Punti Verdi Qualità diffidava la società concessionaria al
pagamento di € 1.133.267,04 e comunicava l’avvio del procedimento di revoca –
decadenza.
Nonostante la società concessionaria avesse provveduto in data 23 aprile
2015 a formulare le proprie osservazioni, con provvedimento dirigenziale n. 55
in data 25 maggio 2015 Roma Capitale determinava la decadenza – revoca della
concessione e risoluzione, con effetto immediato della convenzione –
concessione sottoscritta il 28 dicembre 2001.
Avverso tale determinazione, la Polisportiva Ciabocco Andrea ha proposto
ricorso avanti il TAR del Lazio (R.G. 10209/2015) chiedendo, previa sospensiva,
l'annullamento della Determinazione di revoca ritenendola illegittima sotto
diversi profili: il mancato passaggio alla c.d. “seconda convenzione”, la mancata restituzione del fondo di
garanzia, lo svincolo della polizza fideiussoria, l’autofinanziamento oltre il
10%, la mancata restituzione dei titoli a garanzia, la mancata convocazione
della Commissione di vigilanza, la mancata revisione del “PEF” – Piano
Economico Finanziario, il superamento del tasso di soglia del mutuo con
l’I.C.S.
.......Prima ancora della discussione della richiesta sospensiva, con nota in data 24.09.2015, ed anche rispondendo alle sollecitazioni di autorevoli esponenti dell’Amministrazione Capitolina, l’esponente ha inoltrato all’Ufficio Punti Verde di Roma Capitale un “Piano Economico Finanziario”, ritenendo che ciò rispondesse all’esigenza della pubblica amministrazione di vedere proseguire la gestione del Punto Verde in una condizione di equilibrio economico che consentisse di far fronte agli impegni assunti.
.......Prima ancora della discussione della richiesta sospensiva, con nota in data 24.09.2015, ed anche rispondendo alle sollecitazioni di autorevoli esponenti dell’Amministrazione Capitolina, l’esponente ha inoltrato all’Ufficio Punti Verde di Roma Capitale un “Piano Economico Finanziario”, ritenendo che ciò rispondesse all’esigenza della pubblica amministrazione di vedere proseguire la gestione del Punto Verde in una condizione di equilibrio economico che consentisse di far fronte agli impegni assunti.
Con nota prot. n. 2724 in data 28 settembre 2015, l’Ufficio Indirizzo e
Coordinamento del Programma Punti Verde di Roma Capitale ha addirittura
ritenuto il documento "non
proponibile quale base di riferimento della revisione delle condizioni
contrattuali" in quanto "non
risulta essere stato redatto da soggetto qualificato nè risultano per lo stesso
essere state svolte attività di asseverazione ... secondo i disposti ex (sic!)
art 153 comma 9 del DLGS 163/2006".
Al di là del riferimento normativo del tutto inappropriato (infatti si
riferisce alla finanza di progetto, figura giuridica del tutto diversa dalla
concessione dei lavori pubblici cui, per insegnamento del TAR Lazio, devono essere
inquadrati i P.V.Q.) si richiama l’attenzione sulla conclusione della nota
dell’Ufficio capitolino: “il progetto
iniziale ed il relativo Piano Economico Finanziario, redatti da codesta Società
erano sovradimensionati per cui le opere realizzate non avevano e non hanno
la capacità di autofinanziamento mediante la gestione”.
Tale conclusione è contraddetta dalla realtà dei fatti: il piano
presentato dalla società esponente illustra la possibilità di raggiungere
l'equilibrio economico della gestione al verificarsi
di due condizioni ben esplicitate: l’allungamento del periodo di restituzione
dei mutui e la revisione dei tassi di interesse.
Ma la nota in esame contiene un’affermazione che per la sua gravità non
potrà non trovare una sanzione: il progetto iniziale ed il relativo Piano
Economico Finanziario, redatti dalla S.S.D.
POLISPORTIVA CIABOCCO Andrea s.r.l. al momento della sottoscrizione della convenzione –
concessione sarebbero stati sovradimensionati per cui “le opere realizzate non avevano e non hanno la capacità di
autofinanziamento mediante la gestione”.
Al riguardo si intende ribadire che il Piano economico finanziario fu sì
redatto dalla Polisportiva ma fu poi sottoposto al vaglio degli Uffici del Comune di Roma (Dipartimento Ambiente e
Ragioneria) e, solo dopo l'approvazione di questi, a quello del
responsabile della Banca di Credito Cooperativo che, a sua volta, lo approvò.
All’epoca della stipula della convenzione, il piano economico era
tutt’altro che insostenibile, tanto ciò vero che la Polisportiva ha pagato,
oltre le rate di preammortamento per complessivi € 1.061.040,66,
le rate dei diversi mutui fino al 30 giugno 2011 per un importo di € 989.573,11
in conto capitale ed € 1.137.807,93 per interessi per un totale di €
2.127.381,04.
Come già ampiamente evidenziato, l’insostenibilità successivamente
manifestatasi è imputabile alla responsabilità esclusiva del Comune, il quale
ha unilateralmente modificato l’assetto degli impianti sportivi presenti nel
territorio del Municipio XIII in pregiudizio dell’odierna esponente.
Ma vi è di più grave: l’affermazione contenuta nella nota prot. n. 2724
in data 28.09.2015, secondo cui “le opere
non avevano e non hanno la capacità di autofinanziamento mediante la gestione”
è un riconoscimento esplicito ed inequivoco delle ragioni della Polisportiva
odierna esponente, la quale sin dal dicembre 2012 ha denunciato
l’insostenibilità del piano economico ed ha ripetutamente richiesto (ahimè
inutilmente) la revisione del piano economico finanziario con la conseguente
rimodulazione dei mutui in corso.
E’ evidente la responsabilità del Direttore dell’Ufficio Punti Verdi che,
pur consapevole come confessato nella nota del 2015, nulla ha fatto per
risolvere la questione ed, anzi, non ha neppure risposto alle richieste della
Polisportiva Ciabocco!
Le affermazioni in esame che pretenderebbero di ascrivere la
responsabilità dell’odierna insostenibilità economica della concessione alla
società esponente, sono in evidente contraddizione con il contenuto della
Relazione che lo stesso Direttore dell’Ufficio di Scopo Dott. Giovanni Serra
predispose e sottopose al Segretario Generale ed al Ragioniere Generale di Roma
Capitale in adempimento del disposto dell’ordinanza sindacale n. 43 del 19
marzo 2014 istitutiva dell’Ufficio stesso.
In tale relazione si chiarisce che “la
garanzia prestata dall’Amministrazione, senza alcuna verifica preventiva da
parte degli Uffici di Roma Capitale, consente alle banche di ammettere a
finanziamento pubblico opere oltremodo sovrastimate e sovrafatturate che
rendono impossibile un recupero dell’investimento dai proventi delle strutture
realizzate” e che “la responsabilità
delle banche, uniche strutture deputate
alla valutazione dei Piani Economici – Finanziari, appare determinante in tutta
la sua gravità se si considera che l’accesso ai finanziamenti è avvenuto senza
il rispetto delle pochissime norme previste in convenzione a tutela degli
interessi economici dell’Amministrazione e senza che risulti effettuata una
reale istruttoria della sostenibilità dei business plan allegati alla richiesta
di mutuo”.
Nessun commento:
Posta un commento