Gentile Avv. Altamura,
ringraziandola per la tempestiva risposta, Le inviamo alcune osservazioni.
In generale, confrontando la Sua risposta con quella della Dott.ssa Di Giovine del Dipartimento Patrimonio, non possiamo non notare alcune divergenze, laddove il Direttore del Dipartimento Patrimonio ci segnala che “è necessario precisare come, ad oggi, parte del Patrimonio Comunale risulti gestito anche dai Municipi ed altre Strutture di Linea, quali, ad esempio: Dip.to Sport e Qualità della Vita, Dip.to Ambiente, Dip.to Cultura, Sovraintendenza Capitolina, Dip.to Commercio, Dip.to Servizi Educativi e Scolastici, Giovani e Pari Opportunità” , e Lei invece precisa che “ dal giugno 2013, nessun atto di assegnazione patrimoniale è stato compiuto da questa Direzione di Dipartimento nei confronti di chicchessia, a qualsiasi titolo e/o ragione, condividendo l’impostazione per la quale detta competenza – peraltro dietro indirizzo espresso della Giunta Capitolina – rientra nella competenza istituzionale del Dipartimento Patrimonio di Roma Capitale che ne è direttamente responsabile”.
Inoltre il fatto che il dipartimento Ambiente non abbia effettuato nuove assegnazioni patrimoniali non garantisce dalla possibilità che siano state prorogate o non revocate concessioni e comodati d’uso a chi potrebbe non averne più diritto e/o a chi ha accumulato anni di morosità.
Quanto ai “Punti Verde Qualità”, è quantomeno singolare che si ritenga “non correttamente indirizzata a questo Dipartimento ogni proposta di sviluppo inerente la medesima materia che si sottrae ormai alle competenze dirette di questa struttura” in quanto “è stato costituito, con Ordinanza del Sindaco di Roma n. 43 del 19.3.2014, l’Ufficio di scopo “Indirizzo e Coordinamento del programma punti verde”, non nell’ambito del Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile ma nell’ambito della Direzione Esecutiva di Roma Capitale”, poiché, analizzando le vicissitudini della gestione dei PVQ, ricavata proprio dalla lettura della citata ordinanza, appare evidente che, nonostante un certo andirivieni tra vari uffici di scopo e non, i Punti Verde hanno sempre fatto riferimento al Dipartimento Ambiente, tanto che il nuovo responsabile neo nominato “dovrà relazionare mensilmente all’assessore competente” – cioè l’Assessore all’Ambiente Estella Marino – “tramite il Direttore Esecutivo, sulle attività svolte“.
Accettiamo comunque l’obiezione che “le proposte che evidenziano carattere politico-generale andrebbero correttamente indirizzate all’Organo Assessorile e giammai alla Direzione di Dipartimento che è Organo tecnico-amministrativo che esegue le direttive fornite dalla Giunta Capitolina e dal competente Assessore” e indirizziamo quindi le nostre richieste, già inviate all’Assessore Marino, anche al Direttore Esecutivo Massimo Bartoli, nella speranza che prima o poi qualcuno si faccia carico, se non della risoluzione dei problemi, almeno di garantire la necessaria trasparenza su tutta la vicenda ai cittadini.
IL BUCO NERO DEI PUNTI VERDE QUALITA‘ A leggere i toni entusiasti della presentazione del progetto a metà degli anni ’90 (2), si può vedere nella vicenda “Punti Verde Qualità” la parabola delle tante buone intenzioni che in questa città trasformano un cartone di Walt Disney in un film di Quentin Tarantino. Di questo lungo esperimento pubblico-privato, a parte i sedici progetti (su 76 varati) portati alla fine, nove cantieri restano aperti, venti progetti sono rimasti un disegno urbanistico (spesso già finanziato), ventuno sono da delocalizzare, dieci sono stati abbandonati. Negli ultimi cinque anni sui singoli “Punti verdi” ci sono stati finanziamenti bancari garantiti dal Comune di Roma per 265,6 milioni di euro. Altri 360 milioni erano stati garantiti dalle giunte di centrosinistra (Rutelli e Veltroni). L’indebitato Comune di Roma oggi scopre un buco nei conti largo (625,6 milioni) e difficile da sanare: la tesoreria del Campidoglio, fin qui, è dovuta intervenire per 11,5 milioni di rate di mutuo bancario non versate dai privati (il Comune è garante del 90% degli importi finanziati sotto forma di prestito), ma un dossier interno segnala scoperti da parte degli imprenditori-assegnatari per 80 milioni
Nessun commento:
Posta un commento