INTERVISTA A DAVID SASSOLI
Il 7 aprile 2013 si terranno le primarie del centrosinistra per scegliere il candidato sindaco. Romaperbambini ha chiesto ai 6 candidati di raccontare la loro idea della città, soprattutto in riferimento ai temi della vivibilità, dell’ambiente e dei bambini.
Queste le risposte di David Sassoli.
Cosa secondo lei proprio non va nella Roma di oggi?
Roma sembra abbandonata a sé stessa, senza guida nelle grandi e nelle piccole cose. Il simbolo è il degrado dell’AMA e di ATAC: le due soicietà comunali strategiche, per i rifiuti e per il trasporto pubblico, affondano tra i debiti, gli scandali, una clamorosa inefficienza. Cosa possono pensare i cittadini quando vedono il parco giochi del quartiere pieno di rifiuti, o aspettano l’autobus per ore, e intanto leggono che centinaia di “amici degli amici” sono stati assunti nelle aziende pubbliche?
Qual è il primo provvedimento che intende prendere da Sindaco?
La sospensione per due anni della tassa di occupazione del suolo pubblico per i ponteggi necessari per i lavori di riqualificazione degli immobili: manutenzione ordinaria e straordinaria – risparmio energetico, ammodernamento degli impianti elettrici e idrici, sicurezza antisismica e antincendio, rimozione delle barriere architettoniche, decoro delle superfici esterne. La sospensione verrà accordata sulla base di un progetto che garantisca la conclusione dei lavori entro 24 mesi, prevedendo severe sanzioni economiche per i cantieri non conclusi nel termine prefissato.
Cosa prevede il suo programma alla voce “bambini”?
Ecco cosa ho scritto, nel programma da tempo pubblicato sul mio sito: dobbiamo immaginare e costruire “la città dei bambini: guardando il mondo con i loro occhi, cambia la prospettiva. Tutti – amministrazioni pubbliche e servizi privati – siamo in debito e in enorme ritardo verso chi rappresenta la nostra speranza e il nostro futuro: per questo la città – non solo i nidi e le scuole dell’infanzia – deve essere ripensata a partire dai bambini; per questo pubblico e privato devono crescere insieme, negli standard di un patto di qualità condiviso, perché in ogni quartiere ci sia un asilo nido, perché ogni famiglia trovi una disponibilità. Altre città, in Europa e in Italia, hanno esempi da mostrarci: perché Roma non deve essere all’altezza delle esperienze migliori? Lo possiamo fare, lo faremo, lavorando sia sulla qualità – il modello di Reggio Emilia (“Reggio children”) è il nostro primo punto di riferimento – che sulla qualità, per aumentare rapidamente l’offerta dei nidi e ridurre le liste di attesa, integrando il servizio pubblico con la sperimentazione di altre modalità innovative, piccole e flessibili. E’ forse giunto il momento di pensare al modello di una “istituzione” per organizzare in modo efficace la rete dei servizi per l’infanzia, alla luce degli ottimi risultati dell’Istituzione biblioteche (che non le ha “allontanate” dai Municipi e dai quartieri, ma al contrario ne ha esaltato la qualità al servizio di ogni comunità e di ogni cittadino). E abbiamo un dovere speciale di attenzione e solidarietà verso le moltissime famiglie monogenitoriali, che in tempi di crisi debbono affrontare difficoltà spesso drammatiche: il welfare locale quasi non se ne è accorto. Per questo dovremo indicare come orizzonte giuridico delle politiche sociali la nozione di “famiglia anagrafica” (art.4 DPR 223/1989)”.
Cosa intende fare per la ciclabilità?
Si tratta di passare da un’attenzione alla ciclabilità solo come sport o svago per il tempo libero, ad una piena valorizzazione come parte essenziale del sistema di mobilità della città. Per questo abbiamo parlato di un piano della ciclabilità a tre livelli: in ambito metropolitano, per favorire l’intermodalità tra bici e ferrovia (metropolitana, tramvia); in ambito cittadino, con percorsi protetti “da destinazione a destinazione”, sia radiali (centro-periferia) che circolari; e municipali, per i percorsi brevi, di connessione, per gli spostamenti della quotidianità. La “città delle biciclette” crescerà passo dopo passo, con l’iniziativa dei cittadini e l’impegno diretto delle associazioni che potranno “adottare” i percorsi ciclabili, con la gestione di punti di ristoro, dei parcheggi custoditi, delle attività di noleggio e assistenza tecnica.
E per la promozione della cultura?
A me non piace l’espressione “la cultura è il nostro petrolio”, la nostra miniera, perché la cultura è molto di più. E’ identità, è eredità, è patrimonio comune delle persone e delle generazioni. E perché il territorio, se ben valorizzato, non si consuma, non finisce, può essere bello e attrattivo per sempre. Ma non c’è dubbio che Roma può risollevarsi dalla crisi drammatica che la sta travolgendo solo scommettendo con convinzione e competenza sui suoi punti di forza. La tutela e la valorizzazione dei beni culturali, la promozione intelligente di attività e produzioni culturali tradizionali e innovative, la ricostruzione di una strategia organica e lungimirante per rilanciare l’offerta turistica. Faccio un solo esempio: la vitalità della Istituzione biblioteche del Comune di Roma non si deve contrapporre alla valorizzazione della rete di librerie private, aperte all’offerta di servizi aggiuntivi (ma quanto dobbiamo sburocratizzare, in questo campo!), e deve scommettere su una crescente sinergia con gli editori, grandi e piccoli. A cominciare dalla editoria per i bambini, particolarmente vivace e innovativa. Per questo consideriamo le 40 biblioteche comunali un gioiello da preservare e riqualificare ancora. Dobbiamo portarle negli ospedali, collegarle alle biblioteche scolastiche, dobbiamo aprirle anche la sera e nei giorni festivi, trasformarle in centri multimediali. Vorremmo che le biblioteche diventassero in ogni quartiere il centro vivo di incontro, il luogo in cui una comunità si riconosce, trova e produce cultura.
E per il verde?
Negli anni delle giunte guidate da Rutelli e Veltroni è aumentata di molto la superficie del verde pubblico. Ma purtroppo non ha funzionato la gestione, la manutenzione quotidiana dei parchi e dei giardini. Oggi la sfida è proprio questa. Ennio Flaiano diceva che “gli italiani, alla manutenzione preferiscono l’inaugurazione!”. Che tristezza! Invece dobbiamo fare della manutenzione la nostra “grande opera”, coinvolgendo anzitutto i cittadini auto-organizzati. La destra di Alemanno è riuscita a screditare anche i cosiddetti “punti verdi qualità” (la concessione ai privati di spazi per impianti sportivi o attività di ristoro, in cambio della cura del verde pubblico): in altre città questo sistema funziona benissimo, a Roma è sprofondato negli scandali. Ma da lì dobbiamo ripartire: persino nel Central Park di New York ci sono le aiuole curate con la “sponsorizzazione” di aziende o di famiglie. Un po’ come era da noi, tempo fa, con i banchi delle Parrocchie. E’ l’idea di una comunità che vuole bene a sé stessa. L’amministrazione deve aiutare i cittadini ad aiutarsi!
Si parla molto di taglio ai costi della politica. Lei cosa farà a riguardo?
Comincerò da me. Il sindaco non deve guadagnare più del preside di una scuola superiore (il dirigente scolastico è un importantissimo “amministratore pubblico”: mi sembra il parametro più giusto!). Poi rinunceremo alle auto blu, che saranno destinate ai servizi sociali o ai sopralluoghi degli uffici tecnici. Gli assessori possono benissimo spostarsi in taxi! E dimezzeremo il numero dei dipendenti pubblici che oggi sono nelle segreterie politiche: al Comune ce ne sono ben 470, mentre in molti Municipi si fatica a tenere aperti gli sportelli!
In che cosa ritiene che la sua proposta la differenzi dagli altri candidati?
Naturalmente abbiamo tante cose in comune: siamo parte della stessa “famiglia”, abbiamo sottoscritto insieme il patto per “Roma bene comune”. Ma io penso di aver dimostrato più concretezza – le mie proposte sono lì, scritte sul sito www.davidsassoli.it; tutti possono conoscerle (e criticarle) – e di avere la capacità di “portare a Roma un po’ di Europa, e portare Roma in Europa”. Parlo di soldi, di finanziamenti europei (che Roma ha sprecato irresponsabilmente), ma anche di “buoni esempi” da mettere a frutto, di una collaborazione vera tra Roma e le altre grandi città europee. E’ il mio mestiere, e quello che so fare. Infine, c’è un punto politico. I problemi di Roma sono troppo gravi per pensare di affrontarli da soli. Non basta un “uomo solo al comando”, ma non basta neppure il solo centrosinistra. Dobbiamo fare appello a tutte le persone di buona volontà, a tutti quelli che sono pronti a rimboccarsi le maniche per cambiare la città. Alle tante “città sommerse” – il volontariato, i gruppi di cittadini, le associazioni grandi e piccole, le parrocchie, le altre comunità religiose – che hanno permesso alla nostra città di non sprofondare del tutto. Gli steccati politici non ci aiutano. Serve un nuovo civismo, un nuovo patto per Roma.
Ci dica tre priorità per il futuro della città.
Lavoro, scuola, modernizzazione. Magari cercando di fare le tre cose insieme. Ad esempio, proponendo una convenzione alla Provincia (oggi commissariata), al Ministero del’istruzione e alle singole scuole (con la loro autonomia), per lanciare una campagna straordinaria per la manutenzione scolastica. Dobbiamo unire le forze, e lavorare tutti insieme, per le scuole di ogni ordine e grado (oggi divise tra Comune e Provincia). Dobbiamo dare alle singole scuole le risorse per la piccola manutenzione (oggi devono aspettare settimane anche per un vetro rotto o un rubinetto che perde!). Dobbiamo utilizzare tutte le risorse pubbliche disponibili per rinnovare gli edifici, metterli in sicurezza dal punto di vista antincendio e antisismico; “coprirli” di pannelli fotovoltaici per l’autosufficienza energetica; rimuovere tutte le barriere architettoniche (ci sono ancora tante scuole inaccessibili, con le classi ai piani superiori, senza ascensore!), curare i giardini scolastici; potenziare le biblioteche e le dotazioni informatiche; riattivare gli ambulatori scolastici. Far rinascere le scuole per far rinascere i quartieri. Lavorare per le scuole per dare nuove occasioni di lavoro a tante piccole imprese!
link: www.davidsassolisindaco.it
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