Il campo del Tre Fontane
ROMA - Sembra non vedere la fine l'infinita disfida
intorno alla gestione dell'impianto delle Tre Fontane, iniziata da
quando la Coni Servizi ha restituito la struttura al suo proprietario,
il Comune di Roma. Emesso il bando di gara per l'assegnazione
dell'impianto, prima dell'apertura delle buste è arrivato un esposto
alla Procura della Repubblica presentato dalla Nuova Rugby Roma del
presidente Roberto Barilari, una delle due parti in causa, e depositato
dagli avvocati Ferdinando Imposimato e Pietro Sarrocco, in cui si
denuncia una serie di presunte irregolarità fatte dal Comune e dalla
Coni Servizi nell'iter che ha portato al bando. Prima fra tutte
l'affidamento della custodia temporanea alla Rugby Roma Club di Riccardo
Mancini (a.d. di Eur Spa) per un canone annuo di 51 euro, a fronte dei
24 mila proposti al Dipartimento Sport di Roma Capitale dall'altro club
in gara. La pratica è stata assegnata al pm Paolo Ielo e seguirà il suo
corso.
Intanto lunedì scorso sono state aperte delle buste: all'atto di esaminare la documentazione la
commissione giudicante, però, ha escluso la Nuova Rugby Roma per aver
presentato una fotocopia della fidejussione (di circa 2000 euro)
richiesta per essere ammessi alla gara. Immediatamente i legali del club
hanno prodotto l'originale, avvalendosi di una sentenza della Corte
Costituzionale in merito, ma la loro azione è stata rifiutata e di fatto
è rimasta solo la Rugby Roma Club a concorrere per la gestione. Se
tutti i paletti previsti dal bando saranno rispettati avrà l'affidamento
dell'impianto e dovrà sobbarcarsi lavori di ristrutturazione per oltre 2
milioni di euro.
Intanto la Nuova Rugby Roma ha fatto sapere di ricorrere al Tar
del Lazio per invalidare la procedura. Un pasticciaccio brutto, in cui
ci rimettono il rugby e i tanti giovani che lo praticano nelle due
società (316 tesserati la Rugby Roma Club, 212 la Nuova Rugby Roma).
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