ROMA
- «Sta qui da me... aho mandagli il pagamento e basta». La voce
registrata sull’utenza di Fabio Tancredi, direttore dell’Unità operativa
decoro urbano del dipartimento Tutela Ambiente, è quella dell’assessore
Marco Visconti. E’ la mattina del 15 dicembre scorso e Visconti è con
Massimo Dolce, l’imprenditore in carcere per truffa, falso, corruzione e
false fatturazioni. L’assessore chiama Tancredi e gli dice di sbloccare
la pratica su Spinaceto, in modo che il Credito cooperativo paghi. Il
funzionario spiega di avere già dato l’Ok.
E’ anche il vice sindaco Sveva Belviso a intervenire:
al telefono dice a Dolce che andrà in banca e con un sms gli dà un
appuntamento in Campidoglio e al telefono gli spiega: «Ci sto andando
per capire se c’è una qualche forma di recupero... Perché magari al
telefono non ti dicono delle cose... io ovviamente non ho modo di
imporre niente a nessuno, più di questo, che muovermi dal mio ufficio
per andare in Bcc per parlare di questa cosa, io non posso proprio
fare». Sarà l’intervento decisivo, almeno per una parte dei soldi:
437mila euro, liquidati a dicembre a Dolce. Il resto del denaro rimane
bloccato, la banca è stata informata da un proprio socio, che è anche un
ex socio di Dolce, delle irregolarità e dell’inchiesta.
Da settimane Dolce faceva pressioni sull’amministrazione,
ipotizzando al telefono con Stefano Volpe, il funzionario arrestato, di
mandare alla banca tutte le carte sulle irregolarità degli altri
progetti, come quello di Casa Kolbe, riconducibile ad Andrea Munno, e
Parco Feronia, gestito da Lucia Mokbel e dal marito: «Andrea Munno fino a
un mese fa stava in galera». «Edil house (società di Andrea Munno ndr)
si è intascata 9 milioni di euro perché io accedo a tutta la
documentazione». Dolce è infuriato perché gli altri hanno ottenuto i
finanziamenti e invece per Spinaceto la seconda tranche non arriva.
Così al telefono dice a Volpe: «Fino a ieri avete dato
13 milioni a una società dove dentro il 50 per cento era detenuto da
Lucia Mokbel, sorella di Gennaro, che sicuramente è la persona più
corretta di questo mondo». Nelle more, Volpe tenta di incontrare il
segretario del sindaco, Antonio Lucarelli. Intanto dà una sua
interpretazione del nuovo assetto dell’ufficio: «A Mastrangelo (Stefano
Mastrangelo predecessore di Volpe ndr) una delle cose che non gli è
andata giù è che io fossi diventato responsabile del procedimento...
perché lui si era organizzato una sua diciamo Punti verdi qualità extra
comunale con le sue cose, pensa che lo stesso Del Messier (ex
funzionario comunale) c’aveva pure l’ufficio attaccato, allora
Mastrangelo c’ha l’ufficio nella sede della società di Munno che è uno
degli appaltatori di Parco Feronia... che è un appaltatore de Parco
Kolbe e c’ha le mani dentro Tor Tre Teste... Tancredi fa capo a
Panzironi, fa capo a Togni. L’arrivo di Togni/Tancredi per loro è stata
una manna, perché loro volevano Tancredi come direttore del servizio
Giardini in modo che s’impossessava dei Punti verde e faceva quello che
sta facendo. Adesso Tancredi che è un bravo soldatino e che pensa
l’assessore di poter controllare come gli pare... mo’ vedrai che
piattini che je prepara perché gli ordini Tancredi non li piglia solo
dall’assessore, li piglia da Panzironi da tutti quelli là». Intanto ad
Alemanno e al vice sindaco Sveva Belviso arrivano richieste trasversali
di chiarimenti: da Enzo Foschi, consigliere Pd alla Regione, a Daria
Rossin, capogruppo de La Destra in Campidoglio.
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