giovedì 19 aprile 2012

IL MESSAGGERO 19/4/2012 - Inchiesta sulle aree verdi spuntano le telefonate di Belviso

Inchiesta sulle aree verdi
spuntano le telefonate di Belviso

Il vicesindaco a Dolce: sollecito la banca di persona. La vaglio le telefnate tra imprenditore e amministratori

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di Valentina Errante
ROMA - «Sta qui da me... aho mandagli il pagamento e basta». La voce registrata sull’utenza di Fabio Tancredi, direttore dell’Unità operativa decoro urbano del dipartimento Tutela Ambiente, è quella dell’assessore Marco Visconti. E’ la mattina del 15 dicembre scorso e Visconti è con Massimo Dolce, l’imprenditore in carcere per truffa, falso, corruzione e false fatturazioni. L’assessore chiama Tancredi e gli dice di sbloccare la pratica su Spinaceto, in modo che il Credito cooperativo paghi. Il funzionario spiega di avere già dato l’Ok.

E’ anche il vice sindaco Sveva Belviso a intervenire: al telefono dice a Dolce che andrà in banca e con un sms gli dà un appuntamento in Campidoglio e al telefono gli spiega: «Ci sto andando per capire se c’è una qualche forma di recupero... Perché magari al telefono non ti dicono delle cose... io ovviamente non ho modo di imporre niente a nessuno, più di questo, che muovermi dal mio ufficio per andare in Bcc per parlare di questa cosa, io non posso proprio fare». Sarà l’intervento decisivo, almeno per una parte dei soldi: 437mila euro, liquidati a dicembre a Dolce. Il resto del denaro rimane bloccato, la banca è stata informata da un proprio socio, che è anche un ex socio di Dolce, delle irregolarità e dell’inchiesta.

Da settimane Dolce faceva pressioni sull’amministrazione, ipotizzando al telefono con Stefano Volpe, il funzionario arrestato, di mandare alla banca tutte le carte sulle irregolarità degli altri progetti, come quello di Casa Kolbe, riconducibile ad Andrea Munno, e Parco Feronia, gestito da Lucia Mokbel e dal marito: «Andrea Munno fino a un mese fa stava in galera». «Edil house (società di Andrea Munno ndr) si è intascata 9 milioni di euro perché io accedo a tutta la documentazione». Dolce è infuriato perché gli altri hanno ottenuto i finanziamenti e invece per Spinaceto la seconda tranche non arriva.

Così al telefono dice a Volpe: «Fino a ieri avete dato 13 milioni a una società dove dentro il 50 per cento era detenuto da Lucia Mokbel, sorella di Gennaro, che sicuramente è la persona più corretta di questo mondo». Nelle more, Volpe tenta di incontrare il segretario del sindaco, Antonio Lucarelli. Intanto dà una sua interpretazione del nuovo assetto dell’ufficio: «A Mastrangelo (Stefano Mastrangelo predecessore di Volpe ndr) una delle cose che non gli è andata giù è che io fossi diventato responsabile del procedimento... perché lui si era organizzato una sua diciamo Punti verdi qualità extra comunale con le sue cose, pensa che lo stesso Del Messier (ex funzionario comunale) c’aveva pure l’ufficio attaccato, allora Mastrangelo c’ha l’ufficio nella sede della società di Munno che è uno degli appaltatori di Parco Feronia... che è un appaltatore de Parco Kolbe e c’ha le mani dentro Tor Tre Teste... Tancredi fa capo a Panzironi, fa capo a Togni. L’arrivo di Togni/Tancredi per loro è stata una manna, perché loro volevano Tancredi come direttore del servizio Giardini in modo che s’impossessava dei Punti verde e faceva quello che sta facendo. Adesso Tancredi che è un bravo soldatino e che pensa l’assessore di poter controllare come gli pare... mo’ vedrai che piattini che je prepara perché gli ordini Tancredi non li piglia solo dall’assessore, li piglia da Panzironi da tutti quelli là». Intanto ad Alemanno e al vice sindaco Sveva Belviso arrivano richieste trasversali di chiarimenti: da Enzo Foschi, consigliere Pd alla Regione, a Daria Rossin, capogruppo de La Destra in Campidoglio.

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