Sport e giochi, il grande business
Quei maxi appalti da 350 milioni
Ecco l'inchiesta sui Punti verdi qualità immaginati dalla prima giunta Rutelli che fa tremare la destra capitolina. Sui progetti di riqualificazione le mani delle cosche e della famiglia Mokbel
di CORRADO ZUNINO
Sport e giochi, il grande business Quei maxi appalti da 350 milioni
I Punti verdi qualità immaginati dalla prima giunta Rutelli, negli ultimi quattro anni sono diventati l'affare sporco della destra romana. Dell'imprenditoria di destra, che nelle buone relazioni con il Campidoglio ha trovato lo scudo per mangiarsi una dozzina di aree. Ognuna, oggi, vale fra i 15 e i 20 milioni. Gli uffici tecnici dell'assessorato all'Ambiente dal 2008 hanno trasformato le richieste degli associati storici ai Punti verdi in elemosine, i loro diritti in tangenti. Fino allo scorso autunno, poi alla direzione dell'Ufficio giardini è tornato Fabio Tancredi e le dazioni in Comune, le iperfatturazioni dei singoli cantieri, sono diventati una questione da girare alla procura. Per gli altri, i manager sciolti con il denaro facile, le autorizzazioni sono piovute, concesse con la sola firma di un dirigente, senza passaggi in Consiglio comunale né in giunta. Questa politica amministrativa ha fatto sì che oggi il Campidoglio sull'argomento Punti verdi si trovi esposto - causa fideiussioni concesse senza controllo, rate di mutuo non onorate - per 350 milioni.
Ecco, i 67 luoghi "di sport e aggregazione" a basso costo ipotizzati nella prima metà dei Novanta si sono trasformati in ventisei realizzazioni, comprese le dieci in corso d'opera, a forte impronta speculativa. Con qualche significativa eccezione, soprattutto in XIII Circoscrizione. Repubblica ha iniziato a raccontare il degrado dell'"operazione Pvq" nel 2009. Nell'ottobre 2010 il consigliere regionale Enzo Foschi ha firmato una
denuncia: segnalava come almeno dodici aree fossero state assegnate ad amici politici ed ex soci del capo della segreteria di Gianni Alemanno, l'ex forzanovista Antonio Lucarelli. Nel 1995, ancora lontano dalla politica istituzionale, Lucarelli fu l'assegnatario dei due Punti verdi di San Basilio e Torraccia. Con quali amici si mosse, allora? Quali soci? La famiglia Moro, quindi Massimo Dolce. Parco Feronia, proseguendo, è diventato il regno di Lucia Mokbel, sorella del duro fascista su cui si è aperta la maxiinchiesta TelecomSparkle. Da Parco Feronia sono arrivate le prime incongruenze economiche. In un'intercettazione telefonica si è ascoltato Gennaro Mokbel chiedere un punto verde sulla Cristoforo Colombo per Carmine Fasciani, boss di Ostia. E l'architetto Giancarlo Scarozza, genero del riciclatore Mokbel, a San Basilio è stato il direttore dei lavori, poi ha acquisito due punti verdi in proprio.
Il livello del progetto era diventato questo: destra e criminalità. Ci sono voluti successivi esposti, e l'intervento della Finanza al posto dei Ros, per scoprire i conti esagerati di Parco Spinaceto dove l'area business - dovevano essere luoghi di aggregazione a basso costo e basso impatto i punti verdi, sono diventati un business - è stata arata a ritmi record mentre i servizi al quartiere sono rimasti progetto. Ancora, sono arrivate le appetitose offerte del "giro di destra" agli imprenditori storici spompati: volevano acquistare nuovi Pvq, avevano i cash. Sono arrivate le intercettazioni su Dolce e i suoi imponenti affari edilizi. Le nuove piste investigative. Quella dei finanziamenti alle campagne elettorali del centrodestra. E quella, pesante, dei Punti verdi utilizzati come luoghi di riciclaggio di denaro sporco. La presenza nel business di Gennaro Mokbel offre conferme all'ipotesi e così il fatto che il suo cassiere, Silvio Fanella, alla fine dei Novanta sia subentrato alla famiglia Lucarelli alla guida della società Mondo verde, detentrice dei "titoli" su Torraccia e San Basilio. Con la loro fiscalità bassa i centri sportivi no profit sono zone ideali per i passaggi di denaro alimentati da fatture false.
Il comitato di quartiere di Casal Brunori ha segnalato i 950 mila euro gonfiati nel cantiere di Spinaceto. Sui Parchi della Colombo e nella via Romagnoli di Dragona si sono allargati McDonald's. I costruttori Di Veroli (Guido e Michele sono stati indagati per evasione fiscale sull'affaire Pambianchi ed è stata la famiglia Di Veroli a fondare la Maspen oggi al centro dell'inchiesta giudiziaria) hanno progettato supermercati sopra le rovine romane di Cinecittà Est. L'epilogo di un progetto.
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