Parco di Spinaceto, minacce e querele Così volevano entrare nell' affare
21 marzo 2012 — pagina 9 sezione: ROMA
MINACCE e ricatti. Nel mondo dei Punti Verdi arriva anche il giallo. La Maspen Center Sport srl, concessionaria dell' area del parco di Spinaceto, ha depositato una denuncia querela alla Procura per tentata estorsione. «Alcuni personaggi» afferma Massimo Dolce, consulente commerciale della società «ci avevano chiesto di entrare nel business dei Punti Verdi acquistando le quote della società e minacciando che, se i soci non avessero accettato la proposta, ci avrebbero scatenato contro il Comune, la banca e la Procura per non permettere di procedere con i lavori». E così nell' intricata vicenda di lavori fatturati e mai fatti, come nel caso del centro Feronia, oppure di mutui non pagati e per i quali il Campidoglio ha firmato fedejussioni,è la storia della concessionaria Perconti di via delle Vigne Nuove, oppure ancora di aree ampliate con una semplice decisione di un ex direttore dell' assessorato all' Ambiente, come a Spinaceto, ecco entrare anche le carte bollate in tribunale. L' esposto è di quattro pagine, nelle quali Claudio Testi, responsabile della concessionaria, racconta di una doppia visita di un ex socio e di un avvocato nelle stanze del direttore del Servizio Giardini Vallorosi, il 12 luglio e il 2 agosto dello scorso anno. Nel corso delle quali volano accuse verso la Maspene anche minacce di bloccare i finanziamenti della Banca di Credito cooperativo. Una pressione che Testi denuncia alla magistratura. Per il resto Dolce ribatte anche alle accuse mosse da un' interrogazione del Pd al sindaco. «La società Maspen Center Sport s.r.l. non è mia» afferma «ma di altri. Io svolgo, con regolare contratto, solo una consulenza di carattere commerciale». E ancora: «Non sono un imprenditore fallito: la Caffè Italiano è sì fallita nel 1998, ma io al momento del fallimento non ne ero più socio e prima partecipavo nella società come socio accomandatario, cioè senza rappresentanza e responsabilità societarie». Poi attacca: «Non vi è stato nessun ampliamento di 20 mila metri quadri del Punto Verde. Infatti quell' area è comunale, inserita con destinazione urbanistica a servizi per il municipio, per il mercato bisettimanale, nella delibera di consiglio comunale votata ad ottobre 2011. La struttura è stata realizzata grazie alla società concessionaria del Punto Verde in base a quanto previsto dall' art. 147 della legge sui lavori pubblici. E così si è sanata una situazione di abusivismo di un mercato non a norma, senza servizi igienici, senza rispetto delle norme di sicurezza e antincendio e senza un parcheggio per gli utenti. Tutto questo senza modificare l' importo complessivo previsto per il Punto Verde che era ed è rimasto di 15 milioni». Infine: «A Spinaceto non c' è stato nessun spianamento del depuratore dell' Acea, in quanto si trattava di un vecchio impianto di sollevamento dell' acqua non più funzionante dal 2009, che è stato prima bonificato dall' Acea stessa e poi, dopo la consegna dell' area, demolito». - PAOLO BOCCACCI
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