martedì 27 marzo 2012

IL MESSAGGERO 27/3/2012

Truffa sui giardini gestiti dai privati
svolta nell’inchiesta della procura
Abuso e corruzione: nel mirino dei pm imprenditori e dirigenti comunali. L'indagine dopo l'esposto del consigliere Foschi


di Sara Menafra

ROMA - E’ alla stretta finale, l’inchiesta della procura di Roma sui Punti Verde Qualità del Comune. Nelle ultime settimane, si sono conclusi gli accertamenti dei pm Alberto Caperna, Nello Rossi, Giorgio Orano e Alberto Pioletti. E nelle prossime ore il quadro dovrebbe essere definitivamente chiaro.
L’indagine era partita alcuni mesi fa dall’esposto del consigliere regionale del Pd Enzo Foschi. Poi, dopo alcuni mesi di stasi, la svolta a gennaio scorso quando i magistrati hanno chiuso il cerchio su quattro persone, tra dirigenti comunali e imprenditori, per reati che vanno dall’abuso d’ufficio al falso e alla corruzione.
Secondo i pm romani, nell’assegnazione degli spazi pubblici ci sarebbero stati pesanti abusi sia da parte di alcuni dirigenti infedeli, sia per mano di imprenditori interessati all’assegnazione degli spazi.
Di certo, il progetto dei Punti Verde Qualità non ha mai funzionato come previsto. L’idea risale alla prima giunta Rutelli. Un’iniziativa tutto sommato semplice: affidare a imprenditori privati aree verdi di proprietà del Comune ma insufficientemente attrezzate o addirittura abbandonate. Gli imprenditori realizzano attrezzature e servizi - anche grazie alle fideiussioni bancarie garantite dall’amministrazione comunale - che a quel punto diventano di proprietà del Comune anch’esse. Ma ciascun imprenditore ha in usufrutto gratuito per 33 anni tanto le strutture quanto lo spazio in cui sono state realizzate, per gestire attività sportive o ricreative aperte al pubblico.
Il problema però è che molti di questi progetti non sono mai stati effettivamente conclusi. E il Comune, che si era fatto garante presso le banche, ci ha rimesso parecchi soldi.
I casi più clamorosi sono almeno tre. La vicenda che riguarda la Polisportiva Vigor Perconti, in zona Colli Aniene, che grazie alle garanzie del Comune ha ottenuto un mutuo per avviare i lavori. Soldi mai pagati e rimborsati dall’amministrazione pubblica alla banca per circa quattro milioni di euro. Poi c’è il caso dello spazio di Parco Feronia, affidato alla società di Lucia Mokbel, sorella dell’imprenditore Gennaro a giudizio per riciclaggio in un’altra inchiesta. L’azienda ha denunciato lavori per quindici milioni ma ne ha realizzati solo per sette. Infine, il caso del parco di Spinaceto che sarebbe riuscito ad ampliare l’area a disposizione dei privati grazie alla decisione di un ex direttore dell’Assessorato all’ambiente. Proprio la concessionaria dell’area parco di Spinaceto, la Maspen Center Sport srl, ha depositato una denuncia per tentata estorsione contro un imprenditore che avrebbe sostenuto di essere in grado di bloccare l’assegnazione se la Maspen non gli avesse venduto le proprie quote.
Il consigliere Pd autore della prima denuncia, Enzo Foschi, ha sempre sostenuto che «dodici punti verde sono riconducibili a parenti e amici dell’area politica di Antonio Lucarelli, il capo segreteria della giunta Alemanno». Che invece ha sempre smentito: «Tutte le assegnazioni risalgono alla giunta precedente».
Martedì 27 Marzo 2012 - 11:17 Ultimo aggiornamento: 11:20

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