mercoledì 28 marzo 2012

CINQUEGIORNI 28/3/2012 Punti verde, rimpallo di responsabilità fra destra e sinistra

Punti verde, rimpallo di responsabilità fra destra e sinistra
Dalle intercettazioni risulterebbe anche il coinvolgimento della vicesindaco Sveva Belviso
Punti verde, rimpallo di responsabilità fra destra e sinistra

Nel corso della giornata di ieri si sono susseguite le polemiche fra gli schieramenti politici soprattutto dopo le dichiarazioni dell’assessore Visconti che richiamava in qualche modo alle responsabilità anche delle precedenti amministrazioni tanto che Loredana De Petris, assessore all’Ambiente delle giunte Rutelli, definiva patetico il tentativo della maggioranza di confondere le acque tirando in ballo amministratori in carica oltre 12 anni fa. Ma la De Petris si richiamava soprattutto alle precedenti dichiarazioni di Stefano Mastrangelo, ex direttore del Dipartimento Ambiente del Comune di Roma e ideatore dei “Punti verde qualità”. Infatti il Mastrangelo in una lunga nota aveva parlato dei punti verde come «un meccanismo unico e innovativo che ha permesso di riqualificare il verde a Roma». E aggiungeva che questo meccanismo «non può essere infangato da parte di speculatori e incompetenti che hanno lucrato sul progetto e di amministratori che non hanno controllato la sua corretta gestione ».

Infatti dal 1994 in poi il progetto consentì di recuperare più di 1000 ettari di zone verdi nel Comune di Roma «che versavano in condizione di abbandono e degrado e di cui il comune rischiava anche di perdere la proprietà». Inoltre grazie a quell’idea «si ebbe la possibilità di risistemate quelle aree con il contributo dei privati (quando ancora non c’era il bando per il project financing) e senza dover dare in cambio i diritti di superficie». Mastrangelo spiega poi che il Comune, tramite il fondo di garanzia, aveva solo il compito di fare da garante del mutuo (10% per cento dal privato e per il 90% del Comune) che i privati stessi avevano preso per risistemare le aree verdi. Grazie a questa scelta – spiega ancora - «nel 1997- 1998 è decollato questo progetto che fino a quando è stato gestivo dalle giunte Rutelli e Veltroni era sotto controllo e non si sono mai verificati abusi o inadempienze nei pagamenti». Secondo quanto emerge dalle indagini della Magistratura - prosegue Mastrangelo - «sembra, invece, che dal 2008 ci sono stati dei problemi per il pagamento da parte di alcuni concessionari delle rate del mutuo e si sono verificati casi in cui i preventivi sono stati gonfiati ad arte per lucrarci sopra. Tutti i casi di abusi o ruberie - che la Magistratura accerterà - non possono in alcun modo ricadere sulle giunte passate che hanno, invece, il merito di essere riuscite a trovare il modo per salvare una grossa parte del verde a Roma, senza pesare sulle casse comunali». Anche se l’inventore dei Pvq sembra soprassedere sulle attuali difficoltà finanziarie di molti concessionari dei Pvq, queste affermazioni puntano il dito contro la gestione di Alemanno adombrando truffe e ruberie d’ogni sorta.

A rendere più torbida la situazione interveniva in tarda serata un passaggio del provvedimento cautelare emesso dal gip Bernadette Nicotra nel quale si afferma testualmente che per sbloccare il pagamento, Massimo Dolce e Marco Bernardini «abbiamo predisposto una lettera di diffida per la banca ed effettuato pressioni nei confronti dell’assessore all’ambiente, Marco Visconti, ottenendo l’interessamento del vicesindaco, Sveva Belviso». E in proposito il giudice ricorda una “conversazione telefonica agli atti” tra Dolce e il vicesindaco del 14 dicembre 2011, anzi in proposito il gip evidenzia come gli indagati potevano «contare su una rete di rapporti all’interno del comune di Roma, ancora solo parzialmente esplorate». Il giudice afferma ancora che un altro «dirigente della Unità operativa decoro urbano del dipartimento tutela ambiente e del verde» si interessò per il rilascio di un nulla-osta per far ottenere il pagamento di somme dalla banca in favore degli imprenditori indagati. Dalle indagini e in particolare dalle conversazioni tra Dolce, Bernardini e Volpe, emergono «pressioni effettuate sui vertici della Banca di Credito cooperativo, oltre che su esponenti del mondo della politica e degli affari». Del coinvolgimento sia pure indiretto dell’attuale compagno della Belviso aveva parlato anche questo giornale a inizio anno suscitando le sdegnate reazioni dell’interessata soprattutto dopo le interrogazioni di alcuni consiglieri del Pd. Oggi invece emergerebbe un coinvolgimento diretto e interessato della vice sindaco che lascia presagire pesanti contraccolpi politici

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