martedì 8 novembre 2011

Per fortuna qualcuno parla bene della Madonnetta!!!!

Là dove c'erano pecore oggi c'è un parco della città

di Stefano Mastrangelo
Domani ospiterà la manifestazione “Io non ho paura dei colori” promossa per favorire l’integrazione fra i giovani e il 14 un Emergency day per raccogliere fondi per un ospedale in Sudan. Il grande parco della Madonnetta è la dimostrazione dell’efficacia del progetto Punto verde qualità. Mastrangelo racconta la rocambolesca storia e ne descrive le attuali potenzialità.
Il grande polmone verde fra via di Macchia Saponara e via di Acilia, voluto da Vezio de Lucia, non ha sicuramente la configurazione progettuale pensata dal grande urbanista, ma sicuramente interpreta in modo corretto per dimensione, respiro ed attività la funzione ambientale e sociale che dovrebbero avere tutti i grandi parchi di quartiere. Il parco Madonnetta di circa 20 ettari, insieme al Parco Pallotta (25 ettari), al Parco Canale dello Stagno (11 ettari) e ai Parchi della Colombo (7,5 ettari), rappresentano il patrimonio verde più frequentato e apprezzato da tutti i cittadini del XIII Municipio. Oltre a due piscine, ci sono strutture per il fitness, pesi, danza, arti marziali, spinning e prepugilistica. C’è spazio anche per un centro fisioterapico ed uno estetico, ben sei campi da tennis, due di calcetto, due di calciotto e due campi con copertura leggera per il basket, pallavolo, pattinaggio, oltre a un muro per l’arrampicata sportiva. Il centro è frequentato due o tre volte la settimana per i vari corsi di addestramento da 1.530 ragazzi oltre a circa 1.000 utenti al mese del centro fitness e piscina. Vi sono poi due asili nido, un ristorante pizzeria, orti per disabili e un’area addestramento cani molto apprezzata. A vario titolo nel parco ci lavorano 190 persone fra istruttori, maestri d’asilo, camerieri e manutentori.
Parliamo in pratica di una realizzazione positiva e coerente allo spirito del progetto Punti verde qualità, ma per arrivare alla situazione attuale c’è voluto molto impegno da parte dell’amministrazione comunale e la determinazione dei concessionari dell’area. Tutto cominciò il 22 luglio del 1999 quando il comune decise di riprendersi l’area. L’ostacolo più difficile da superare era rappresentato dalla famiglia sarda che occupava il terreno da quando era stato regolarmente espropriato al proprietario. Si era dovuto noleggiare due carri bestiame per il trasporto delle pecore e affittare un’azienda agricola nelle Marche per portarcele secondo quanto la legge imponeva. La famiglia del pastore Satgia, tre generazioni, compresi i bambini, si era incatenata al cancello d’ingresso. Avevano anche mobilitato i clienti a cui vendevano uova e formaggio e un manipolo di ambientalisti, convinti che stavamo facendo un sopruso ad una povera famiglia di lavoratori! C’era quasi da sentirsi in colpa. Lo usavano da vent’anni senza pagare una lira di affitto! La vicenda andava avanti da due anni e questo era il secondo tentativo di sgombero e non poteva fallire. La questione si risolse dopo lunga trattativa con la firma di un concordato e il versamento di una buona uscita di circa 200 milioni. Durante la stessa mattinata Satgia riuscì anche a vendere tutte le duecento pecore all’autotrasportatore e così l’ostacolo più forte fu risolto con soddisfazione di tutti. Il vecchio Aldo Ciabocco, il nuovo concessionario, un marchigiano, lavoratore e di grande umanità era emozionato: il suo sogno poteva finalmente avverarsi, peccato che non ebbe la soddisfazione di toccare con mano la sua creatura.
E’ nato così il punto verde qualità di Madonnetta! Nel momento più critico e in attesa dei soldi del Credito Sportivo la famiglia Ciabocco ha dovuto anche vendere una sua proprietà per far fronte alle spese di progetto e di apertura del cantiere. Infatti i Ciabocco per avere i soldi dalla banca hanno dovuto versare in titoli a garanzia 619.000 euro e hanno dovuto pagare durante i lavori 671.000 euro fra interessi di preammortamento e assicurazione del cantiere. Un’opera realizzata per stralci e con grande oculatezza, attenta a creare gradualmente risorse per poter far fronte agli oneri bancari. L’investimento è stato di circa dieci milioni di euro con una rata semestrale di ammortamento di circa 360.000 euro.
L’area, utilizzata da varie Onlus e cooperative di aiuto ai disabili, ha ospitato diverse manifestazioni sportive: tornei giovanili di tennis; Master Nazionali di tennis in carrozzina; gare di mountain bike; campionati italiani di nuoto per disabili; corsi per il reinserimento sociale di categorie svantaggiate per il conseguimento della qualifica di “clowndottori” e la giornata provinciale dello Sport Paraolimpico. Durante il fine settimana e nelle giornate di bel tempo il parco si riempie di cittadini
Roma, 6 maggio 2011

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Andrea Ciabocco "Vi racconto come è stato ucciso un bel sogno" - Il Quotidiano del Litorale

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