Riflessioni sul testo del
video “Il parco che non c’è” di Marco Mancini che non finirò mai di
ringraziare…
"Dicono che la Felicità è trovarsi con la
natura, vederla, parlarle."
E sì, è proprio vero. E
pensare che non ne ero proprio capace. Non avevo certo il pollice verde.
Diciamo la verità. Quando mio padre mi diceva che per essere un “uomo” devi
aver piantato degli alberi non lo comprendevo proprio. Aveva ragione, come
tante altre volte nella vita. Ho imparato e penso di aver imparato abbastanza bene
tanto che poi ne ho piantate migliaia e non le ho solo piantate. Me ne sono
preso cura, una per una. Ho imparato quali piante avrebbero attecchito meglio e
l’ho imparato commettendo una marea di errori. Ho imparato facendo di testa mia
perché ho scoperto che anche le piante fanno parte del “commercio” e che
proprio quelli che le vendono sono, spesso ma non sempre, quelli che non hanno
minimamente a cuore la vita delle piante. Hi imparato a trapiantarle, ho
imparato a rispettarle, le ho difese dalle pallonate, le ho difese
dall’ignoranza di chi non merita l’ossigeno che le piante donano. Nei peggiori
momenti di questa parte della vita mi sono rigenerato la mattina presto o la
sera tardi quando ho potuto passeggiare nella natura del parco del quale
conosco ogni colore, ogni profumo, ogni rumore.
“Tu amico mio mi hai ascoltato quando ne avevo
bisogno, mi hai fatto credere che in questo sistema tu eri diverso e lo eri.
Qualche giorno fa mi è arrivata voce che non stai più molto bene e che presto
arriverà il tuo momento. Anche se ormai non vivo più da tempo da queste parti,
oggi ho deciso di venirti a trovare. Ciò che desidero di più è tornare a
parlarti e farti sentire la mia vicinanza. Starti accanto insieme a quei pochi
veri amici rimasti anche un'ultima volta”
E’ vero il parco non sta
molto bene perché non c’è più nessuno che si cura di lui. Ma è anche vero che
il parco è così forte che riesce ad andare avanti da solo e questa sua
autosufficienza è quasi miracolosa. Si sta affrancando da chi lo ha fatto
crescere dimostrandogli ancora una volta il suo amore. Sembra quasi dire “Sei
in difficoltà. Non sprecare le tue poche forze con me. Pensa a te, alla tua
sopravvivenza. Io ce la faccio da solo”. Come quando mio figlio che, sapendo di
darmi un’enorme dispiacere, mi annunciò che aveva fatto il concorso per la
Scuola Marescialli della Guardia di Finanza. Un colpo al cuore. Era cresciuto
con me al parco innamorandosene forse più di me ma mi comunicava che, da quel
momento avrebbe fatto da solo, liberandomi, come poi è accaduto della
responsabilità del suo futuro. E il parco sta facendo lo stesso.
“Mi ricordo quando eravamo piccoli, qui non
c'era nessuno. Ogni tanto passava il pastore con le sue pecore. C'era il
silenzio, il traffico non esisteva. Interi quartieri non esistevano. La mia
famiglia come molte altre si era trasferite qui negli anni '80 proprio perchè
sembrava di essere in campagna. Poco dopo iniziarono a costruire. Ovunque.
Negli anni 2000 il territorio era già irriconoscibile e già in tanti non
vedevano l'ora che tu nascessi. Ricordo ancora quel giorno, fu una grande
festa. Crescevi felice perchè donavi felicità.”
E pensare che qualcuno ha
criticato anche quelle poche cose che sono state costruite per consentire
l’equilibrio economico del progetto. Tutti sempre pronti a parlare, tanto non
costa nulla. Hanno criticato non sapendo che il parco ha “salvato” i quartieri
limitrofi dalle alluvioni, hanno criticato non sapendo che il parco ha
urbanizzato 4 quartieri andando a prendere luce e acqua ai 2 estremi opposti(
Via di Acilia e Via di Macchia Saponara) poiché Via Molajoli ne era e ne è
sprovvista, hanno criticato non comparando mai il Parco della Madonnetta con
gli altri Punti Verdi Qualità che si sono distinti, i peggiori, nelle ruberie e
nelle truffe, e, i migliori, per non avere quasi per nulla realizzato lo
spirito sociale e pubblico che ha sempre contraddistinto il Parco della
Madonnetta Ne ha donata tanta di felicità con estrema generosità e senza mai
chiedere nulla in cambio. Chiedeva solo rispetto e lo chiede ancora. Chiedeva a
chi ne fruiva un briciolo di partecipazione e invece è stato mangiato da chi ne
fruiva come fanno le formiche.
“La tua generosità sarebbe stata ripagata? Ti hanno incendiato l'anima,
eppure nessuno è mai venuto a scaldarsi. I passanti dicevano di vedere solo un
filo di fumo e continuavano sulla loro strada. Un fuoco inestinguibile che ti divora
eternamente. In molti hanno sentito le tue urla di dolore quelle notti. Perchè
abbiamo fatto finta di niente? La gente si spaventa perché fa cose spaventose.
Ha paura perché distrugge le più grandi scoperte mai fatte. Tutte le più grandi
idee concepite, le più meravigliose invenzioni elaborate. Le distrugge, le
sovverte, le stravolge. E solo troppo tardi si ferma a chiedersi perché.”
Nessuno si è scomodato
quando sono iniziate le razzie. Nessuno. Qualcuno molto abile è riuscito a far
credere che chissà cosa di oscuro ci fosse dietro. Qualcuno molto abile che
pensava di fare l’affare della propria vita. Un po’ di discredito e voilà. Chi
fino a un attimo prima era colui che dispensava benessere in un
attimo diventava un appestato. Nessuno ha fatto nulla. 12 incendi, ruberie e
atti vandalici continui. Nessuno ha fatto nulla. Forse non lo meritavano, il
parco. Forse il parco, oggi, sta inviando questo messaggio. Mi riprendo tutto
io così poco a poco vi caccerò fuori. Non mi meritate!
"Passa, passa quel pallone! Da qui è un
tiro da 3. Sulla panchina c'è un'aria tesa, mancano pochi secondi, potrebbe
essere il tiro della vittoria. Il tiro è partito. La palla sembra ben
indirizzata, ma il tempo è scaduto. Non ci saranno altre chances. Lo sguardo di
molti è ora rivolto al tabellone, il punteggio è chiaro nessuno può dire il
contrario.”
Ricordo la notte nella quale
si è scoperchiato il primo campo coperto poiché giovani vandali avevano,
indisturbati, tagliato a colpi di coltello gran parte del telone in PVC.
Ricordo i botti che si sentivano in tutto il quartiere. Volevo andare.
Aggrapparmi al telo per farmi sbalzare lontano. Nessuno ha fatto nulla se non
venire il giorno dopo a fotografare.
“Il vento gioca con elementi che hanno vissuto
un'altra storia. Piccoli vetri risplendono in silenzio. Sono più tranquilli
adesso, credono che la tempesta sia passata. Tutto è di nuovo fermo. Infiniti
piccoli frammenti di noi sono ancora qui. La guerra è dietro casa tua. Questo è
quello che lascia. Non serve che te lo raccontino i telegiornali. Non c'è più
nulla, resta solo l'eco dei tuo passi.”
La guerra è dentro di noi,
sempre presente. Girare tra le macerie del centro sportivo mi fa ricordare i
racconti di mio padre. Mi fa ricordare le case dei Serbi nell’enclave croata di
Karlovac quando mio figlio mi chiedeva il perché dei buchi sui muri. Erano le
pallottole dei cecchini che al parco sono i graffiti su tutti i muri possibili,
i vetri rotti, lo sfregio degli escrementi animali sui campi da tennis. La
banalità del male. L’indifferenza dei più e l’irresponsabilità dei servitori
dello Stato. E’ stato un ordine…
“Se c’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché
qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa. Devo lasciare un biglietto
a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo
migliore di quello che è. Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più
bella forma d’arte che si possa desiderare. Grazie a Dio gli uomini non possono
volare e devastare il cielo come hanno fatto con la terra. Il sole, la luna e
le stelle sarebbero scomparse da tempo… se fossero state alla portata delle
mani predatorie degli uomini. L’uomo è la specie più folle: venera un Dio
invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura
che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando. C'è chi sopravvive di ciò
che riceve e chi vive di ciò che dona. Gli angeli dei nostri tempi sono tutti
coloro che si interessano agli altri prima di interessarsi a se stessi. E per
fortuna c'è ancora qualcuno che si interessa di te amico mio." Ogni cosa
che puoi immaginare, la natura l’ha già creata. Ogni filo d’erba sembra
contenere una biblioteca dedicata alla meraviglia, al silenzio e alla
bontà,.......... o almeno dovrebbe La natura dovrebbe essere un posto da
visitare. E' casa nostra. Ma questa è davvero casa nostra? In questo prato è
evidente l'egoismo dell'uomo. Il fuoco non cancella l’egoismo, impedisce
solamente al seme di crescere. Il seme del nulla qui prospera fiero. L’uomo è
veramente uomo soltanto quando gioca. Quando smetti di giocare non sei adulto,
sei spento. In natura niente è perfetto e tutto è perfetto. Gli alberi possono
essere contorti, incurvati in modi bizzarri, ma risultare comunque bellissimi.”
Qualcuno lo ha piantato
quell’albero pensando di essere uno strumento nelle mani di chi vuole lasciare
un mondo migliore per la generazioni future. Quello che è accaduto,
nell’indifferenza generale mi ha convinto di essere parte di una minoranza che
prova a seminare che troppo spesso viene sopraffatta dalla moltitudine affamata
e divoratrice. I semi sono buoni da mangiare…Ho avuto l’enorme possibilità di
poter condividere il parco e le sue potenzialità, ho avuto modo di poter dare
un’opportunità a tutti quelli che ma l’hanno chiesta e anche a quelli che non
me l’hanno chiesto. Ho potuto giocare e ho fatto tanto giocare.
“Camminare per me significa entrare nella
natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura
per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti
i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. E
poi ci sei tu.”
Io lo conosco lo spirito del
parco. Sopravviverà a tutte le cattiverie. Sopravviverà.
“Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate
(Dante). Il sogno di ogni vero sportivo. E' così sicuro qui che non c'è neanche
bisogno di chiudere a chiave. Oggi è una giornata speciale, i tornelli sono
aperti per tutti, bambini ed anziani. E' bellissimo. Non serve un abbonamento,
puoi venire qui quando desideri e prendere parte ad una delle numerose attività
che il nostro centro sportivo offre. Abbiamo talmente tanto materiale a
disposizione per te, che abbiamo assunto nuovo personale solamente per
sistemarlo nel migliore dei modi. Vogliamo che i bambini esprimano attraverso
il disegno i propri desideri. Siamo certi che presto questi colori prenderanno
vita. Ma per ora forse è meglio andare. Vorrei farmi un giro al piano di sopra.
"Scusi posso andare a vedere la palestra?" La signorina al desk non
risponde, forse è troppo impegnata con le numerose di richieste di abbonamento
arrivate in questi giorni. Beh io vado lo stesso. Mi raccomando "lasciare
i tesserini sopra il tavolo degli istruttori". Mi sento un pò a disagio
oggi. Spero che questi ragazzi mi mettano presto a mio agio. Devo capire di più
di questa Cultura della forma fisica. Credo che la soddisfazione maggiore che
si possa avere in una palestra sia sentire la “pompa”. Quando ci si esercita
con i bicipiti e si sente il sangue scorrere dentro i muscoli sembra quasi che
la pelle debba esplodere da un momento all’altro... è una cosa fantastica. La
voce dell'istruttore risuona nella mia testa: "Buttate via la bilancia ed
il metro da sarto! Per valutare i vostri progressi, usate solo lo
specchio"
Ricordo l’entusiasmo
dell’apertura del centro sportivo. In pochi hanno capito cosa significasse. La
gente non vuole capire. Per far vivere il parco bisognava andare al centro
sportivo. E questo non è
successo. Ho lottato ogni giorno per non far sentire mai nessuno escluso.
Davide ragazzo autistico che faceva raid sul bordo piscina tirandosi giù lo
slip, Mirko che quando si vedeva negare qualcosa mi prendeva come sfogo e mi
menava, menava avete capito bene, e tanto altro. Gli impianti del circondario
che avevano trovato la maniera di levarsi di mezzo i clienti scomodi…tanto alla
Madonnetta prendono tutti. Tutti gli sport anche quelli poco redditizi per
tutti, proprio tutti. In pochi lo hanno compreso. Invece di venire a piedi al
centro sportivo del loro parco in tanti prendevano la macchina per andare al
centro sportivo dell’Axa o dell’Infernetto oppure al Centro Sportivo Comunale
che paga pochi spiccioli all’anno 52 volte inferiore al costo della
manutenzione del verde del parco.
“Gianicolo, terrazza del Pincio, Zodiaco, ma
levati proprio! Da qui puoi godere un panorama spettacolare. Possiamo vedere te
amico mio, una vista senza eguali, attraverso le vetrate in cristallo di questo
roof top. Non c'è tempo per fermarsi a guardarci allo specchio. Il nostro
viaggio non finisce qui. Non c'è tempo per fermarci a schiacciare un pisolino
su questo splendido letto o per metterci seduti a bere un the caldo tra
un'attività e l'altra.”
Sono stato il peggior
gestore di Centro Sportivo del mondo ma non potevo non essere io. Quante volte
la gente mi ha letto in faccia la mia delusione quando li vedevo sul tapis
roulant e non a correre nel parco. Quanti tramonti magici da quella finestra
vedendo le piante crescere di giorno in giorno.
“Ma come fai a non fermarti un secondo ad
ammirare i grattacieli di Acilia. Quanti anni ci sono voluti per realizzare
un'opera così imponente. Apprezzo molto il tocco supremo dell’artista. Ma se
l'Arte è quando la mano, la testa, e il cuore dell’uomo vanno insieme mi
chiedo.... questa è arte?”
E qualcuno, ironia della
sorte, è riuscito a dire che le costruzioni del parco impattavano troppo.
Bastava alzare lo sguardo verso Via di Acilia per comprendere cosa impattava e
impatta. Nessuno vuole ascoltarmi quando racconto quanta acqua, un alluvione,
viene nel parco a causa di quei palazzoni, nessuno vuole comprendere che il
parco è servito e serve anche a non far allagare i quartieri a valle di quello
schifo. Schifo…
Noto con piacere in ogni caso che abbiamo a
disposizione due piscine. Una più grande, questa qui, in cui è possibile fare
del nuoto libero ad esclusione di quelle due corsie lì in cui stanno nuotando
gli allievi degli istruttori. E questa più piccolina, dedicata ai bambini. Non
c'è cosa più bella di vederli giocare in acqua, sono troppo divertenti. Beh a
questo punto direi di andare per il nuoto libero. La cuffia l'ho messa,
scendiamo le scalette piano piano ed eccoci qui. Ci sono poche cose su cui
davvero non riesco a fare dell'ironia. A volte il silenzio è la scelta
migliore. Da piccolo sognavo un campo di calcio dietro casa aperto a tutti. Ma
non ce ne erano. Oggi qui ci sono, ma non c'è più nessuno per giocare”.
Nel video c’è una sequenza
che mi ha fatto incazzare. Non hanno risparmiato, i subumani responsabili degli
atti vandalici, neanche una carrozzina dei disabili. Che possiate essere
maledetti. Pensavo di aver fatto qualcosa per migliorare il mondo. E’ servito,
al contrario, per far emergere la parte peggiore della razza umana. Pensavo,
stupido, di poter ergermi a paladino dei più deboli come quando lottavo per far
rispettare i parcheggi per i disabili che venivano sempre, dico sempre,
occupati da signore sempre di corsa, sempre distratte, sempre ignoranti oppure
da signori che non sapevano leggere. Maledetti…I subumani ancora si aggirano
per il parco. Li ho beccati 2 volte dentro a quello che una volta era il
ristorante. Non hanno mai avuto il coraggio di affrontarmi. Scappano i
vigliacchi. E poi tornano di notte per prendersi la rivincita.
“E' ora di salutarti amico mio. Oggi ne abbiamo
viste tante e sono sicuro che ci farà bene. Se non ne fossi stato sicuro, non
sarei mai venuto da te oggi. Non nego che sarebbe stato più semplice non
venirti a trovare in questo momento difficile. Vederti così fà paura amico mio,
sono sincero. Ma so anche che la paura può farti prigioniero. Solo la speranza
può renderti libero. E sono sicuro che la speranza, se resta viva in noi e in
tutte le persone che ti vogliono bene, ci aiuterà entrambi. A Rinascere. A Rinascere.
A Rinascere.”
Venitelo a trovare. Il parco
vi aspetta. E aspetta che ognuno alzi la voce. Non vuole pacche sulle spalle.
Non ha spalle il parco. Il parco vuole rispetto e vuole che tutti quelli che
hanno ricevuto quello che lui ha donato senza chiedere nulla in cambio si
mobilitino per cercare una soluzione. E questo è l’ultimo dono che fa a tutti.
E’ disposto a sacrificarsi ancora una volta. Lui potrebbe vivere senza gli
umani. Nel tempo si prenderebbe tutto ciò che gli spetta. L’erba crescerà a
dismisura, i sentieri non saranno più praticabili, la natura estrometterà chi è
rimasto indifferente a quello che succedeva, l’uomo avrà quello che si merita.
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