giovedì 1 febbraio 2018

Riflessioni sul testo del video “Il parco che non c’è” di Marco Mancini che non finirò mai di ringraziare…

Riflessioni sul testo del video “Il parco che non c’è” di Marco Mancini che non finirò mai di ringraziare…
"Dicono che la Felicità è trovarsi con la natura, vederla, parlarle."
E sì, è proprio vero. E pensare che non ne ero proprio capace. Non avevo certo il pollice verde. Diciamo la verità. Quando mio padre mi diceva che per essere un “uomo” devi aver piantato degli alberi non lo comprendevo proprio. Aveva ragione, come tante altre volte nella vita. Ho imparato e penso di aver imparato abbastanza bene tanto che poi ne ho piantate migliaia e non le ho solo piantate. Me ne sono preso cura, una per una. Ho imparato quali piante avrebbero attecchito meglio e l’ho imparato commettendo una marea di errori. Ho imparato facendo di testa mia perché ho scoperto che anche le piante fanno parte del “commercio” e che proprio quelli che le vendono sono, spesso ma non sempre, quelli che non hanno minimamente a cuore la vita delle piante. Hi imparato a trapiantarle, ho imparato a rispettarle, le ho difese dalle pallonate, le ho difese dall’ignoranza di chi non merita l’ossigeno che le piante donano. Nei peggiori momenti di questa parte della vita mi sono rigenerato la mattina presto o la sera tardi quando ho potuto passeggiare nella natura del parco del quale conosco ogni colore, ogni profumo, ogni rumore.
“Tu amico mio mi hai ascoltato quando ne avevo bisogno, mi hai fatto credere che in questo sistema tu eri diverso e lo eri. Qualche giorno fa mi è arrivata voce che non stai più molto bene e che presto arriverà il tuo momento. Anche se ormai non vivo più da tempo da queste parti, oggi ho deciso di venirti a trovare. Ciò che desidero di più è tornare a parlarti e farti sentire la mia vicinanza. Starti accanto insieme a quei pochi veri amici rimasti anche un'ultima volta
E’ vero il parco non sta molto bene perché non c’è più nessuno che si cura di lui. Ma è anche vero che il parco è così forte che riesce ad andare avanti da solo e questa sua autosufficienza è quasi miracolosa. Si sta affrancando da chi lo ha fatto crescere dimostrandogli ancora una volta il suo amore. Sembra quasi dire “Sei in difficoltà. Non sprecare le tue poche forze con me. Pensa a te, alla tua sopravvivenza. Io ce la faccio da solo”. Come quando mio figlio che, sapendo di darmi un’enorme dispiacere, mi annunciò che aveva fatto il concorso per la Scuola Marescialli della Guardia di Finanza. Un colpo al cuore. Era cresciuto con me al parco innamorandosene forse più di me ma mi comunicava che, da quel momento avrebbe fatto da solo, liberandomi, come poi è accaduto della responsabilità del suo futuro. E il parco sta facendo lo stesso.

“Mi ricordo quando eravamo piccoli, qui non c'era nessuno. Ogni tanto passava il pastore con le sue pecore. C'era il silenzio, il traffico non esisteva. Interi quartieri non esistevano. La mia famiglia come molte altre si era trasferite qui negli anni '80 proprio perchè sembrava di essere in campagna. Poco dopo iniziarono a costruire. Ovunque. Negli anni 2000 il territorio era già irriconoscibile e già in tanti non vedevano l'ora che tu nascessi. Ricordo ancora quel giorno, fu una grande festa. Crescevi felice perchè donavi felicità.”
E pensare che qualcuno ha criticato anche quelle poche cose che sono state costruite per consentire l’equilibrio economico del progetto. Tutti sempre pronti a parlare, tanto non costa nulla. Hanno criticato non sapendo che il parco ha “salvato” i quartieri limitrofi dalle alluvioni, hanno criticato non sapendo che il parco ha urbanizzato 4 quartieri andando a prendere luce e acqua ai 2 estremi opposti( Via di Acilia e Via di Macchia Saponara) poiché Via Molajoli ne era e ne è sprovvista, hanno criticato non comparando mai il Parco della Madonnetta con gli altri Punti Verdi Qualità che si sono distinti, i peggiori, nelle ruberie e nelle truffe, e, i migliori, per non avere quasi per nulla realizzato lo spirito sociale e pubblico che ha sempre contraddistinto il Parco della Madonnetta Ne ha donata tanta di felicità con estrema generosità e senza mai chiedere nulla in cambio. Chiedeva solo rispetto e lo chiede ancora. Chiedeva a chi ne fruiva un briciolo di partecipazione e invece è stato mangiato da chi ne fruiva come fanno le formiche.
La tua generosità sarebbe stata ripagata? Ti hanno incendiato l'anima, eppure nessuno è mai venuto a scaldarsi. I passanti dicevano di vedere solo un filo di fumo e continuavano sulla loro strada. Un fuoco inestinguibile che ti divora eternamente. In molti hanno sentito le tue urla di dolore quelle notti. Perchè abbiamo fatto finta di niente? La gente si spaventa perché fa cose spaventose. Ha paura perché distrugge le più grandi scoperte mai fatte. Tutte le più grandi idee concepite, le più meravigliose invenzioni elaborate. Le distrugge, le sovverte, le stravolge. E solo troppo tardi si ferma a chiedersi perché.
Nessuno si è scomodato quando sono iniziate le razzie. Nessuno. Qualcuno molto abile è riuscito a far credere che chissà cosa di oscuro ci fosse dietro. Qualcuno molto abile che pensava di fare l’affare della propria vita. Un po’ di discredito e voilà. Chi fino a un attimo prima era colui che dispensava benessere   in un attimo diventava un appestato. Nessuno ha fatto nulla. 12 incendi, ruberie e atti vandalici continui. Nessuno ha fatto nulla. Forse non lo meritavano, il parco. Forse il parco, oggi, sta inviando questo messaggio. Mi riprendo tutto io così poco a poco vi caccerò fuori. Non mi meritate!

"Passa, passa quel pallone! Da qui è un tiro da 3. Sulla panchina c'è un'aria tesa, mancano pochi secondi, potrebbe essere il tiro della vittoria. Il tiro è partito. La palla sembra ben indirizzata, ma il tempo è scaduto. Non ci saranno altre chances. Lo sguardo di molti è ora rivolto al tabellone, il punteggio è chiaro nessuno può dire il contrario.”
Ricordo la notte nella quale si è scoperchiato il primo campo coperto poiché giovani vandali avevano, indisturbati, tagliato a colpi di coltello gran parte del telone in PVC. Ricordo i botti che si sentivano in tutto il quartiere. Volevo andare. Aggrapparmi al telo per farmi sbalzare lontano. Nessuno ha fatto nulla se non venire il giorno dopo a fotografare.
“Il vento gioca con elementi che hanno vissuto un'altra storia. Piccoli vetri risplendono in silenzio. Sono più tranquilli adesso, credono che la tempesta sia passata. Tutto è di nuovo fermo. Infiniti piccoli frammenti di noi sono ancora qui. La guerra è dietro casa tua. Questo è quello che lascia. Non serve che te lo raccontino i telegiornali. Non c'è più nulla, resta solo l'eco dei tuo passi.”
La guerra è dentro di noi, sempre presente. Girare tra le macerie del centro sportivo mi fa ricordare i racconti di mio padre. Mi fa ricordare le case dei Serbi nell’enclave croata di Karlovac quando mio figlio mi chiedeva il perché dei buchi sui muri. Erano le pallottole dei cecchini che al parco sono i graffiti su tutti i muri possibili, i vetri rotti, lo sfregio degli escrementi animali sui campi da tennis. La banalità del male. L’indifferenza dei più e l’irresponsabilità dei servitori dello Stato. E’ stato un ordine…

“Se c’è qualcuno seduto all’ombra oggi perché qualcun altro ha piantato un albero molto tempo fa. Devo lasciare un biglietto a mio nipote: la richiesta di perdono per non avergli lasciato un mondo migliore di quello che è. Credo che avere la terra e non rovinarla sia la più bella forma d’arte che si possa desiderare. Grazie a Dio gli uomini non possono volare e devastare il cielo come hanno fatto con la terra. Il sole, la luna e le stelle sarebbero scomparse da tempo… se fossero state alla portata delle mani predatorie degli uomini. L’uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando. C'è chi sopravvive di ciò che riceve e chi vive di ciò che dona. Gli angeli dei nostri tempi sono tutti coloro che si interessano agli altri prima di interessarsi a se stessi. E per fortuna c'è ancora qualcuno che si interessa di te amico mio." Ogni cosa che puoi immaginare, la natura l’ha già creata. Ogni filo d’erba sembra contenere una biblioteca dedicata alla meraviglia, al silenzio e alla bontà,.......... o almeno dovrebbe La natura dovrebbe essere un posto da visitare. E' casa nostra. Ma questa è davvero casa nostra? In questo prato è evidente l'egoismo dell'uomo. Il fuoco non cancella l’egoismo, impedisce solamente al seme di crescere. Il seme del nulla qui prospera fiero. L’uomo è veramente uomo soltanto quando gioca. Quando smetti di giocare non sei adulto, sei spento. In natura niente è perfetto e tutto è perfetto. Gli alberi possono essere contorti, incurvati in modi bizzarri, ma risultare comunque bellissimi.”

Qualcuno lo ha piantato quell’albero pensando di essere uno strumento nelle mani di chi vuole lasciare un mondo migliore per la generazioni future. Quello che è accaduto, nell’indifferenza generale mi ha convinto di essere parte di una minoranza che prova a seminare che troppo spesso viene sopraffatta dalla moltitudine affamata e divoratrice. I semi sono buoni da mangiare…Ho avuto l’enorme possibilità di poter condividere il parco e le sue potenzialità, ho avuto modo di poter dare un’opportunità a tutti quelli che ma l’hanno chiesta e anche a quelli che non me l’hanno chiesto. Ho potuto giocare e ho fatto tanto giocare.
“Camminare per me significa entrare nella natura. Ed è per questo che cammino lentamente, non corro quasi mai. La Natura per me non è un campo da ginnastica. Io vado per vedere, per sentire, con tutti i miei sensi. Così il mio spirito entra negli alberi, nel prato, nei fiori. E poi ci sei tu.”
Io lo conosco lo spirito del parco. Sopravviverà a tutte le cattiverie. Sopravviverà.
“Lasciate ogni speranza o voi ch'entrate (Dante). Il sogno di ogni vero sportivo. E' così sicuro qui che non c'è neanche bisogno di chiudere a chiave. Oggi è una giornata speciale, i tornelli sono aperti per tutti, bambini ed anziani. E' bellissimo. Non serve un abbonamento, puoi venire qui quando desideri e prendere parte ad una delle numerose attività che il nostro centro sportivo offre. Abbiamo talmente tanto materiale a disposizione per te, che abbiamo assunto nuovo personale solamente per sistemarlo nel migliore dei modi. Vogliamo che i bambini esprimano attraverso il disegno i propri desideri. Siamo certi che presto questi colori prenderanno vita. Ma per ora forse è meglio andare. Vorrei farmi un giro al piano di sopra. "Scusi posso andare a vedere la palestra?" La signorina al desk non risponde, forse è troppo impegnata con le numerose di richieste di abbonamento arrivate in questi giorni. Beh io vado lo stesso. Mi raccomando "lasciare i tesserini sopra il tavolo degli istruttori". Mi sento un pò a disagio oggi. Spero che questi ragazzi mi mettano presto a mio agio. Devo capire di più di questa Cultura della forma fisica. Credo che la soddisfazione maggiore che si possa avere in una palestra sia sentire la “pompa”. Quando ci si esercita con i bicipiti e si sente il sangue scorrere dentro i muscoli sembra quasi che la pelle debba esplodere da un momento all’altro... è una cosa fantastica. La voce dell'istruttore risuona nella mia testa: "Buttate via la bilancia ed il metro da sarto! Per valutare i vostri progressi, usate solo lo specchio"
Ricordo l’entusiasmo dell’apertura del centro sportivo. In pochi hanno capito cosa significasse. La gente non vuole capire. Per far vivere il parco bisognava andare al centro sportivo. E questo non è successo. Ho lottato ogni giorno per non far sentire mai nessuno escluso. Davide ragazzo autistico che faceva raid sul bordo piscina tirandosi giù lo slip, Mirko che quando si vedeva negare qualcosa mi prendeva come sfogo e mi menava, menava avete capito bene, e tanto altro. Gli impianti del circondario che avevano trovato la maniera di levarsi di mezzo i clienti scomodi…tanto alla Madonnetta prendono tutti. Tutti gli sport anche quelli poco redditizi per tutti, proprio tutti. In pochi lo hanno compreso. Invece di venire a piedi al centro sportivo del loro parco in tanti prendevano la macchina per andare al centro sportivo dell’Axa o dell’Infernetto oppure al Centro Sportivo Comunale che paga pochi spiccioli all’anno 52 volte inferiore al costo della manutenzione del verde del parco.
“Gianicolo, terrazza del Pincio, Zodiaco, ma levati proprio! Da qui puoi godere un panorama spettacolare. Possiamo vedere te amico mio, una vista senza eguali, attraverso le vetrate in cristallo di questo roof top. Non c'è tempo per fermarsi a guardarci allo specchio. Il nostro viaggio non finisce qui. Non c'è tempo per fermarci a schiacciare un pisolino su questo splendido letto o per metterci seduti a bere un the caldo tra un'attività e l'altra.”
Sono stato il peggior gestore di Centro Sportivo del mondo ma non potevo non essere io. Quante volte la gente mi ha letto in faccia la mia delusione quando li vedevo sul tapis roulant e non a correre nel parco. Quanti tramonti magici da quella finestra vedendo le piante crescere di giorno in giorno.
“Ma come fai a non fermarti un secondo ad ammirare i grattacieli di Acilia. Quanti anni ci sono voluti per realizzare un'opera così imponente. Apprezzo molto il tocco supremo dell’artista. Ma se l'Arte è quando la mano, la testa, e il cuore dell’uomo vanno insieme mi chiedo.... questa è arte?”
E qualcuno, ironia della sorte, è riuscito a dire che le costruzioni del parco impattavano troppo. Bastava alzare lo sguardo verso Via di Acilia per comprendere cosa impattava e impatta. Nessuno vuole ascoltarmi quando racconto quanta acqua, un alluvione, viene nel parco a causa di quei palazzoni, nessuno vuole comprendere che il parco è servito e serve anche a non far allagare i quartieri a valle di quello schifo. Schifo…
Noto con piacere in ogni caso che abbiamo a disposizione due piscine. Una più grande, questa qui, in cui è possibile fare del nuoto libero ad esclusione di quelle due corsie lì in cui stanno nuotando gli allievi degli istruttori. E questa più piccolina, dedicata ai bambini. Non c'è cosa più bella di vederli giocare in acqua, sono troppo divertenti. Beh a questo punto direi di andare per il nuoto libero. La cuffia l'ho messa, scendiamo le scalette piano piano ed eccoci qui. Ci sono poche cose su cui davvero non riesco a fare dell'ironia. A volte il silenzio è la scelta migliore. Da piccolo sognavo un campo di calcio dietro casa aperto a tutti. Ma non ce ne erano. Oggi qui ci sono, ma non c'è più nessuno per giocare”.  
Nel video c’è una sequenza che mi ha fatto incazzare. Non hanno risparmiato, i subumani responsabili degli atti vandalici, neanche una carrozzina dei disabili. Che possiate essere maledetti. Pensavo di aver fatto qualcosa per migliorare il mondo. E’ servito, al contrario, per far emergere la parte peggiore della razza umana. Pensavo, stupido, di poter ergermi a paladino dei più deboli come quando lottavo per far rispettare i parcheggi per i disabili che venivano sempre, dico sempre, occupati da signore sempre di corsa, sempre distratte, sempre ignoranti oppure da signori che non sapevano leggere. Maledetti…I subumani ancora si aggirano per il parco. Li ho beccati 2 volte dentro a quello che una volta era il ristorante. Non hanno mai avuto il coraggio di affrontarmi. Scappano i vigliacchi. E poi tornano di notte per prendersi la rivincita.
“E' ora di salutarti amico mio. Oggi ne abbiamo viste tante e sono sicuro che ci farà bene. Se non ne fossi stato sicuro, non sarei mai venuto da te oggi. Non nego che sarebbe stato più semplice non venirti a trovare in questo momento difficile. Vederti così fà paura amico mio, sono sincero. Ma so anche che la paura può farti prigioniero. Solo la speranza può renderti libero. E sono sicuro che la speranza, se resta viva in noi e in tutte le persone che ti vogliono bene, ci aiuterà entrambi. A Rinascere. A Rinascere. A Rinascere.

Venitelo a trovare. Il parco vi aspetta. E aspetta che ognuno alzi la voce. Non vuole pacche sulle spalle. Non ha spalle il parco. Il parco vuole rispetto e vuole che tutti quelli che hanno ricevuto quello che lui ha donato senza chiedere nulla in cambio si mobilitino per cercare una soluzione. E questo è l’ultimo dono che fa a tutti. E’ disposto a sacrificarsi ancora una volta. Lui potrebbe vivere senza gli umani. Nel tempo si prenderebbe tutto ciò che gli spetta. L’erba crescerà a dismisura, i sentieri non saranno più praticabili, la natura estrometterà chi è rimasto indifferente a quello che succedeva, l’uomo avrà quello che si merita.


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