E IO CHE PENSAVO DI AVER SOLO PIANTATO QUALCHE ALBERO....
Alla conferenza Onu Habitat III sullo sviluppo urbano sostenibile, tenutasi lo scorso ottobre a Quito in Equador, sono stati presentati i numeri di un caso studio importante: la città di New York, che ospita a Central Park una delle foreste urbane più vaste del mondo. Ebbene, a fronte dei 22 milioni necessari per la manutenzione, gli alberi della Grande Mela fruttano 120 milioni di dollari l’anno. Contribuiscono per 28 milioni ai risparmi di energia, per 5 milioni al miglioramenti della qualità dell’aria e per 36 milioni a ridurre le spese dovute al contenimento delle inondazioni da pioggia. Gli alberi, grazie alla loro ombra possono mitigare le temperature delle città tra i 2 e gli 8 gradi; se sono piantati vicino a un edificio, consentono di ridurre del 30% il costo dell’aria condizionata in estate, e di abbattere le spese per l’energia fra il 20 e il 50% in inverno. Ma i benefici ambientali riguardano anche la salute. Un solo grande albero assorbe 150 chili di CO2 all’anno, filtrando anche le polveri sottili emesse dal traffico veicolare, dalle industrie e dalle caldaie domestiche. Lo stesso albero, assimilando circa 5000 litri di acqua all’anno, contribuisce a mantenere il sottosuolo asciutto, pronto a impregnarsi di altra acqua piovana.
La città ideale dovrebbe avere, secondo gli esperti, almeno il 40% della propria superficie ricoperta da alberi. Ma purtroppo, secondo le ultime rivelazioni Istat, relative al 2014, il verde urbano, nelle nostre città rappresenta il 2,7% del territorio. Ogni italiano ha a disposizione in media 31 mq di superficie verde con differenze regionali piuttosto marcate, con il Nordest che ha dotazioni superiori più che doppie rispetto a quelle del Centro, del Nord-ovest e delle Isole. Una carenza che si ripercuote sulla nostra qualità della vita, poiché gli alberi sono un antidoto contro l'ansia e la depressione. Perché, come ha rilevato uno degli interventi alla conferenza di Quito, in un'area priva di alberi nel cervello degli umani si attiva maggiormente l'amigdala, che stimola il rilascio degli ormoni che innescano la reazione di combattimento o fuga.
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