Egr. Dott.Cantone,
sono Andrea Ciabocco, concessionario
del Punto Verde Qualità Madonnetta del Comune di Roma.
Le scrivo dopo aver letto la risposta
del Consiglio dell’ANAC AG 80/15/AP del 4/11/2015 all’istanza del Comune di Roma prot. N.
114694.
La società che rappresento è stata una
delle vincitrici del bando comunale nell’ormai lontano 1995 e ad oggi è una
delle poche società originarie sopravvissute.
Il bando chiedeva la disponibilità a
privati a progettare, realizzare e gestire un intervento denominato “Punto
Verde Qualità Madonnetta”, secondo quanto indicato nel progetto esecutivo e nel
progetto gestionale ed economico indicati nelle premesse della convenzione
stessa, e quindi trattasi di una concessione di costruzione e gestione,
disciplinata, in seguito, con l’entrata
in vigore del codice degli appalti, dagli articoli 143 e ss. del citato decreto
legislativo n. 163/2006.
Nel parere del Consiglio dell’ANAC da
me citato si descrive, da parte dell’amministrazione comunale di Roma, una
realtà distorta, quantomeno per la realtà che io rappresento.
Gli uffici dell’amministrazione
comunale rappresentano che:
1. “...sussistenza
di diffusi illeciti amministravi e penali nella gestione del rapporto
asseritamente concessorio”
2. “…Si mette in evidenza che il rischio
concessorio è stato di fatto assunto per intero in capo all’amministrazione
comunale”
3. “… non vi è
alcuna certezza sul valore delle opere”
4. “Tali illeciti
non si esauriscono solo alla materia della contrattualistica pubblica, ma si
estendono all’edilizia e all’urbanistica”
5. “…le aree cd
profit superano di gran lunga le aree verdi gratuitamente accessibili … si
ravvisano soltanto attività commerciali”
6. “Tra gli
illeciti rappresentati vi è quello della mancanza di collaudo”
7. “Si è proceduto
alla revoca di alcune concessioni/convenzioni”
Alla luce di ciò mi permetto di
osservare che:
1. Se sono
presenti illeciti amministrativi e penali andrebbero segnalati all’autorità
giudiziaria competente .
2. Il rischio
concessorio non è, almeno nel mio caso, assolutamente in carico esclusivo
all’amministrazione comunale visto che:
·
La
società che rappresento ha investito su un quadro economico generale di
11.700.000€ ben 4.000.000 € e in piu’ a oggi ha pagato di interessi di
ammortamento e preammortamento altri 2.000.000€
·
La
sentenza del tar lazio N°03817/2014
statuisce che la concessione è “concessione di lavori pubblici” e quindi
riconosce il diritto soggettivo al riequilibrio del piano economico/finanziario
·
La
concessione col comune di roma presenta delle clausole vessatorie riconoscendo
al comune di roma un canone annuo per le strutture costruite dalla
concessionaria di € annui a fronte di oneri per la manutenzione del verde,
totalmente a carico della società concessionaria, di € annui
3. Tutti gli stati
di avanzamento lavori sono stati certificati dalla Commissione di Vigilanza
della quale facevano parte tecnici comunali e dirigenti delle banche
finanziatrici. I prezzi presenti nel capitolato facevano riferimento al
prezzario della Regione Lazio allora vigente.
4. Se veramente
esistono tali illeciti vanno perseguite le persone che se ne sono macchiate. Se
illeciti sono stati fatti la maggior parte di essi è stata fatta in danno della
società che rappresento. Ricordo di avere, unico concessionario, nel marzo del
2011 denunciato comportamenti illegittimi da parte dell’allora Responsabile
Unico del Provvedimento Arch Stefano Volpe che poi nel marzo del 2012 verrà
arrestato dalla Guardia di Finanza per vari reati e che ha , oggi, un processo
pendente.
5. Il Parco della
Madonnetta è costituito da 21(ventuno!) ettari di verde dei quali ben
17(diciassette!)a fruizione pubblica piantumati con migliaia di essenze a oggi
bosco. Le attività commerciali si limitano sui previsti 6.700 mq. di superficie
coperta a circa 800 mq. con il resto destinato ad attività sportive, asili e
parco giochi.
6. La società che
rappresento chiede inascoltata dal 31/12/2008 il collaudo delle opere ma poiché
detto collaudo è a spese dell’amministrazione
comunale mai è stato effettuato.
7. La società che
rappresento è tra quelle alle quali è stata revocata la concessione/convenzione
per la quale è stato presentato ricorso al Tar del Lazio che mette in evidenza
che:
·
nel 2002
firmo un contratto di mutuo con il Credito Sportivo con tassi che oggi appaiono
del tutto fuori mercato se non addirittura usurari. Non ho avuto la possibilità
di ricontrattarli;
·
nel 2006
è approvata una nuova convenzione con le banche che prevedeva un allungamento
dei mutui a 20 anni. Chiedo, inascoltato, di poterne usufruire;
·
sono
stato costretto a sottoscrivere una fideiussione con la Società Italiana
Cauzioni, ora Atradius, che non garantiva nulla e nessuno ma che mi è costata
decine di migliaia di euro;
·
con le
trattenute operate sui finanziamenti erogati al Parco della Madonnetta (€
450.000) è stato pagato il debito di qualche altro concessionario inadempiente;
·
nel
2009, con i Mondiali di Nuoto, il Comune autorizza la costruzione di nuovi
impianti sportivi (alcuni di grandi dimensioni) che sono andati a pescare nel
nostro stesso bacino d'utenza, mettendoci in enorme difficoltà fino al punto di
costringerci a chiudere la piscina, nostro vanto, presso la quale, tra l'altro,
sono state organizzate ben 2 edizioni dei Campionati Italiani di nuoto a
squadre del Comitato Italiano Paraolimpico;
·
la crisi economica del paese ha ridotto
drasticamente le risorse da spendere per lo sport e il loisir;
·
denuncio anche alla Ragioneria del Comune
che il tasso applicato sul nostro
mutuo con il Credito Sportivo è superiore al tasso soglia ma mai abbiamo potuto
ricontrattarlo e siamo stati costretti a rivolgerci alla magistratura.
·
il
silenzio e l'inazione del Comune proseguono nonostante il TAR abbia
riconosciuto, come già esposto, il mio diritto soggettivo in quanto
concessionario di lavori pubblici ad ottenere ed eventualmente ottenere il
riequilibrio del piano economico finanziario.
Cito ora un
estratto del parere del Consiglio dell’ANAC che si riferisce all’interesse
pubblico:
“…in altri
termini, l’interesse pubblico ad evitare i palesati “gravissimi pregiudizi di
ordine economico e sociale” non puo’ essere valutato ex se, ma occorrerà
altresì valutare …” e in un parere di qualche tempo fa si leggeva”…Si noti come
l’attuale normativa (art143) sposti l’attenzione dal danaro in quanto tale per vedere invece lo stesso come uno degli
elementi dell’intervento. L’intervento che si compone oltre del prezzo della
costruzione dell’opera e sua qualità,della gestione del servizio e qualità dello
stesso,del tempo di concessione,della remunerazione degli investimenti
privati,nonché dell’ordinario utile d’impresa. E’ quindi l’amministrazione che
ha la discrezionalità per amalgamare questi elementi al variare dei diversi
interventi in base agli elementi forniti.”
Per concludere:
·
nel
caso del Parco della Madonnetta non è comprensibile perché all’entrata in
vigore del Codice degli Appalti si sia continuato a brancolare nel buio e non
si sia applicata la normativa e in special modo l’articolo 143 comma 8 e 8 bis.
·
E’
quanto mai discutibile l’operato dell’amministrazione che mai ha voluto cercare
di trovare una soluzione a un problema finanziario che poteva essere risolto
con l’applicazione della normativa citata.
·
L’interesse
pubblico del Parco della Madonnetta è provato dagli anni di attività, dalle
infinite attestazioni di buon operato, dalla enorme mobilitazione dei cittadini
che a seguito della revoca hanno in 14 giorni raccolto 12.000 firme per la
presentazione di una delibera di iniziativa popolare risolutiva delle
problematiche finanziarie e gestionali del parco.
·
Da
ultimo mi si consenta di dire che è quantomeno singolare che debba pagare le
azioni irresponsabili dell’amministrazione comunale chi in questi ultimi 15
anni ha svolto un esemplare servizio pubblico.
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