Tor Sapienza, il Punto verde qualità non decolla
Non decolla il punto verde qualità di viale Morandi a Tor Sapienza. Lo spazio non ha mai trovato una sua vera vocazione tanto che nessuna delle proposte immaginate per il suo sviluppo è stata mai realizzata.
Dal lontano 1995, anno in cui la giunta Rutelli diede vita all’ambizioso progetto di affidare aree abbandonate alla cura delle associazioni perché le trasformassero in luoghi di aggregazione, poco si è mosso. La copiosa produzione di atti amministrativi che ha caratterizzato questi dieci anni ha da un lato messo in evidenza la mancanza di una visione di insieme che potesse rendere le periferie un effettivo prolungamento del centro, dall’altro fatto sprofondare la fiducia dei cittadini.
A Tor Sapienza, alle spalle di viale Morandi, il punto verde qualità ne è un esempio. Oggetto di sequestro a causa di poco trasparenti attività di gestione e presunti illeciti, a metà 2015 è stato interessato da nuovi lavori che non hanno, tuttavia, portato i risultati prospettati dalla parte politica e sperati dalla cittadinanza.
Oggi, a fatica si muovono le attività inerenti il centro sportivo, come riportano Roberto Torre del comitato di quartiere Tor Sapienza ed Elvio Macario del comitato Morandi-Cremona, e la palestra che da settembre avrebbe dovuto aprire i battenti continua a rimandare l’apertura ora prevista per marzo, con grande disappunto dei residenti.
Le aree verdi seguitano a non essere un naturale luogo di ritrovo della zona: tramontata la possibilità di realizzare un cimitero degli animali domestici, è stata proposta la realizzazione di un orto urbano. Opzione, questa, salutata positivamente dalla cittadinanza che ha raccolto firme e adesioni ma che ad oggi non ha portato a nessuna azione concreta da parte del Comune.
L’avvento del Commissario Tronca non avrebbe portato nessun cambio di passo e la speranza di un nuovo inizio si concentrerebbe tutta, a torto o ragione, sulle prossime elezioni.
Come ricorda il presidente del Comitato di quartiere Roberto Torre, la zona è stata negli anni occupata abusivamente da più realtà, dai nomadi agli extracomunitari. “A Tor Sapienza è stato dato più di quanto poteva contenere”, spiega il Presidente, facendo riferimento alle naturali frizioni culturali in un contesto di degrado urbano e abbandono della politica.
Fragilità diffuse che sono andate via via ad aggiungersi ad un contesto non proprio florido legato alla presenza di due “tollerati” campi nomadi, alla discutibile urbanizzazione della TAV, all’esistenza di una stazione mal ridotta e saccheggiata in tutti i suoi arredi, tanto da renderla non funzionale alle esigenze del quartiere e pericolosa dal punto di vista della sicurezza. “Siamo in balia di quello che la politica decide quando lo decide”, critica Torre.
Istituzioni a tutti i livelli sono state contattate assicura il presidente del comitato: “Quando ci troviamo di fronte a questo lassismo e poi vediamo tagliati nastri perché si è fatto un giardinetto zen o perché è stata chiusa una buca, un po’ di amarezza ci viene”. Emanuela Martelluzzi
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