GLI INTERESSI DI MAFIA CAPITALE NEI PUNTI VERDE QUALITÀ.
ROMA –
Un progetto di riqualificazione. Un sogno di mezza estate
per i cittadini. Una balena da spolpare per la criminalità.
IPunti Verde Qualità (PVQ) nati nel ’95 con la giunta Rutelli si sono
rivelati una vera miniera d’oro per organizzazioni criminali ed imprenditori
corrotti. Un progetto che puntava alla valorizzazione di aree abbandonate,
è diventato terreno fertile anche perMafia Capitale – sodalizio guidato da
Massimo Carminati – ma anche per ilclan Fasciani, gruppo criminale del
litorale romano. L’IDEA. L’idea iniziale era quella di puntare su piccoli
interventi, mantenendo un’ampia superficie per il verde pubblico: chioschi,
noleggio biciclette, biblioteche potevano rappresentare un vero rilancio del
tessuto socio-culturale delle periferie romane. In realtà in tutto il Comune
di Roma lo schema dei PVQ ha favorito grosse speculazioni: maxi centri
sportivi, cinema, negozi, ristoranti quando è andato bene, cattedrali nel
deserto nel peggiore dei casi.LA GESTIONE VELTRONI E ALEMANNO.
I PVQ proseguono la loro corsa con le giunte Veltroni e Alemanno, ma la
miccia è ormai innescata. Con il sindaco di centro sinistra viene agevolato
il finanziamento per la realizzazione degli interventi. Il Comune si fa da
garante presso la Banca di Credito Cooperativo ed il Credito Sportivo per
il 95% delle somme da erogare agli imprenditori che realizzeranno le opere.
I finanziamenti delle banche vengono stanziati sulla base di stati
avanzamento lavori (SAL). Una mossa azzardata che attiva gli appetiti della
criminalità ed imprenditori corrotti, che vedono in questo meccanismo un
facile giro difatturazioni false per ottenere i soldi e non effettuare i lavori.
Il business non è tanto nella gestione delle aree verdi ma nella realizzazione.
Nel 2012 finalmente si accendono i riflettori della magistratura che porta alla
luce il sistema criminale. Grazie a funzionari corrotti del Comune di Roma i
SAL venivano firmati ed arrivavano fino al Dipartimento Ambiente, dove i
direttoriStefano Mastrangelo (giunta Veltroni) e Marco Visconti (giunta
Alemanno) rivestivano un ruolo centrale nel business Punti Verde. Non solo,
gli stessi dirigenti del Dip. Ambiente ed altri componenti politici – come
emerso dalleintercettazioni dell’inchiesta dei PM Nello Rossi, Francesco
Minisci, Giorgio Orano e Alberto Pioletti sui Punti Verde Qualità del 2012 –
avevano rapporti diretti con gli imprenditori arrestati. In sostanza venivano
certificati lavori mai eseguiti e le banche erogavano i finanziamenti.
Possibile che fra i dirigenti della Banca di Credito Cooperativo nessuno si sia
chiesto dove finissero quei soldi?
per i cittadini. Una balena da spolpare per la criminalità.
IPunti Verde Qualità (PVQ) nati nel ’95 con la giunta Rutelli si sono
rivelati una vera miniera d’oro per organizzazioni criminali ed imprenditori
corrotti. Un progetto che puntava alla valorizzazione di aree abbandonate,
è diventato terreno fertile anche perMafia Capitale – sodalizio guidato da
Massimo Carminati – ma anche per ilclan Fasciani, gruppo criminale del
litorale romano. L’IDEA. L’idea iniziale era quella di puntare su piccoli
interventi, mantenendo un’ampia superficie per il verde pubblico: chioschi,
noleggio biciclette, biblioteche potevano rappresentare un vero rilancio del
tessuto socio-culturale delle periferie romane. In realtà in tutto il Comune
di Roma lo schema dei PVQ ha favorito grosse speculazioni: maxi centri
sportivi, cinema, negozi, ristoranti quando è andato bene, cattedrali nel
deserto nel peggiore dei casi.LA GESTIONE VELTRONI E ALEMANNO.
I PVQ proseguono la loro corsa con le giunte Veltroni e Alemanno, ma la
miccia è ormai innescata. Con il sindaco di centro sinistra viene agevolato
il finanziamento per la realizzazione degli interventi. Il Comune si fa da
garante presso la Banca di Credito Cooperativo ed il Credito Sportivo per
il 95% delle somme da erogare agli imprenditori che realizzeranno le opere.
I finanziamenti delle banche vengono stanziati sulla base di stati
avanzamento lavori (SAL). Una mossa azzardata che attiva gli appetiti della
criminalità ed imprenditori corrotti, che vedono in questo meccanismo un
facile giro difatturazioni false per ottenere i soldi e non effettuare i lavori.
Il business non è tanto nella gestione delle aree verdi ma nella realizzazione.
Nel 2012 finalmente si accendono i riflettori della magistratura che porta alla
luce il sistema criminale. Grazie a funzionari corrotti del Comune di Roma i
SAL venivano firmati ed arrivavano fino al Dipartimento Ambiente, dove i
direttoriStefano Mastrangelo (giunta Veltroni) e Marco Visconti (giunta
Alemanno) rivestivano un ruolo centrale nel business Punti Verde. Non solo,
gli stessi dirigenti del Dip. Ambiente ed altri componenti politici – come
emerso dalleintercettazioni dell’inchiesta dei PM Nello Rossi, Francesco
Minisci, Giorgio Orano e Alberto Pioletti sui Punti Verde Qualità del 2012 –
avevano rapporti diretti con gli imprenditori arrestati. In sostanza venivano
certificati lavori mai eseguiti e le banche erogavano i finanziamenti.
Possibile che fra i dirigenti della Banca di Credito Cooperativo nessuno si sia
chiesto dove finissero quei soldi?
IL “MONDO
DI MEZZO”. Appalti e subappalti, politici corrotti, banche e società del
settore edilizio in mano alla criminalità, collegano con un filo rosso questa inchiesta con
il faldone Mondo di Mezzo, la recente attività guidata dal pool del procuratore
Giuseppe Pignatone. Dalle intercettazioni si evince come Massimo Carminati si fosse
interessato alla gestione del Punto Verde Olgiata – oggetto nel gennaio 2013 di un
incendio sospetto – gestito in passato dagli imprenditori Marco Bernardini e Massimo
Dolce, arrestati nell’inchiesta del 2012. Nella galassia dei Punti Verde si era affacciato
anche Antonio Lucarelli con le società Mondo Verde e Green Gest, fondate con i cugini
e lasciate a fine anni ’90 una volta diventato capo gabinetto dell’ex sindaco
Alemanno. Le quote della Mondo Verde vennero rilevate da Silvio Fanella,
considerato il cassiere di Gennaro Mokbel nella maxi truffa Telecom-Sparkle, ed
ucciso da componenti dell’estrema destra in un agguato il 3 luglio 2014.
settore edilizio in mano alla criminalità, collegano con un filo rosso questa inchiesta con
il faldone Mondo di Mezzo, la recente attività guidata dal pool del procuratore
Giuseppe Pignatone. Dalle intercettazioni si evince come Massimo Carminati si fosse
interessato alla gestione del Punto Verde Olgiata – oggetto nel gennaio 2013 di un
incendio sospetto – gestito in passato dagli imprenditori Marco Bernardini e Massimo
Dolce, arrestati nell’inchiesta del 2012. Nella galassia dei Punti Verde si era affacciato
anche Antonio Lucarelli con le società Mondo Verde e Green Gest, fondate con i cugini
e lasciate a fine anni ’90 una volta diventato capo gabinetto dell’ex sindaco
Alemanno. Le quote della Mondo Verde vennero rilevate da Silvio Fanella,
considerato il cassiere di Gennaro Mokbel nella maxi truffa Telecom-Sparkle, ed
ucciso da componenti dell’estrema destra in un agguato il 3 luglio 2014.
PARCO FERONIA – La
realizzazione del PVQ Parco Feronia era
affidata alla
Luoghi del Tempo ed alla Edil House. La prima gestita daLucia Mokbel (sorella del
faccendiere nero Gennaro) con il marito Giancarlo Scarozza. La seconda da Andrea
Munno. Quest’ultimo vicino all’ex sindaco Gianni Alemanno e Massimo Carminati ai
tempi dei NAR. La Luoghi del Tempo e Edil House (attualmente in liquidazione) hanno
ricevuto un finanziamento dal Comune per 9 milioni di euro, per lavori mai effettuati.
Le due società risultavano nell’infinita scacchiera della Cooperativa 29 Giugno di
Salvatore Buzzi arrestato nell’inchiesta Mondo di Mezzo. Nella Edil House, dopo
l’esperienza come direttore del Dipartimento Ambiente con la giunta Veltroni, aveva
lavorato Stefano Mastrangelo, il quale si era occupato proprio di Punti Verde Qualità
nella sua precedente carica al Comune di Roma. Una grande torta quella dei PVQ dove
si incontrano gli interessi di centro sinistra e centro destra.
Luoghi del Tempo ed alla Edil House. La prima gestita daLucia Mokbel (sorella del
faccendiere nero Gennaro) con il marito Giancarlo Scarozza. La seconda da Andrea
Munno. Quest’ultimo vicino all’ex sindaco Gianni Alemanno e Massimo Carminati ai
tempi dei NAR. La Luoghi del Tempo e Edil House (attualmente in liquidazione) hanno
ricevuto un finanziamento dal Comune per 9 milioni di euro, per lavori mai effettuati.
Le due società risultavano nell’infinita scacchiera della Cooperativa 29 Giugno di
Salvatore Buzzi arrestato nell’inchiesta Mondo di Mezzo. Nella Edil House, dopo
l’esperienza come direttore del Dipartimento Ambiente con la giunta Veltroni, aveva
lavorato Stefano Mastrangelo, il quale si era occupato proprio di Punti Verde Qualità
nella sua precedente carica al Comune di Roma. Una grande torta quella dei PVQ dove
si incontrano gli interessi di centro sinistra e centro destra.
CITTA’ DEL RUGBY –
Nel 2007 proprio Stefano Mastrangelo aveva autorizzato il
PVQ Città del Rugby, il più costoso nella Capitale, firmato anche dal funzionario
Stefano Volpe arrestato nell’inchiesta del 2012. La nuova casa della Rugby Roma
prevedeva un finanziamento dalle banche, garantito dal Comune di Roma, per ben 32
milioni di euro. Campi da rugby, palestra, pista da ghiaccio, piscina, foresteria e
ristorazione. Un’opera faraonica, ad inizio 2015 si materializza come ecomostro nel
cuore del quartiere Spinaceto a ridosso della via Pontina. Siamo stati nei pressi del
cantiere abbandonato con Federico Siracusa ex consigliere del Municipio XII,
l’attuale IX che aveva denunciato ripetutamente le anomalie nello schema Punti Verde
Qualità. “Non solo il danno pesantissimo per le casse del Comune, ma anche la beffa
per i cittadini che si ritrovano cantieri abbandonati, come questo, nei quartieri. Solo a
Spinaceto erano previsti tre Punti Verde Qualità per un esborso complessivo di 60
milioni di euro”. Siracusa ha trovato un muro sordo ad accogliere le sue denunce ed ha
pagato con l’isolamento e le minacce da parte del centro sinistra e centro destra, che
vedeva in pericolo il business lucroso dei PVQ.
PVQ Città del Rugby, il più costoso nella Capitale, firmato anche dal funzionario
Stefano Volpe arrestato nell’inchiesta del 2012. La nuova casa della Rugby Roma
prevedeva un finanziamento dalle banche, garantito dal Comune di Roma, per ben 32
milioni di euro. Campi da rugby, palestra, pista da ghiaccio, piscina, foresteria e
ristorazione. Un’opera faraonica, ad inizio 2015 si materializza come ecomostro nel
cuore del quartiere Spinaceto a ridosso della via Pontina. Siamo stati nei pressi del
cantiere abbandonato con Federico Siracusa ex consigliere del Municipio XII,
l’attuale IX che aveva denunciato ripetutamente le anomalie nello schema Punti Verde
Qualità. “Non solo il danno pesantissimo per le casse del Comune, ma anche la beffa
per i cittadini che si ritrovano cantieri abbandonati, come questo, nei quartieri. Solo a
Spinaceto erano previsti tre Punti Verde Qualità per un esborso complessivo di 60
milioni di euro”. Siracusa ha trovato un muro sordo ad accogliere le sue denunce ed ha
pagato con l’isolamento e le minacce da parte del centro sinistra e centro destra, che
vedeva in pericolo il business lucroso dei PVQ.
A realizzare la Città del Rugby doveva essere la Inprogest
Spa Gruppo Abbondanza,
dell’ingegnere Paolo Abbondanza. Attivo in diversi settori nella Capitale, dall’edilizia
alla gestione di parcheggi, era diventato presidente della Rugby Roma nel novembre
2003. Accolto come il salvatore del rugby romano dall’ex sindaco Walter Veltroni:
“La Rugby Roma è un patrimonio per la città non deve scomparire. Volevamo costruire
anche una casa per il Rugby, abbiamo unito le due necessità”. Nonostante i facili
trionfalismi, Abbondanza lascerà la guida della Rugby Roma nel 2011 (sostituito da
Riccardo Mancini ex amministratore delegato di Eur Spa, attualmente agli arresti e
vicino al sodalizio Mafia Capitale) ma continuerà la realizzazione della Città del Rugby.
A fasi alterne, fino alla chiusura del cantiere. Dagli stralci funzionali A e B stato
avanzamento lavori, si evince come la Inprogest Spa Gruppo Abbondanza abbia percepito
finanziamenti dal Comune di Roma fino a marzo 2012, per un totale di 22 milioni.
Poi si accendono i riflettori della magistratura ed il cantiere rimane in sospeso. “C’è tanta
tristezza nel vedere questo scempio. Per me non è un fulmine a cielo sereno, avevo
denunciato queste cose già tre anni fa. La cosa strana su quest’area è che nessuno dice
niente! Come è possibile che il sindaco Marino non si esprima su questo mostro? Stiamo
parlando del più grande Punto Verde del Comune di Roma!”, conclude Federico Siracusa.
dell’ingegnere Paolo Abbondanza. Attivo in diversi settori nella Capitale, dall’edilizia
alla gestione di parcheggi, era diventato presidente della Rugby Roma nel novembre
2003. Accolto come il salvatore del rugby romano dall’ex sindaco Walter Veltroni:
“La Rugby Roma è un patrimonio per la città non deve scomparire. Volevamo costruire
anche una casa per il Rugby, abbiamo unito le due necessità”. Nonostante i facili
trionfalismi, Abbondanza lascerà la guida della Rugby Roma nel 2011 (sostituito da
Riccardo Mancini ex amministratore delegato di Eur Spa, attualmente agli arresti e
vicino al sodalizio Mafia Capitale) ma continuerà la realizzazione della Città del Rugby.
A fasi alterne, fino alla chiusura del cantiere. Dagli stralci funzionali A e B stato
avanzamento lavori, si evince come la Inprogest Spa Gruppo Abbondanza abbia percepito
finanziamenti dal Comune di Roma fino a marzo 2012, per un totale di 22 milioni.
Poi si accendono i riflettori della magistratura ed il cantiere rimane in sospeso. “C’è tanta
tristezza nel vedere questo scempio. Per me non è un fulmine a cielo sereno, avevo
denunciato queste cose già tre anni fa. La cosa strana su quest’area è che nessuno dice
niente! Come è possibile che il sindaco Marino non si esprima su questo mostro? Stiamo
parlando del più grande Punto Verde del Comune di Roma!”, conclude Federico Siracusa.
Ad aprile 2014 arriva
la dura sentenza. La relazione dell’Organo di Revisione
Economico Finanziaria, certifica un buco in bilancio del Comune di Roma causato
dal mancato risarcimento delle fidejussioni per ben 128 milioni. Una stima per difetto,
parziale, che prende in considerazione solo alcuni Punti Verde Qualità, tra i quali ad
esempio non risultano i 22 milioni, garantiti dal Comune per i lavori del PVQ Città del
Rugby.
Economico Finanziaria, certifica un buco in bilancio del Comune di Roma causato
dal mancato risarcimento delle fidejussioni per ben 128 milioni. Una stima per difetto,
parziale, che prende in considerazione solo alcuni Punti Verde Qualità, tra i quali ad
esempio non risultano i 22 milioni, garantiti dal Comune per i lavori del PVQ Città del
Rugby.
Ancora una volta sport e speculazioni, meglio se con soldi
pubblici, si rivelano
combinazione vincente in grado di aprire tante porte nella città eterna
combinazione vincente in grado di aprire tante porte nella città eterna
( Luca Verducci)
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