martedì 29 gennaio 2013
Cinquegiorni 29/1/2013 - L’INCHIESTA Il Campidoglio ha iniziato a revocare le prime concessioni, ma ci sono ben 24 cantieri fermi La spericolata fideiussione al 95 per cento dei mutui contratti dai concessionari mette in difficoltà l’Amministrazione IL CASO Il Cotral indebitato usa 120mila euro per formare un dirigente Secondo Riccardo Agostini è «una fortuna che capita solo agli amici degli amici» Pvq: quanto deve pagare il Comune?
L’INCHIESTA Il Campidoglio ha iniziato a revocare le prime concessioni, ma ci sono ben 24 cantieri fermi
La spericolata fideiussione al 95
per cento dei mutui contratti dai
concessionari mette in difficoltà
l’Amministrazione
IL CASO
Il Cotral indebitato usa 120mila
euro per formare un dirigente
Secondo Riccardo Agostini è «una fortuna
che capita solo agli amici degli amici»
Pvq: quanto deve pagare il Comune?Orlando Galimberti presidente
dell'associazione
dei concessionari
di Pvq, dopo aver invitato
ieri i suoi associati a
leggere il nostro articolo
pubblicato venerdì scorso
in merito alle dimissioni
dell’ing. Massaccesi direttore
dell’ufficio di scopo per
i Pvq, con una successiva
nota si affrettava a smentire
la notizia scrivendo: «Per
fortuna sono costretto a
smentire quanto affermato
dal quotidiano Cinque giorni
poichè non risulterebbero
agli atti le dimissioni del Dr
Massaccesi da Direttore
dell’Ufficio di scopo». Vogliamo
dar credito al sig.
Galimberti delle eventuali
imprecisioni delle nostre
fonti e rimaniamo in attesa
di una rettifica o smentita
ufficiale da parte dal Comune
com’è prassi. Ci sorprende
d’altronde che lo
stesso Galimberti non abbia
assunto le necessarie informazioni
immediatamente levando
nel frattempo alte
grida di dolore per conto
dei dei concessionari che,
virtuosi o meno, associati o
no, sono in difficoltà a pagare
le rate del mutuo sottoscritto
con la Bcc e garantito
dal Campidoglio con
fidejussione al 95%. Non chei lavori della commissionepresieduta dal giugno scorso
dalla avvocato Raimondo a
da dicembre del’ing. Massaccesi
abbiano chiarito
molto la situazione dei Pvq,
tanto che, almeno pubblicamente,
non si dispone ancora
di un quadro preciso
delle insolvenze e tanto
meno dei rischi finanziari
per le sconnesse casse erariali
del Campidoglio. Tuttavia,
placato il clamore mediatico
dovuto all’intervento
della Procura con gli arresti
all’inizio dell’anno scorso
degli imprenditori Dolce e
Bernardini e del funzionario
preposto ai Pvq arch. Volpe
per l’area verde di Spinaceto,
qualcosa doveva pur
essere fatto: un segnale o
qualcosa che giustificasse
l’esistenza della Commissione.
E così è stato fatto, il
Campidoglio ha battuto un
colpo e ha cominciato a revocare
le concessioni dal
mese di dicembre: da quelle
dei Pvq di Prati Verdi della
Bufalotta, Tiburtino sud, Nomentano
Nord- san Basilio
e Ponte di Nona tutti già
completati. Il 21 dicembre
seguiva la revoca di Parco
Spinaceto che era costato
la galera a Dolce e Bernardini.
A ben vedere la mazza
della revoca era stata agitata
anche dalla associazione
dei concessionari, che
comunque ne associa solo
una parte, nel corso della
commissione trasparenza
convocata il 18 dicembre.
Quanto il bastone della revoca
serva a tutelare il Comune
è tutto da vedere anche
perché, revoca o no, se
i concessionari non pagano
il mutuo i piccioli ce li dovrebbe
comunque mettere
il Comune. La salvezza dei
proverbiali capra e cavoli
potrebbe essere quella di
far rinegoziare il debito fra
concessionari e banca, magari
pagando solo gli interessi
e diluendo la restituzione
del capitale per i prossimi
decenni. Soluzione illusoria
che potrebbe salvare
qualcuno, ma certamente
non quelli che sono saltati
o stanno fallendo quali l’Olgiata
o Feronia.
Per di più c’è qualcuno che
alla revoca si sta opponendo
come Dolce e Bernardini,
che vogliono salvare il Pvq
della Maspen Center sport.
Si apre così una battaglia
cartacea, che potrebbe arrivare
in tribunale, dagli incerti
esiti perché la Maspen
punta il dito sul “mancato
rispetto delle disposizioni
sulla trasparenza delle operazioni
e dei servizi bancari”
da parte della Bcc. Ma soprattutto
mette sotto accusa
l’erogazione finanziaria per
stati avanzamento lavori riconosciuti
ad altri concessionari
anche rispetto a dubbi,
se non a qualcosa di più,
sulla solvibilità degli interessati.
Meno noto è che la
Bcc da giugno avrebbe sospeso
l’erogazione dei crediti
mettendo ulteriormente
in difficoltà i concessionari.
E’ a questo punto che i concessionari
hanno chiesto
una moratoria per i rimborsi,
negata a quasi tutti, compresa
la Maspen per una
rata di 60.000 euro. Ma se
la Maspen si sente discriminata,
qualche concessionario
come Andrea Ciabocco
del Pvq La Madonnetta ha
già notificato un paio di diffide
alla Commissione ormai
dimissionaria in merito a
una seconda convenzione
da stipularsi con le banche
ed il riconoscimento della
sua qualifica quale “concessione
di lavori pubblici”
che gli consentirebbe di rivedere
la convenzione stessa.
Sia come sia, fra ricorsi
e diffide la ciccia della questione
sta altrove ed esattamente
su quei 322 milioni
di euro che, secondo nostre
stime approssimative, la Bcc
e inizialmente il Credito
Sportivo oggi commissariato
avrebbero erogato per realizzare
in alcuni casi e poi
far funzionare le aree verdi
alcune delle quali non ancora
ultimate. Parliamo di
24 concessioni, inclusa Feronia
il cui cantiere è fermo
da due anni, l’Olgiata ormai
chiuso da mesi, la Perconti
e la coop. Maximo per i quali
il comune ha già dovuto scucire
alla Bcc utilizzando il
fondo di garanzia del 5% accantonato
da tutti i concessionari.
Allora, se questo
quadro è realistico non resta
che chiedersi quanti non pagano
più, quanti hanno pagato
e cosa resta da restituire,
perché è solo da questo
conto che si può determinare
l’esposizione finanziaria
del Comune esposto
da quella improvvida fideiussione
al 95% dei mutui
contratti. Infine un’ultima
considerazione. Se è vero
che questa storia prende
avvio dal 1995 con Rutelli,
passa per Veltroni e arriva
alla attuale amministrazione,
perché dal 2009, con regolari
e successive delibere,
la fideiussione fu estesa dai
120 milioni circa agli oltre
330 attuali? Se poi fosse
vero il gossip più recente
che qui riportiamo solo per
dovere di cronaca, che qualcuno
avrebbe provato a proporre
una ulteriore estensione
del finanziamento per
altri 50 milioni, saremmo al
limite del più grottesco. Si,
perché il bagno di sangue
per le casse erariali è già
incombente anche se qualcuno
intende dirottarne gli
schizzi sulla amministrazione
che verrà dopo il ballottaggio
di giugno. Anzi più
che un proposito ci sembra
una realtà. Infatti anche si
revocassero punitivamente
e per assurdo tutte le concessioni,
al Comune resterebbe
la proprietà di vaste
aree verdi attrezzate da vendere
e gestire remunerativamente,
mentre i crediti
concessi continueranno a
maturare interessi. E con i
tempi che corrono per le
banche, dubitiamo che la
Bcc sia disponibile a questo
supremo sacrificio.
(articolo precedente
pubblicato il 25 gennaio)
Giuliano Longo
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