lunedì 17 dicembre 2012

Mondiali di nuoto, piscina da 16 milioni mai entrata in funzione e gia'nel degrado 

La struttura realizzata per i mondiali di nuoto vicino a viale Marconi non è mai stata aperta
di Elena Panarella
ROMA - Sullo stato di degrado e di abbandono in cui versa il Polo natatorio di Valco San Paolo, in carico all’Unità di Missione della Presidenza del Consiglio, c’è davvero poco da discutere.Quella che doveva essere una struttura modernissima: è l’ennesimo monumento allo spreco. Costruita a pochi passi da viale Marconi e dall’Università Roma Tre. Realizzata in occasione dei mondiali di Nuoto del 2009: oggi oltre a essere completamente inutilizzata, cade realmente a pezzi. Basta guardarsi attorno per capire come stanno le cose: discariche abusive, insediamenti rom, campetti di calcio e una totale desolazione. All’interno la situazione è ancora più critica: un luogo spettrale e fatiscente.

IL SOPRALLUOGO
Crepe sui muri, soffitti cadenti, pavimentazioni divelte e ancora allo stato grezzo, una piscina esterna (sbagliata pure nelle dimensioni) ridotta a stagno, quelle interne ancora da ultimare. Nell’ultimo periodo la situazione è persino peggiorata, sono comparsi imponenti ponteggi, l’intonaco dai soffitti cade come fosse pioggia e intorno solo cumuli di calcinacci. «Un vero disastro costato alla collettività più di 16 milioni di euro ed oltre tre anni di degrado», tuona il presidente dell’XI Municipio, Andrea Catarci che (venerdì mattina) insieme ad alcuni agentidella polizia giudiziaria (dopo tanti tentativi) è riuscito ad entrare nella struttura per verificare lo stato dei luoghi.

«Dopo un solo mese di apertura parziale nell’estate 2009 e l’accertata razzia dei fondi pubblici ad opera di una nota cricca, la struttura è in condizioni penose - continua Catarci - Le piscine coperte e la palestra sono in disfacimento, i pavimenti dissestati, il tetto crepato. Mentre la foresteria, il bar, il ristorante e la sala-conferenze sono rimasti solo sulla carta. L’avanguardistico edificio-paesaggio previsto nel progetto, quello con l’erba sopra a garantire accorgimenti termici di ultima generazione, è il simbolo del fallimento e della scandalosa gestione che lo ha permesso».Alla fine l’incalzante pressione del Municipio un risultato è riuscito a produrlo: dal prossimo gennaio si avvierà un nuovo bando e da febbraio ricominceranno i lavori, sia quelli di consolidamento che quelli di completamento (per cui c’è un progetto pronto e non attuato da aprile 2012). «Visto il pregresso, fatto di poca trasparenza e di mezze verità divenute bugie - aggiunge il minisindaco - c’è ancora un filo di speranza: il fatto che l’Unità di missione della Presidenza del Consiglio abbia avuto altri tre milioni di euro per completare i lavori e che un gruppo tecnico sopravviverà allo scioglimento imminente (31 dicembre) per seguire le sorti del polo, mi fa ben sperare».

L’INVESTIMENTO
Certo che, anche se si guadagnasse una auspicabile conclusione entro il prossimo anno, tre piscine, una palestra e i relativi uffici amministrativi saranno costati qualcosa che varia tra i 16 e i 19 milioni di euro. E allora viene da chiedersi: «Visto il momento di crisi, questi soldi non potevano essere utilizzati meglio?», si sfogano gli abitanti. «Dal progetto descritto dall’Unità di Missione poi è esclusa la realizzazione della foresteria (in parte già costruita), dell’area ristoro e della sala conferenze - conclude Catarci - Il Municipio, nell’assoluta latitanza e noncuranza del Campidoglio, vigilerà sugli impegni assunti dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, anche per impedire che cali di nuovo il silenzio sulla triste vicenda, esempio di una Italia e di una Roma che non deve mai più riproporsi».
Sabato 15 Dicembre 2012 - 23:59

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