venerdì 14 settembre 2012
Repubblica 9/9/2012 - Le pressioni per i Punti verdi Problema politico, chiamalo
Le pressioni per i Punti verdi Problema politico, chiamalo
IRREGOLARITÀ nei cantieri e pressioni politiche. Nelle telefonate intercettate di Stefano Volpe, l' architetto comunale arrestato per l' inchiesta sui punti verde, ci sono interessi di ogni tipo. Il 5 dicembre 2011 Stefano Volpe chiama Fabio Tancredi, direttore del Servizio Giardini. Quest' ultimo chiede: «Senti, ma Villa Veschi? C' è una nota di un consigliere comunale, mi sembra Vannini Scatoli, che segnalava che lì c' erano problemi geologici». L' architetto risponde: «È un problema di legittimità ad andare avanti sui lavori se non c' è un cantiere aperto. Poi lui è un politico, quindi per avere una perizia reale sulla situazione geologica di Villa Veschi bisogna far fare una perizia geologica cheè tutt' altra cosa. Ma chi la paga?». Tancredi risponde: «La facciamo come amministrazione comunale per uscire fuori da st' impasse». E alla fine Volpe chiude: «Ripeto, lì non c' è un problema geologico, il problema è politico, fare o non fare il punto verde». I due finiscono a parlare di Parco Feronia (quello di Lucia Mokbel, uno dei pvq interessati dalle indagini). Volpe dice: «Ho incaricato un perito per la contabilità e ti assicuro che escono macroscopiche irregolarità». Poi ci sono i punti infanzia, da poco finiti nel mirino dei pm, a seguito di un esposto del consigliere del II Municipio, Massimo Inches, in cui si faceva riferimento a varie aree date in gestione in modo non trasparente. Sotto accusa, in particolare, quello di Castel Gandolfo, assegnato con una determinazione firmata da Paolo Giuntarelli (all' epoca direttore del X dipartimento, oggi presidente del Bioparco) a un privato che, secondo il consigliere, avrebbe continuato a gestirlo anche in barba alla richiesta del vicecapo di gabinetto Nardi di annullare quella disposizione. Il dipartimento fa sapere (e ne allega copia) che in data 18 novembre 2010, il nuovo direttore Tommaso Profeta, aveva disposto la rimozione della giostra dal lungotevere Castello. Il provvedimento, però, è stato notificato da vigili del XVII gruppo con tre mesi di ritardo. Un indugio che ha fatto scattare il rinnovo semestrale grazie al quale il gestore dell' area ha anche vinto un ricorso al Tar.
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