mercoledì 9 maggio 2012

NuovoPaese Sera 25/4/2012 -Punti verde, spunta l'ipotesi privatizzazione "Estendere la concessione fino a 99 anni"

Punti verde, spunta l'ipotesi privatizzazione "Estendere la concessione fino a 99 anni" E' la richiesta dell’Associazione degli assegnatari. Se la proposta venisse accolta dall’Aula Giulio Cesare, gli assegnatari dei Punti Verde otterrebbero la gestione delle aree non più solo per i 33 anni. Il "no" del consigliere comunale De Luca (Pd) e del consigliere municipale Siracusa (Idv) Dallo scandalo fideiussioni all’ipotesi di privatizzazione. I 62 Punti Verdi Qualità del Comune di Roma potrebbero finire ‘totalmente privatizzati’ su richiesta dell’Associazione degli assegnatari, che ha presentato una proposta che sta già facendo molto clamore. Per il consigliere comunale Giulio Pelonzi (Pd), intervenuto alla presentazione del progetto, la richiesta potrebbe essere seriamente valutata: “Entro l’estate faremo una o due delibere che recepiscano le modifiche e si fermino a ragionare sul diritto di superficie” ha dichiarato all’agenzia Dire. Quello scritto dall’associazione degli assegnatari è un elaborato di 12 articoli in cui si chiede all’Amministrazione di sostituire l’attuale regime fideiussorio delle aree verdi adibite a Pvq con un diritto di superficie “che liberi il Campidoglio da responsabilità per insolvenza, in modo da poter annullare il fondo di garanzia che espone il Comune a un deficit insostenibile”. Come primo effetto, se la proposta venisse accolta dall’Aula Giulio Cesare, gli assegnatari dei Punti Verde otterrebbero la gestione delle aree non più solo per i 33 anni stabiliti nella concessione, ma per un periodo molto più lungo, fino a 99 anni (come avviene nel diritto di superficie dei box interrati privati). IL BUSSINESS - Ma nel progetto, che rimanda a Risorse per Roma spa di stabilire la durata del diritto di superficie, sono contenute anche altre richieste, che mettono in allarme chi chiede che i Punti Verdi, per natura pubblici, non vengano stravolti nella loro originaria essenza. Al punto 12, infatti, si chiede al Comune di approvare una nuova “normativa tecnico-regolamentare” dei Pvq e, soprattutto, una nuova “disciplina delle attività economiche” che possono essere realizzate al loro interno. E questo è il punto su cui si potrebbe inserire un nuovo e ancor più appetibile business, con al centro le attività di vendita e di somministrazione all’interno dei parchi della capitale. In particolare, nel documento si chiede di prevedere, tra i ‘servizi obbligatori’, “le attività di somministrazione di alimenti e bevande”, mentre tra i ‘servizi compatibili’ “possono essere compresi gli esercizi di vendita al dettaglio con superficie di vendita non superiore a 2.500 mq”. In ogni parco, quindi, potenzialmente potrebbe sorgere un’attività di ristorazione, affiancata da altre attività commerciali (seguendo il modello Infernetto, tanto per fare un esempio, dove sul Pvq è stato costruito un punto McDonald’s). IL “NO” DI DE LUCA (PD) - “Alla luce di quanto è successo sui Punti qualità, è necessario subito porre un tetto alle soglie di finanziamento pubblico, dai 15 milioni di ammortamento attuali a massimo 5mila” dichiara il consigliere comunale Athos De Luca (Pd). Che contesta la previsione di rilasciare nuovi titoli e licenze nei Pvq: “Le aperture commerciali non sono compatibili con il verde, altrimenti finiremmo per ritrovarci con dei supermercati nei giardini – dice De Luca - e non credo neppure nella trasformazione del diritto di concessione in diritto di superficie: in queste aree non si potrebbe fare niente, perché è verde pubblico dove il privato, con la concessione, ha già ottenuto un privilegio”. SIRACUSA (IDV) - Evoca il film ‘Totò truffa’ il consigliere Federico Siracusa, capogruppo Idv in XII Municipio, dove ci sono ben 7 Punti verde qualità: “Assegnare definitivamente ai privati queste aree è gravissimo perché queste lede anche gli interessi di eventuali altri imprenditori che non hanno partecipato ai bandi. Gli interessi in ballo sono enormi e le conseguenze rischiano di essere devastanti per almeno 410, 4 ettari di aree verdi, pari a 4.104.000 metri quadrati di aree verdi di Roma”. Il consigliere è anche autore di un dettagliato dossier, inviato ai cittadini del Municipio, sugli scandali delle aree verdi concesse ai privati: dalla “Città del Rugby” di Spinaceto, assegnata senza bando, allo “Stardust Village” al Torrino. LE ALTRE REAZIONI – E perplessità arrivano anche dal presidente di Fedirtel, l’associazione degli imprenditori dell’edilizia commerciale di Confcommercio Roma, Dario Coen, che già nel 2010 aveva segnalato invano all’assessore capitolino all’Ambiente le criticità di gestione di vari Pvq: “Oggi occorre resettare tutto ma la pratica del project financing non va cancellata. Con il diritto di superficie si aiuterebbero i privati ad ottenere più agevolmente il credito e a rientrare dagli investimenti, ma sono probabili contenziosi tra assegnatari e imprenditori esclusi”. E Coen si leva anche un sassolino: “Non si capisce come mai, da quando nacquero con Rutelli, siano partiti così pochi Punti verdi qualità. Nel 2010 l’assessore De Lillo ci rispose che a breve sarebbero partiti tutti, ma così non è stato. Sarebbe interessante capire, assessore per assessore, quanti e quali Punti verdi qualità sono stati sbloccati nelle differenti giunte”. Su 62 Pvq solo 17 sono aperti al pubblico, 9 sono in fase di realizzazione, 16 in fase di progettazione e altri 20 devono ancora essere localizzati. di Beatrice Nencha

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