Moro e “L’utopia dei Pvq”
Gli sviluppi della vicenda dalle prime concessioni di aree degradate nei primi anni ‘90 ai “ras” del territorio, fino all’ingresso degl imprenditori

L’imprenditore Fabrizio Moro ci racconta la sua storia
dei punti verdi qualità visibilmente irritato per essere stato tirato
in ballo, soprattutto da questo giornale, che lo definito al centro di
intrecci da lui giudicati “fantasiosi".
"L’utopia dei PVQ" come la definisce Moro, nasce nei
primi anni ‘90 con la concessione di aree degradate "a dei piccoli ras
di quartiere" secondo un'equa spartizione di colori politici. Ma per
Moro questi non sono in grado di trasformare "l’utopia" in progetto
imprenditoriale e a quel punto che subentrano gli imprenditori che
assorbono i concessionari nelle loro società lasciando loro una piccola
compartecipazione. A metà degli anni ‘90 vengono così presentate 98
domande contro le 67 concessioni attribuite. Ma è chiaro che ciò che
invoglia gli imprenditori è la possibilità di accesso al credito della
BCC e inizialmente anche del Credito Sportivo, garantito dalla
fidejussione del Campidoglio al 95%. E’ quindi nel 2001 che l’impresa di
Moro si affaccia sul business dei PVQ rilevando la Mondo Verde
concessionaria di Nomentana Nord e San Basilio che era stata dei cugini
del segretario del sindaco Antonio Lucarelli prima e di Fanella poi.
«Conosco Lucarelli, mio collaboratore in passato. Per quanto riguarda
Fanella – dice Moro - certamente allora non era il cassiere di Mokbel.
Anzi Fanella mi cedette la Mondo Verde proprio perché non aveva soldi
per portare avanti l’iniziativa ed avviare i lavori per quei due PVQ. Ma
in attesa dell’approvazione del mutuo sono stato io a fornire le
garanzie necessarie ». Tutto regolare quindi. E’ a questo punto che
l’ing. Scarrozza, coinvolto con la moglie Lucia Mokbel, sorella del più
noto Gennaro, nel costosissimo PVQ di Parco Feronia mai completato, e
per anni direttore ai lavori dei cantieri proprio di Nomentana Nord e
San Basilio (Torraccia). Si comincia così a costruire impianti,
strutture, spazi verdi e giardini a Nomentana nord dove occorreranno 11
anni con un costo di 7 milioni mentre ce ne vorranno 9 di anni per
Torraccia con un costo di 8. Evidentemente Moro si è lanciato nel
settore perché rileva anche la concessione di Ponte di Nona «che è stato
inaugurato alla presenza di Veltroni» ci tiene a sottolineare Moro.
Insomma tutto regolare e limpido tanto che l’imprenditore paga le sue
brave rate di mutuo sino al 2009, anzi dal 2004 ottiene anche la
concessione di villa Veschi dove dal 2004 comincia costruire dovendo
abbattere una finta costruzione Acea stranamente collegata con un
cunicolo all’esterno probabilmente dai Servizi Segreti ai tempi del
rapimento di Moro. Avviene quando Moro incrocia l’imprenditore Massimo Dolce,
attualmente detenuto per la presunta falsa fatturazione del Parco
Spinaceto, che venderà al Moro le concessioni di Pino Lecce e Casa Calda
per 600.000 euro, concessioni che nonostante l’apparente regolarità
delle procedure rimarranno bloccate senza dar seguito ai lavori. Moro ha
conosciuto ovviamente l’architetto Volpe, ma non si
sbilancia più di tanto. Ricorda che i costi della commissione di
vigilanza sui PVQ sino al 2008 erano pagati dagli imprenditori stessi.
Oggi però mala tempora currunt «e i concessionari e i costruttori dei
PVQ – ci dice - dopo quattro anni entrano nel tunnel non potendo
restituire le rate di mutuo, mentre tutto rimane bloccato soprattutto
oggi dopo tanto clamore dei media». Situazione che secondo Moro poteva
essere evitata «solo se la commissione di vigilanza e gli uffici
preposti avessero effettivamente vigilato». Poco tempo fa Moro ha ceduto
le quote della sua Mondo Verde per affrontare i rischi che si delineano
all’orizzonte e ci assicura di dovere ancora alla banca circa 1,5
milioni, coperti comunque da sue garanzie. Insomma, tutto è diventato
più difficile, ma anche Moro, come i suoi colleghi concessionari, chiede
venga concesso il diritto di superficie sui PVQ se il rischio è che
“l’utopia dei PVQ” possa trasformarsi in una ecatombe erariale per il
Campidoglio.
Giuliano Longo
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