sabato 21 aprile 2012
CINQUEGIORNI 21/4/2012 - PUNTI VERDE Legalità, trasparenza nelle procedure e un nuovo interlocutore. Queste le richieste avanzate
PUNTI VERDE Legalità, trasparenza nelle procedure e un nuovo interlocutore. Queste le richieste avanzate
I concessionari vogliono sicurezze
Loro mirano a una soluzione “politica” delle difficoltà, ma è proprio la politica e in particolare questa amministrazione che
potrebbe venir travolta dallo scandalo
Che la vicenda dei punti verdi qualità possa esplodere fra le mani di questa amministrazione con grande fragore, lo sta
a dimostrare quanto emerso nell’ultima riunione dei concessionari dei Pvq svoltasi giovedì sera e dalla quale proviene una serie
di urgenti richieste. Lasciamo perdere i soliti preamboli di rito sulla bontà dell’iniziativa sin dai tempi di Rutelli e la successiva degenerazione per colpa di alcuni malandrini. Così come farebbe bene il centrodestra a non far ricadere
tutte le responsabilità sugli avversari che amministravano prima.
Infatti se è vero che sino al 2009 il Comune aveva già garantito al 95% 180 milioni, solo nel 2009 ne furono garantiti altri 220
con l’attiva partecipazione alle riunioni preparatorie alla delibera del segretario del sindaco Antonio Lucarelli
che di Pvq era esperto essendone stato concessionario sino alla fine degli anni ‘90. Ora salta fuori che forse ne sarebbero stati sufficienti 120 di milioni,che è pure una bella sommetta,ma senza che nessuno abbia ufficialmente fiatato di fronte alla lievitazione di un piatto che sifaceva sempre più ricco.
Oggi i concessionari sono con l’acqua alla gola, forse tolta qualche lodevole eccezione,perché non riescono a pagare le rate del mutuo mentre, dopo i recenti arresti di funzionari e imprenditori, la BCC ha stretto i cordoni della borsa.
Quindi cosa chiedono i concessionari?
Intanto di ristabilire la legalità e la trasparenza nelle procedure,il che è un po’ come chiudere la stalla dopo che i
proverbiali buoi sono scappati.Poi vogliono un interlocutore che sostituisca l’architetto Volpe attualmente
detenuto e, a quanto pare, ben disposto a vuotare il sacco con gli inquirenti,anche perché l’avvocato preposto dal Comune
all’ufficio di scopo per fare chiarezza non è certo autorizzato ad approvare i vari stati avanzamento lavori(SAL) ai quali corrispondono le erogazioni parziali della banca. I concessionari paventano quindiil blocco dei cantieri aperti,ma soprattutto una catenainfinita di possibili fallimenti.
Eppure ci risulta che Bcc abbia provveduto a saldare alcuni SAL ancora alla fine di febbraio quando già l’indagine della Procura
procedeva a passo spedito e nonostante alcuni quotidiani, fra i quali il nostro,avessero portato già alla luce (addirittura all’iniziodel 2011) i casi più eclatanti delle aree verdi di Feronia,Perconti e Spinaceto,solo per citare alcuni esempi.
Eppure di fronte a un problema di tali dimensione,quando alcuni concessionari avevano smesso di pagare il mutuo da diverso
tempo, risulta davvero poco credibile che la banca non avesse avuto sentore dei rischi. Bastava dare una occhiata al quadro delle sofferenze e magari avanzare qualche dubbio al momento di dover rendere disponibili altri 220 milioni nel 2009.
Per non parlare dell’affidabilità di alcuni creditori notevolmente agevolati rispetto alle insormontabili difficoltà di accesso al credito che noi, comuni mortali,dobbiamo subire. Oggi le richieste dei concessionari adombrano il rischio che di qui a breve il Comune debba far fronte alla restituzione dei crediti garantiti con fideiussione e avanzano pressanti richieste.
Intanto chiedono il ripristino della funzionalità degli uffici comunali che devono dare risposte urgenti ai cantieri aperti, ma
soprattutto chiedono l’allungamento a 25 anni della durata del mutuo a quanto pare non solo per le situazioni in sofferenza, ma per tutti concessionari. Infine l’acquisizione del diritto di superficie sulle aree già occupate o concesse che potrebbe dare una qualche garanzia in più alla Bcc.
Chiedere poi che il Comune dia il via libera ai 12 Pvq in fase di progettazione e delocalizzi le 20 aree non più disponibili, magari su spazi di maggior pregio come accaduto negli ultimi anni, sembra davvero poco realistico in questa situazione. Ma la spada di Da- mocle sulla testa dell’am- ministrazione (minaccia ve- lata in queste urgenti ri- chieste) è proprio che il Comune si debba far carico a breve delle decine di mi- lioni erogati dalla banca ove seguisse una catena infinita di fallimenti. Que- sto il devastante quadro complessivo che è comun- que condizionato dalle in- dagini in corso che non sembrano più limitarsi ai casi di fatture gonfiate o di lavori inesistenti lauta- mente pagati, ma mirano probabilmente a scoprire dove e come è andato a fi- nire questo fiume di dana- ro.
E’ evidente che i conces- sionari mirano a una so- luzione “politica” delle loro difficoltà, ma è proprio la politica che potrebbe venir travolta da questo scandalo e in particolare questa am- ministrazione. Il Campido- glio aveva tutti gli stru- menti per prevenire e stroncare il malaffare op- pure limitati i danni di bu- siness spesso costruiti su piani economici fragili o comunque non in grado di contemplare la restituzione dei debiti. E se infine si dovesse constatare, come nei compiti del neo costi- tuito ufficio di scopo presso l’assessorato, che dei 400 milioni finanziati, in gran parte erogati, buona parte non potrà più essere resti- tuita, ci troveremmo di fronte ad un crak unico nella storia delle ammini- strazioni capitoline.
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