Da una perizia dell'anno scorso sul Parco Feronia risulterebbe che i lavori fatturati e mai realizzati dalla Edilhouse assommerebbero a qualche milione in più dei due di cui si parla nelle intercettazioni pubblicate in questi giorni.
Ormai sui Punti verdi qualità sta uscendo di tutto e di più, ma sin dall'inizio della nostra inchiesta,
due anni fa, emergevano con chiarezza due elementi. Il primo relativo a un processo di finanziamenti
facili e concessioni a gogo riconducibile alle responsabilità delle precedenti amministrazioni, comunque
attente anche alle 'esigenze' di quella che era l'opposizione di destra di allora. Il secondo relativo all'allargamentodei cordoni della borsa (i 220milioni del 2009 più i 180 già erogati)e il contestualeallentamento dei controlli della amministrazione Alemanno, soprattutto nei confronti dei suoi,
di quelli della sua area con lontane radici nell'estremismo di destra. Parliamo della sorella di Gennaro Mokbel, quello che a destra tutti ben conoscono per la sua aggressiva e spregiudicata imprenditorialità. Fu lo stesso
Gennaro ad essere intercettato prima dell'arresto, mentre telefonava all'architetto Scarrozza, marito della
sorella Lucia, entrambe coinvolti nello scandalo del PVQ Parco Feronia che per primo Cinque Giorni denunciò. L'intercettazione è davvero significativa perché l'imprenditore vuole aiutare un noto personaggio di Ostia e chiede: «Ma è possibile acciuffà quello (PVQ, ndr) sulla Colombo?». Il cognato risponde: «No, quello è di Salabè, un operatore dei servizi segreti ». In verità i giornali degli anni
'90 riportano che Salabè fosse addirittura l'architetto dei servizi. Bell'intreccio. Quasi che sopra la gestione
dei crediti facili, del giro di concessioni e dello maneggiamento di soldi per i costruttori e concessionari,
sovrintendesse a destra una sorta di 'cupola' dai nomi ricorrenti: Mokbel e sorella, Scarrozza, Dolce,
il costruttore Munno, Patrizia Allieri e le società Millennium, Pat prima,Patmil (Pat + Millennium ?), MondoVerde ecc. tutte intrecciate negli affari e nelle amicizie antiche. Fra tutti questi personaggi spicca l'imprenditore Fabrizio Moro, un personaggio molto importante in quella che è lamappa delle concessioni per i punti verdi qualità. Anzi, sino al dicembre dello scorso anno era in pratica il patron della Mondo Verde che aveva già realizzato tre strutture attive di Torraccia, Nomentano e San Basilio.
Al nome della Mondo Verde, come rivelarono le cronache anni fa, era associato quello della famiglia Lucarelli, quella dell'attuale segretario del sindaco Antonio. I cugini Lucarelli nel2000 cedettero il 50% della società a Fanella considerato il cassiere della confraternita di Gennaro Mokbel ancora detenuto per la nota truffa Telecom/ Sparkle. Successivamente nella Mondo Verde subentra proprio Fabrizio
Moro che ha altri interessi fra i quali Tor Cervara dove dovrebbe realizzarsi un complesso per circa
1000 appartamenti da destinare ad uso sociale, ma ancora in alto mare. Il fatto curioso è che il Moro, forse
fiutando aria di bruciato per la vicenda dei PVQ, con un tempismo perfetto e tre mesi prima che scattino
gli arresti degli imprenditori Massimo Dolce, Marco Bernardini e dei funzionari comunali preposti al controllo
sulla realizzazione dei punti verdi Fabrizio Volpe e Anna Maria Parisi (ai domiciliari), cede in blocco la
Mondo Verde a Gianandrea Torsani noto per essere stato fra il 2010 ed il 2011 il presidente della squadra
calcistica Lupa Frascati. Ma i rapportifra il Torsani e il Moro sono evidentemente
molto stretti perché il primo acquista dal secondo anche il 50% della Eurovivai. Un gioco delle scatole
cinesi e degli intrecci fra persone ello stesso ambiente che ben si conoscono, è dimostrato dall fatto che
la Eurovivai è socia della Patmil nella quale socio di maggioranza è ancora Fabrizio Moro. E il cerchio si chiude. O meglio, comincia ad uscire dalle nebbie solo oggi. Se nei verbali degli interrogatori delVolpe pubblicati ieri sui giornali l'architetto afferma che «Scarrozza e Mokbel si sono intascati due milioni di
euro» da una perizia dell'anno scorso sul Parco Feronia risulterebbe che i lavori fatturati e mai realizzati dalla
Edilhouse di Andrea Munno assommino a qualche milione in più. Destra neofascista, servizi, faccendieri e chi più ne ha più ne metta. Ma se qualcuno intascava tutti questi soldi, dove finivano? Come e chi li riciclava?
Forse sui PVQ potrebbe aprirsi una pagina ancor più inquietante.
due anni fa, emergevano con chiarezza due elementi. Il primo relativo a un processo di finanziamenti
facili e concessioni a gogo riconducibile alle responsabilità delle precedenti amministrazioni, comunque
attente anche alle 'esigenze' di quella che era l'opposizione di destra di allora. Il secondo relativo all'allargamentodei cordoni della borsa (i 220milioni del 2009 più i 180 già erogati)e il contestualeallentamento dei controlli della amministrazione Alemanno, soprattutto nei confronti dei suoi,
di quelli della sua area con lontane radici nell'estremismo di destra. Parliamo della sorella di Gennaro Mokbel, quello che a destra tutti ben conoscono per la sua aggressiva e spregiudicata imprenditorialità. Fu lo stesso
Gennaro ad essere intercettato prima dell'arresto, mentre telefonava all'architetto Scarrozza, marito della
sorella Lucia, entrambe coinvolti nello scandalo del PVQ Parco Feronia che per primo Cinque Giorni denunciò. L'intercettazione è davvero significativa perché l'imprenditore vuole aiutare un noto personaggio di Ostia e chiede: «Ma è possibile acciuffà quello (PVQ, ndr) sulla Colombo?». Il cognato risponde: «No, quello è di Salabè, un operatore dei servizi segreti ». In verità i giornali degli anni
'90 riportano che Salabè fosse addirittura l'architetto dei servizi. Bell'intreccio. Quasi che sopra la gestione
dei crediti facili, del giro di concessioni e dello maneggiamento di soldi per i costruttori e concessionari,
sovrintendesse a destra una sorta di 'cupola' dai nomi ricorrenti: Mokbel e sorella, Scarrozza, Dolce,
il costruttore Munno, Patrizia Allieri e le società Millennium, Pat prima,Patmil (Pat + Millennium ?), MondoVerde ecc. tutte intrecciate negli affari e nelle amicizie antiche. Fra tutti questi personaggi spicca l'imprenditore Fabrizio Moro, un personaggio molto importante in quella che è lamappa delle concessioni per i punti verdi qualità. Anzi, sino al dicembre dello scorso anno era in pratica il patron della Mondo Verde che aveva già realizzato tre strutture attive di Torraccia, Nomentano e San Basilio.
Al nome della Mondo Verde, come rivelarono le cronache anni fa, era associato quello della famiglia Lucarelli, quella dell'attuale segretario del sindaco Antonio. I cugini Lucarelli nel2000 cedettero il 50% della società a Fanella considerato il cassiere della confraternita di Gennaro Mokbel ancora detenuto per la nota truffa Telecom/ Sparkle. Successivamente nella Mondo Verde subentra proprio Fabrizio
Moro che ha altri interessi fra i quali Tor Cervara dove dovrebbe realizzarsi un complesso per circa
1000 appartamenti da destinare ad uso sociale, ma ancora in alto mare. Il fatto curioso è che il Moro, forse
fiutando aria di bruciato per la vicenda dei PVQ, con un tempismo perfetto e tre mesi prima che scattino
gli arresti degli imprenditori Massimo Dolce, Marco Bernardini e dei funzionari comunali preposti al controllo
sulla realizzazione dei punti verdi Fabrizio Volpe e Anna Maria Parisi (ai domiciliari), cede in blocco la
Mondo Verde a Gianandrea Torsani noto per essere stato fra il 2010 ed il 2011 il presidente della squadra
calcistica Lupa Frascati. Ma i rapportifra il Torsani e il Moro sono evidentemente
molto stretti perché il primo acquista dal secondo anche il 50% della Eurovivai. Un gioco delle scatole
cinesi e degli intrecci fra persone ello stesso ambiente che ben si conoscono, è dimostrato dall fatto che
la Eurovivai è socia della Patmil nella quale socio di maggioranza è ancora Fabrizio Moro. E il cerchio si chiude. O meglio, comincia ad uscire dalle nebbie solo oggi. Se nei verbali degli interrogatori delVolpe pubblicati ieri sui giornali l'architetto afferma che «Scarrozza e Mokbel si sono intascati due milioni di
euro» da una perizia dell'anno scorso sul Parco Feronia risulterebbe che i lavori fatturati e mai realizzati dalla
Edilhouse di Andrea Munno assommino a qualche milione in più. Destra neofascista, servizi, faccendieri e chi più ne ha più ne metta. Ma se qualcuno intascava tutti questi soldi, dove finivano? Come e chi li riciclava?
Forse sui PVQ potrebbe aprirsi una pagina ancor più inquietante.
Nessun commento:
Posta un commento