ROMA - "Con il bando Punti verde qualita' si sono recuperati 100 ettari di zone verdi del Comune di Roma che versavano in condizioni di degrado e che il Comune stesso rischiava di perdere. Io rivendico l'idea, quella originaria, in cui erano inserite regole di trasparenza e legalita'. Sono state applicate male". E' questo il commento di Orlando Garimberti, presidente dell'associazione Pvq di Roma che, dopo lo scandalo che ha recentemente interessato i Punti verde, ha deciso di difendere quest'esperienza, che e' "assolutamente da salvare".
"Dal 2009 facciamo richieste, rimaste totalmente inascoltate- ha raccontato Garimberti- fino ad un certo punto i procedimenti erano sotto controllo, invece oggi scopriamo dalla magistratura che dal 2008 ci sarebbero stati problemi nei pagamenti del mutuo da parte di alcuni concessionari e che alcuni preventivi sarebbero stati gonfiati ad arte".
I punti verde qualita' attivi sono attualmente 17, 9 sono in fase di realizzazione, 16 in fase di progettazione ed altri 20 sono ancora in fase di localizzazione. Finiti nello scandalo qualche settimana fa, sono difesi a spada tratta dal presidente Garimberti, che li reputa "un'idea importante per il territorio".
E' evidente, ha sottolineato il presidente Pvq, che "il meccanismo che ha funzionato per anni si e' inceppato, non solo per mancanza di vigilanza, ma anche perche' le nostre numerose denunce non sono mai state prese in considerazione". Il problema e' anche di alcuni concessionari che, secondo Garimberti, sebbene onesti, "non erano pronti", ma serve anche "punire chi ha approfittato della sua posizione".
Alla conferenza stampa era atteso l'assessore Marco Visconti, assente per precedenti impegni, che pero' ha inviato una lettera assicurando che dopo Pasqua, "ci metteremo al lavoro rafforzando l'Ufficio di scopo e facendo il punto sulle attivita' sia con la maggioranza che con l'opposizione", mentre erano presenti Giulio Pelonzi, vicepresidente della commissione Cultura e Sport, e Massimiliano Valeriani, consigliere comunale del Pd e presidente della commissione Trasparenza e Garanzia di Roma Capitale, che ha sottolineato come "serve andare in profondita' nell'indagine sul malaffare".
Bisogna separare, secondo Valeriani, "la vicenda giudiziaria da una realta' sana e positiva, che ha bisogno che l'amminsitrazione comunale non metta la testa sotto la sabbia". La vicenda si sarebbe aggravata, secondo Valeriani, anche "per il disorientamento della macchina comunale, a causa dei cambi su assessori e funzionari", che l'esponente Pd chiama "coriandolizzazione di un pezzo dell'amministrazione".
L'appello per salvarli, adesso, sembra pero' bipartisan, per non 'buttare' del tutto non solo l'esperienza dei Pvq ma anche gli operatori coinvolti, che ammontano a 1200-1300 persone. Le richieste dell'associazione Pvq sono contenute "in una proposta in dieci punti da realizzare con una delibera quadro", che punta soprattutto alla sostituzione del regime fideiussorio con un diritto di superficie che liberi il Campidoglio da responsabilita' per insolvenza, in modo da "poter annullare il fondo di garanzia che espone il Comune a un deficit insostenibile".
Il consigliere Valeriani ha poi espresso preoccupazione per un "pezzo di economia romana che rischia di avere contraccolpi grossi se la politica comunale restera' passiva di fronte a questa vicenda- ha concluso Valeriani- serve collaborazione fra le parti. E' necessario migliorare gli strumenti che abbiamo e vigiliare costantemente".
"Entro l'estate, faremo una o due delibere che recepiscano le modifiche e si fermino a ragionare sul diritto di superficie- ha detto in conclusione Giulio Pelonzi- Non serve solo l'azione di verifica e trasparenza, ma passare ad azioni concrete, fissando date e criteri, anche rispetto al tema dell'accesso al credito.
Come partito democratico prendiamo un impegno, di lavorare con la maggioranza al tavolo di concertazione, con la volonta' di recuperare sia l'idea originaria, apportando le dovute modifiche, che salvaguardare i posti di lavoro".
5 aprile 2012 Le notizie del sito Dire sono utilizzabili e riproducibili, a condizione di citare espressamente la fonte «Agenzia Dire» e l'indirizzo «www.dire.it»
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