Ecco una sintesi del LIBRO BIANCO sullo Sport della Commissione Europea.
1. Introduzione
Il documento rappresenta la prima iniziativa globale nel campo dello sport e sottolinea il suo ruolo sociale ed economico nell'Unione europea. Il Libro è il risultato di ampie consultazioni con organizzazioni sportive, gli Stati membri e altre parti interessate.
L’analisi socio-economica dello sport a livello europeo operata dal Libro Bianco prende le mosse dai contenuti della Dichiarazione di Nizza del 2000, in cui, tra l’altro, si precisa che "la Comunità deve tener conto, anche se non dispone di competenze dirette in questo settore, delle funzioni sociali, educative e culturali dello sport, che ne costituiscono laspecificità, al fine di rispettare e di promuovere l’etica e la solidarietà necessarie a preservarne il ruolo sociale" e che "le organizzazioni sportive devono onorare il proprio compito di organizzare e promuovere i loro sport nel rispetto delle normative nazionali e comunitarie".
Partendo da tali presupposti il Libro Bianco procede ad una analisi programmatica delle politiche sportive nei paesi membri dell’Unione Europea, articolata in capitoli, in conformità col piano d’azione intitolato a "Pierre de Coubertin".
2. Il ruolo sociale dello sport
Secondo un sondaggio Eurobarometro del 2004, "il 60% circa dei cittadini partecipa in modo regolare ad attività sportive, in modo autonomo o inquadrato in una delle 700000 società sportive esistenti". Di conseguenza è strumento privilegiato per interventi sociali ad ampio raggio nell’ambito comunitario.
E’ accertato che una attività fisica costante riduce notevolmente i rischi per la salute, in particolar modo i disturbi cardiovascolari e il diabete: "l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) raccomanda un minimo di 30 minuti di attività fisica moderata (che include ma non si limita allo sport) al giorno per gli adulti e di 60 minuti per i bambini"; effetto di questo miglioramento delle condizioni di salute è, oltre alla migliore qualità della vita, una forte riduzione delle spese sanitarie, con forte beneficio per l’economia. Si intuisce quindi la convenienza per gli Stati membri, attraverso l’operato congiunto delle autorità pubbliche e delle organizzazioni private, di raggiungere questo obiettivo.
Ma l’impegno previsto nel Libro Bianco ha anche natura sovranazionale, infatti "la Commissione sosterrà una rete europea di Attività fisica a vantaggio della salute (attività cosiddetta AFVS o HEPA: Health-Enhancing Physical Activity) e, se del caso, reti più piccole e mirate che si
occuperanno degli aspetti specifici dell’argomento", oltre a programmi di apprendimento permanente per insegnanti ed operatori delle organizzazioni sportive.
Nell’ottica di un miglioramento della salute collettiva attraverso lo sport, si prevede anche un’azione decisa di lotta al doping, attraverso azioni sia repressive che preventive. Si intende in particolare "stabilire collaborazioni tra le forze dell’ordine degli Stati membri (guardie di confine, polizia nazionale e locale, dogane ecc.), i laboratori accreditati dall’Agenzia mondiale antidoping (WADA) e l’INTERPOL per scambiare in modo tempestivo e sicuro informazioni sulle nuove sostanze dopanti e sulle nuove pratiche. L’UE potrebbe sostenere tali sforzi attraverso corsi di formazione e costruendo una rete tra i centri di formazione per le forze dell’ordine", oltre a collaborare con le organizzazioni sportive e con le strutture educative per "garantire una migliore informazione ed educazione dei giovani sportivi per quanto riguarda le sostanze dopanti, i medicinali su ricetta che potrebbero contenere tali sostanze e i loro effetti sulla salute".
Ruolo centrale avrà, nell’attuazione di queste politiche, anche la scuola, che dovrà promuovere l’attività motoria e le buone pratiche dello sport. "La Commissione comincerà ad aggiudicare un marchio europeo alle scuole che partecipano attivamente al sostegno e alla promozione delle attività fisiche in ambiente scolastico". Ruolo di queste scuole e delle associazioni sportive sarà anche quello di preparare i giovani sportivi a una "duplice carriera" per "garantire il reinserimento degli sportivi professionisti nel mercato del lavoro alla fine delle loro carriere sportive".
Opportunità ulteriori di formazione per i giovani vengono anche dalla possibilità di volontariato nelle organizzazioni sportive, dove si avrebbero "molte occasioni di istruzione non formale". A tal fine la Commissione europea si propone di "incoraggiare il volontariato dei giovani nel settore sportivo mediante il programma Gioventù in azione".
Continuando a parlare di istruzione non formale, bisogna necessariamente ricordare che occasione formativa particolare è data dal confronto dei soggetti impegnati in attività sportive con atleti appartenenti a culture ed etnie diverse. "Lo sport promuove un senso comune di appartenenza e partecipazione e può quindi essere anche un importante strumento d’integrazione degli immigrati". Una maggiore integrazione ed inclusività, oltre che giovare alla crescita socio-culturale di una collettività, avrà anche effetti positivi sul piano economico, mediante la creazione di nuovi posti di lavoro e lo sviluppo delle attività commerciali ed imprenditoriali di sostegno all’attività sportiva.
Le politiche inclusive, oltre che a soggetti di nazionalità differenti, vanno rivolte anche a chi è affetto da disabilità: "La Commissione incoraggia gli Stati membri e le organizzazioni dello sport ad adattare le infrastrutture sportive per tener conto delle esigenze delle persone con disabilità".
Ostacolo ad un sport più inclusivo è il fenomeno della violenza durante le manifestazioni sportive, spesso accompagnata da atteggiamenti razzisti. Anche qui, oltre che di misure repressive, si avverte la necessità di una precisa azione di prevenzione ed educazione sia delle
tifoserie che delle forze dell’ordine. "La Commissione continuerà a promuovere il dialogo e lo scambio di buone pratiche nel quadro delle strutture di cooperazione esistenti, come la rete Calcio contro il razzismo in Europa (FARE)". Una cooperazione regolare e strutturata tra organizzazioni sportive e forze dell’ordine, un approccio multidisciplinare contro i comportamenti antisociali, analisi e predisposizione di opportuni strumenti giuridici, saranno i punti cardine per operare efficacemente contro violenza e razzismo nello sport.
Ma il sistema di prevenzione degli illeciti e degli abusi non si ferma qui: "l’UE inserirà temi relativi allo sport, come i trasferimenti internazionali di giocatori, lo sfruttamento dei giocatori minorenni, il doping, il riciclaggio di denaro sporco attraverso lo sport e la sicurezza durante i principali eventi sportivi internazionali, nel quadro del dialogo e della collaborazione coi paesi partner".
Anche l’impiantistica sportiva è oggetto di attenzione speciale da parte del Libro Bianco, non solo per quel che riguarda l’efficiente controllo delle tifoserie al fine di evitare episodi di teppismo, ma anche dal punto di vista della sostenibilità ambientale. "È importante promuovere una gestione ecologicamente razionale, che risulti adeguata fra l’altro a gestire gli appalti verdi, le emissioni di gas a effetto serra, l’efficienza energetica, l’eliminazione dei rifiuti e il trattamento dell’acqua e dei suoli".
3. La dimensione economica dello sport
Come già detto, lo sport ha un impatto notevole sullo sviluppo economico attraverso la creazione di nuovi posti di lavoro e attraverso la riduzione delle spese sanitarie. Ma ampia è la sfera delle aree economiche che possono beneficiare di uno sviluppo razione delle attività sportive: "una parte crescente del valore economico dello sport è connessa coi diritti di proprietà intellettuale, come diritti d’autore, comunicazioni commerciali, marchi registrati e diritti d’immagine e di trasmissione".
"Uno studio presentato nel 2006 durante la presidenza austriaca afferma che lo sport in senso ampio ha generato un valore aggiunto di 407 miliardi di euro nel 2004, il che corrisponde al 3,7% del PIL dell’UE, e occupazione per 15 milioni di persone, pari al 5,4% della forza lavoro".
Misurare l’impatto economico dell’attività sportiva con precisione è oggi una delle priorità della Commissione, al fine di poter stilare, dopo una analisi comparata coi dati relativi a partecipazione qualitativa e quantitativa, una migliore programmazione delle politiche organizzative.
Essenziale appare lo studio di una migliore procedura per l’assegnazione di finanziamenti pubblici alle attività sportive, così da sostenere le organizzazioni non profit del settore e gli aiuti a sport di base e sport per tutti.
"In molti Stati membri lo sport è parzialmente finanziato attraverso una tassa o un tributo sul settore delle scommesse e delle lotterie autorizzate o gestite dalla mano pubblica. La Commissione invita gli Stati membri a riflettere su come mantenere e sviluppare al meglio un
modello di finanziamento sostenibile per fornire un sostegno di lungo termine alle organizzazioni sportive".
Anche sul fronte delle agevolazioni fiscali una linea guida è stata identificata: "la Commissione si schiera per mantenere le attuali possibilità di applicare aliquote IVA ridotte al settore dello sport".
4. L’organizzazione dello sport
L’emergere di nuovi soggetti operanti nel settore sportivo ha creato "nuovi problemi di gestione, democrazia, e rappresentanza degli interessi": data la difficoltà di individuare un "modello sportivo europeo" (in quanto prevalgono le specificità dei singoli sistemi sportivi nazionali) unica risposta a tali problematiche è la fissazione di linee di principio all’interno delle quali le varie organizzazioni sportive possano promuovere una autoregolamentazione.
"La Commissione può intervenire per incoraggiare la condivisione delle buone pratiche nella gestione del settore sportivo e può contribuire a sviluppare un complesso di principi comuni di buona gestione dello sport, come trasparenza, democrazia, responsabilità e rappresentanza delle parti interessate (associazioni, federazioni, giocatori, società, leghe, tifosi ecc.)".
Tali linee di principio, relative a criteri etici di "buona gestione", si affiancheranno ovviamente alle normative giuridiche (comprese le disposizioni relative a concorrenza e mercato interno, oltre a quelle più prettamente sportive come quelle sulla libera circolazione degli atleti) che verranno comunque interpretate secondo le specificità richieste dal settore sportivo. In particolare si dovrà porre attenzione su dei criteri di trasparenza relativi ai trasferimenti di denaro, all’operato degli agenti ed alla tutela degli atleti minorenni, onde evitare abusi ed illeciti.
Al fine di mantenere questi standard etici e qualitativi di gestione "la Commissione riconosce l’utilità di sistemi affidabili di autorizzazione delle società professionistiche a livello europeo e nazionale"; come conseguenza si "promuoverà il dialogo con le organizzazioni sportive ai fini dell’attuazione e del rafforzamento dei sistemi di autorizzazione che operano in regime di autoregolamentazione".
Più complessa appare la discussione relativamente ai diritti televisivi come primaria fonte di reddito per lo sport professionale in Europa: "anche se la vendita collettiva dei diritti di trasmissione crea problemi di concorrenza, la Commissione l’ha accettata, a certe condizioni: essa infatti può essere importante per la redistribuzione del reddito, divenendo così uno strumento per arrivare a una maggiore solidarietà fra sport".
5. Seguito
Le iniziative presentate nel Libro Bianco troveranno seguito grazie ad un dialogo strutturato della Commissione con le parti interessate del settore dello sport "avviando una cooperazione con gli Stati membri, e promuovendo il dialogo sociale nel settore dello sport".
"La cooperazione fra gli Stati membri sullo sport a livello dell’UE si concretizza mediante riunioni ministeriali informali e, a livello amministrativo, mediante riunioni dei dirigenti in materia di sport".
"Il dialogo sociale a livello europeo può contribuire ad affrontare le preoccupazioni comuni di datori di lavoro e atleti, compresi gli accordi sul rapporto lavorativo e sulle condizioni di lavoro nel settore, in conformità delle disposizioni del trattato CE". "La Commissione può istituire un Comitato di dialogo sociale settoriale sulla base di una richiesta congiunta delle parti sociali".
1 commento:
mi sembra fondamentale che lo sport si riappropri di un ruolo fondamentale, che è quello di educare alla partecipazione e all'inclusione, ma perchè nella scuola Italiana è così lontano lo sport? se come leggo dal libro bianco lo sport può fare così bene, perchè non si cerca di educare ad una sana pratica sportiva piuttosto che indurre le persone ad avere la testa "nel pallone?"
Grazie ancora andrea per quello che hai fatto e quello che sicuramente farai.....DAIEEEEE
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