domenica 8 maggio 2016

Lettera all'Ass.al Commercio Roma Capitale Davide Bordoni - aprile 2013

RACCOMANDATA A/R


On.le Sig.  
Dott. Graziano Del Rio
Sottosegretario di Stato alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri
Via dell'Impresa n. 91
00186  Roma

On.le Sig.  
Dott. Giovanni  Legnini
Sottosegretario di Stato al
Ministero dell’Economia e Finanze  
                                                

                                                       

Onorevoli Sottosegretari,

          sono Andrea Ciabocco concessionario del Punto Verde Qualità Madonnetta  a seguito di un bando pubblicato dal Comune di Roma nel 1995, per l’affidamento in concessione dell’attrezzaggio e gestione di aree verdi di proprietà comunale non attrezzate o non sufficientemente attrezzate. Vale a dire aree di degrado urbano in stato di assoluto abbandono, in quanto tali sottratte alla pubblica fruizione, da riqualificare con l'impegno di privati chiamati con le proprie risorse a realizzare ciò che la P.A. non era allora e non è in grado ora, più che mai, di realizzare.
         Emesso il bando pubblico, valutati i progetti per ciascun P.V.Q., approvata la graduatoria, ciascun concessionario presentò il proprio progetto da realizzare mediante finanziamento degli istituto di Credito convenzionati con il Comune di Roma che prestava fidejussione per un importo pari al 95% del costo dei lavori approvati.
         Le difficoltà di una procedura molto innovativa e la complessità delle questioni tecniche e giuridiche da affrontare in una città come Roma, hanno imposto tempi più lenti (e, spesso, di molto) ma il risultato è stato ugualmente straordinario: sono stati messi a bando n° 75 Punti Verdi Qualità, ne sono stati assegnati 61, 18 sono stati realizzati e sono in esercizio, n° 10 sono in corso di realizzazione (cantierizzati), n° 11 hanno la progettazione approvata, ma con mutuo in istruttoria.
         La concessione imponeva a ciascuno degli scriventi imprenditori di realizzare le opere progettate la maggior parte delle quali a fruizione libera, sostenendone per intero i costi avendo, in cambio, nel residuo periodo di vigenza della concessione (trentatre anni) la possibilità di gestire le attività economiche, tutte di carattere sociale (palestre, piscine, centri ricreativi, etc.), che dovrebbero o avrebbero dovuto garantire il ritorno dei capitali (talora ingenti) impiegati.
         E in effetti Roma attraverso i Punti Verdi Qualità si è potuta dotare di grandi aree verdi attrezzate per lo sport, il tempo libero, la ricreazione di migliaia di cittadini.
         Non è azzardato dire che i Punti Verdi Qualità attualmente in funzione sono frequentati ogni giorno da migliaia di cittadini romani di tutte le età che possono trovare al posto di aree non attrezzate o, addirittura, abbandonate, parchi e spazi verdi quotidianamente puliti e mantenuti dai concessionari nonché servizi e strutture di qualità a loro disposizione per la maggior parte in modo gratuito.
          Il Parco della Madonetta  ha reso fruibili per la città circa 20 ettari di verde ad Acilia cosi come il Parco Canale dello Stagno di Ostia e il Punto Verde Torraccia che ha attrezzato un grande parco di 21 ettari alla periferia di Roma sulla via Tiburtina e anche i servizi per il tempo libero realizzati nel Punto Verde di via di Decima o in quello di via Cortina d’Ampezzo.
         Insomma l’intuizione che l’impresa privata possa essere al servizio di interessi pubblici, intuizione alla base del progetto Punti Verdi Qualità è diventata realtà nelle tante esperienze che animano la vita di interi quartieri di Roma.
         Il progetto del Comune di Roma era davvero ambizioso ed anche fortemente innovativo ma si è scontrato con la crisi generale del paese, che ha drammaticamente eroso le aspettative di rientro degli investimenti e che ha reso insostenibili i mutui in relazione alla contingenza e alla residua durata del contratto.
         I concessionari dei P.V.Q. in corso di realizzazione, ma con cantieri sospesi per le ragioni di seguito accennate, sono sul punto di fallire per la combinazione dei fattori su descritti (crisi generale, gravosità dei mutui e del relativo onere finanziario) cui si unisce il mancato avvio delle attività economiche, che avrebbero dovuto garantire il rientro dell'investimento.
         L’inchiesta giudiziaria che pur ha fatto emergere irregolarità e malaffare, sostanzialmente disarticolando la struttura amministrativa predisposta da Roma Capitale per gestire i complessi rapporti amministrativi, giuridici, economici a base del progetto Punti Verdi Qualità, non può essere presa a pretesto per punire quanti hanno creduto nel progetto investendo risorse finanziarie ed umane.
         Oggi, a distanza di quasi venti anni dal varo del progetto, l'imprenditoria, che ha assunto l'onere e l'onore di realizzarlo è allo stremo e un ulteriore ritardo nell'adozione di provvedimenti risolutivi, peraltro semplici sul piano operativo, determinerebbe il definitivo fallimento del progetto Punti Verdi Qualità.
         Le conseguenze sarebbero gravi prima di tutto e soprattutto per tutti quei cittadini e, lo ripetiamo, sono migliaia che frequentano i nostri Punti Verdi che si vedrebbero privati di un servizio che ormai fa parte del loro livello di qualità della vita.
         Ma anche gravi ed irreparabili sarebbero le conseguenze sul piano occupazionale, per la perdita dei posti di lavoro delle maestranze impiegate nella realizzazione delle opere, ed anche per la perdita degli occupati nei P.V.Q. già in esercizio e degli occupabili nelle attività economiche ancora da attivare (palestre, piscine, centri di aggregazione per giovani ed anziani, parchi giochi, ristoranti, bar, etc. etc.) .
         In un periodo in cui la perdita di una soltanto opportunità di lavoro rappresenta un danno ulteriore per il tessuto economico dell'intera nazione, l'incidenza sinergica del peso della debacle economica, legata al fallimento del progetto Punti Verdi Qualità, si ripercuoterebbe non solo sugli imprenditori sottoscritti e sulle casse del Comune di Roma, ma anche e soprattutto sull'Erario, chiamato regolarmente a sopperire alle esigenze di bilancio della Capitale.
         Il Sindaco del Comune di Roma, On.le Ignazio Marino, erede di una situazione che non ha creato, mostra di intendere l'assoluta gravità della contingenza ed ha avviato una indagine conoscitiva diretta ad accertare le ragioni per le quali un progetto importante, diretto alla riqualificazione di aree di degrado cittadino, quale quello dei P.V.Q., interamente realizzato e da realizzare con capitali privati, sia letteralmente paralizzato per la incapacità degli Uffici dell'Amministrazione Capitolina di fornire il necessario supporto ai concessionari in esercizio ed ancor più a quelli  con cantieri aperti e/o sospesi alle prese con le panie burocratiche frapposte da funzionari, sempre più propensi a denegare qualsiasi banale collaborazione con l'assunzione della relativa responsabilità per qualsiasi necessaria, banale variante ai progetti, giustificata dall'adeguamento alle normative e ai criteri di buona costruzione. 
         I risultati dell'indagine conoscitiva disposta dal Sindaco di Roma hanno già raggiunto i media (Il Tempo 16/03/14) ma sembra che l'Amministrazione capitolina non abbia colto sino in fondo la delicatezza del momento e, in luogo di adottare provvedimenti risolutivi, ha costituito con l'ordinanza 19 marzo 2014 un Ufficio di scopo “Indirizzo e coordinamento del programma Punti Verde di Roma Capitale”, affidato ad un funzionario cui non sembrano siano stati dati gli strumenti minimi necessari per lo svolgimento del suo delicato incarico.
         Io in prima persona insieme agli altri concessionari non vogliamo che l'Amministrazione Capitolina lasci che il progetto P.V.Q. resti definitivamente impaludato nelle sabbie mobili della burocrazia, noi vogliamo che gli imprenditori  non debbano soccombere e con loro i cittadini che utilizzano i Punti Verdi e gli occupati nei cantieri e nelle attività economiche avviate.
         Vogliamo, inoltre  segnalare, a chi ha la responsabilità del governo del paese che in siffatta, sciagurata ipotesi, Roma Capitale vedrebbe il proprio bilancio gravato di somme di notevole rilevanza.
         “Il Tempo” del 16 marzo u.s. indica in 350 milioni di euro l'esposizione di Roma Capitale per le fideiussioni prestate a garanzie dei mutui concessi dalla banca, mutui tutti che debbono essere considerati in sofferenza!
         Mentre i costi ulteriori stimati per il contenzioso innescato dal coacervo di situazioni oggettive e inadempienze dell'Amministrazione farebbe lievitare ad un miliardo di euro il danno causato all'imprenditoria.
         È accettabile uno sperpero di risorse umane ed economiche di tali dimensioni?
          Credo che sia ancora possibile attraverso un serio e costruttivo confronto e la collaborazione tra imprenditoria privata e pubblica amministrazione trovare le soluzioni per salvare i capitali già investiti, continuare ad offrire alla città i servizi ed anzi ampliarli e, infine, completare il progetto PVQ portando a compimento i cantieri aperti.
         Per ciò è necessaria una piena consapevolezza della situazione e la determinazione ad adottare provvedimenti concreti e, soprattutto, urgenti e tempestivi.

  

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