Punti Verde, ‘punti-sutura’ delle Amministrazioni capitoline. 50 milioni di danni!
- Domenica 26 Maggio 2013 10:35
Ma andiamo per gradi.
I Punti Verde sono aree che l’Amministrazione comunale, sul finire degli Anni ’90, concede in gestione a privati per un periodo trentennale. Presupposto è la convenienza tra il Comune, che si appoggia al privato per opere di riqualificazione urbana senza gravare sul proprio bilancio, e il privato stesso che si assume i costi esercitando sulla zona assegnata attività commerciali. La Procura di Roma ha però avviato un’inchiesta in base alla quale sarebbero riscontrati presunti illeciti correlati alla realizzazione e all’affido di alcune aree, con la complicità di funzionari pubblici.
La storia di Massimo Boni - vincitore dell’appalto per il PV di via Cortina d’Ampezzo che dalla cifra di 3 miliardi di lire e’ arrivato a costarne circa 24 - si inserisce proprio in tale contesto con la denuncia per comportamento illegittimo del suo socio Carlo Corsini e della moglie Letizia Cotrone. Boni si era infatti accorto che i costi del progetto erano inspiegabilmente lievitati, che esistevano fatture in numero maggiore rispetto ai contratti di appalto sottoscritti e che vi erano pagamenti effettuati a fronte di lavori mai eseguiti. In sede penale il giudizio si e’ chiuso con l’archiviazione anche se il PM ha riconosciuto la fondatezza delle ragioni del querelante, ma ritenendola come lite tra soci l’ha ricondotta alla competente sede civile; dal riconoscimento della fondatezza delle sue motivazioni Boni ha quindi potuto proseguire per ottenere il risarcimento del danno: appunto 50 milioni!
Quello di Boni e’ un nome assai noto tra Roma e dintorni. La vicenda in oggetto gli ha alleggerito di parecchio le tasche pur incrementandone la popolarità. Ma ciò a discapito della sua salute fisica, mentale e finanziaria: alle patologie determinate dallo stress si devono infatti aggiungere le minacce di morte, le violenze alla persona e il buco economico. “Prezzi che ho dovuto pagare rimanendo onesto, e opponendomi con tutto me stesso alle ruberie altrui. Ruberie perpetrate ai danni della intera collettività cittadina”.
Ruberie peraltro al centro di una denuncia portata avanti da Massimo Inches (ex-La Destra, oggi Fratelli d’Italia), raccontata anche a Prismanews, con una dovizia di particolari ai limiti dell’incredibile. Il tutto e' finito anche in Parlamento, con un'interrogazione al Ministro della Giustizia e al Ministro dell’Economia da parte dell’on. Claudio Barbaro (FdI). Non risulta sia mai stata data risposta.
In qualità di presidente della ‘Associazione Volontariato 2000’ nonché di socio (di una quota pari al 50% del capitale) e amministratore pro-tempore della Executive Sport Center di Cotrone, Corsini e Massimo Della Vecchia, coloro che ‘Dal 1995 al 2005 si sono alternati nella gestione della società” - come riporta la perizia consegnata alla magistratura e nella quale si parla di “Assoluta carenza nell'operato della Direzione lavori, della Commissione di Vigilanza composta da esperti nominati dal Comune, dal CONI e dall'Istituto per il Credito Sportivo, e di quanti direttamente indirettamente hanno svolto un controllo delle opere eseguite’. Si accenna poi a ‘spropositati finanziamenti ottenuti e alla mancata verifica dei pagamenti alle ditte sub-appaltatrici’.Tale valutazione grazie alle risultanze processuali emerse fra il 2004 e il 2010.
Quanto a Boni, sette cause civili vinte su sette e una battaglia giudiziaria apertasi sotto la Giunta di Centrosinistra e proseguita sotto quella di Centrodestra. Un cittadino fedele alle leggi, all’etica, anche se in definitiva il suo e’ il profilo di un uomo abbattuto dagli eventi.
“Abbattuto in cuor mio dagli eventi sì, ma battuto no, può starne certo. Tuttavia quello che mi affligge e’ pensare che oggi il reato più premiante sia quello della truffa!” - afferma. “Oggi si ruba non a mano armata bensì in giacca e cravatta… E la stessa magistratura ha spesso difficoltà a perseguire gli autori di così ingegnose macchinazioni”.
Lo sa che la sua richiesta di risarcimento-danni sarebbe tale, oggi, da mandare fallita anche un’azienda di medie dimensioni? “Lo so, lo so bene. Ma non mi spiego il perché di un simile meccanismo perverso… o meglio, lo capisco benissimo e lo identifico con un malcostume che ha dilagato dalla fine degli Anni ’90. Purtroppo Tangentopoli non ha insegnato nulla. Il giochino e’ continuato”.
Mi ha detto di aver subito minacce di morte. “Sì, ho subito anche questo supplizio. Perché i miei soci da un lato non pagavano i sub-appalti, dall’altro giravano a me le richieste di saldo dei lavori. Alimentavano il sospetto su di me affermando che ero io il vero responsabile di tutto. Pensi che per diverso tempo ho dovuto assumere vigilanza armata, temendo per la mia vita. Sono stato inoltre costretto a vendere le mie quote sociali e con il ricavato ho pagato i fornitori!”.
Sig. Boni, e’ in grado di spiegare ai Lettori come si possa incrementare la spesa totale di una struttura come quella di Via dxella Mendola cui e’ stato eliminato, ad esempio, il parcheggio a tre piani? “Tecnicamente e’ difficile da sintetizzare, in pratica no. La mia tesi e’ semplice: in casi come questi - cioè opere pubbliche - dove esiste una catena di controllo ampia, diventa pressoché inevitabile che tale catena sia consenziente al comportamento illecito altrui. Sull’impianto di Via della Mendola chi doveva vigilare non l’ha fatto… E vorrei aggiungere che tutto ciò forse non e’ nemmeno catalogabile come notizia, nel senso che quando si tratta di soldi pubblici c’e’ sempre chi si comporta in modo ‘allegro’”.
Per fortuna non tutti ragionano così. Lei può vantarsi della sua scelta etica. “Che mi e’ costata una serie di visite mediche e una diagnosi elaborata dal Centro anti-suicidio dell’ospedale Sant’Andrea… Di notte, quando mi assalgono gli incubi, mi chiedo se davvero tutta questa battaglia sia meritevole di essere combattuta. E mi chiedo anche perché l’Avvocatura del Comune di Roma non abbia fatto causa ad alcuno. La cosa che invece mi esalta e’ che io sia stato capace di non far ‘saltare’ i cento posti di lavoro collegati alla struttura, almeno quella mia pretesa e’ stata rispettata”.
In cuor suo si sente di fare autocritica per i soci scelti? “Neanche questo, neanche questo! Già in sede di contratto la concessionaria - cioè il Comune - indicava che i lavori edili e di impiantistica sarebbero stati appaltati alla SIM srl di Corsini, mentre per la riqualificazione del verde l'incarico sarebbe stato dato alla ditta Sebastianelli”.
Una vicenda del genere meriterebbe un proscenio come ‘Report’, il programma d’inchiesta di Milena Gabanelli. “Su questo preferirei non risponderle”.
Il Punto Verde di Via della Mendola e’ al momento gestito da una ditta privata, il tentativo di vendita sta andando a vuoto forse anche a causa del pendente mutuo da 8,2 milioni di euro. Quanto al Comune e alla eventualità che debba pagare, per la Corte di cassazione (sent. n.20986/07), la responsabilità della P.A. per il fatto illecito del proprio dipendente presuppone l’esistenza, oltre che del nesso di causalità fra il comportamento e l’evento dannoso, anche della riferibilità all’Amministrazione del comportamento stesso, cioè che l’attività posta in essere dal dipendente sia e si manifesti come esplicazione dell’attività dell’ente pubblico.
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